I Cantieri dell'Urbanistica partecipata, coordinati dal Prof. Pizziolo, in data 16 luglio 2007, hanno presentato un documento dal titolo
PARERE CONTRARIO DEI “CANTIERI DELL’URBANISTICA PARTECIPATA” DEL COMUNE DI PORTO VENERE RELATIVAMENTE AL PROGETTO DI AMMODERNAMENTO E ADEGUAMENTO DELL’IMPIANTO GNL DI PANIGAGLIA (SP)
con cui hanno avanzato le seguenti osservazioni al progetto di ampliamento del rigassificatore:
L’impianto è situato a poche centinaia di metri da due borghi densamente abitati e con forti presenze turistiche (porticcioli, ristoranti, ecc….).
Il potenziamento è territorialmente inaccettabile: il valore paesistico della costa è dato dal susseguirsi di baie e borghi che formano un sistema continuo e organico. L’impianto di GNL-Italia costituisce una netta interruzione ed un corpo estraneo all’interno del sistema baie. In realtà, già la scelta iniziale del sito, fatta ignorando le popolazioni residenti e il loro ambiente, è stata ed è un errore, sia da un punto di vista paesaggistico, sia in quanto si è ignorato e si continua a ignorare che le baie limitrofe a Panigaglia sono abitate e che le due comunità sono fortemente condizionate dalla presenza dell’impianto.
L’avanzamento del pontile per ulteriori 50 metri e l’attracco di gasiere più grandi è inconciliabile con l’intero sistema golfo, dove già gravitano attività che presuppongono un elevato traffico marittimo: porto commerciale, porto militare con arsenale, cantieri navali, porticcioli turistici, linee traghetti, scalo crocieristico, oltre ad attività di miticultura e piscicoltura. L’ampliamento richiesto, con conseguente aumento delle dimensioni e del numero delle gasiere, che dovrebbero manovrare in uno spazio inadeguato, condizionerebbe in senso negativo la vita all’interno dell’intero Golfo, alterandone il complessivo ecosistema.
Il potenziamento dell’impianto è inaccettabile perché porterebbe rischi per la salute e la sicurezza dei cittadini ancora maggiori di quelli che già corrono le popolazioni residenti nel raggio di poche centinaia di metri. Popolazioni che a tutt’oggi non sono mai state informate del rischio né coinvolte nei piani riguardanti la sicurezza esterna dell’impianto. Per non parlare del pericolo, sempre presente, dell’incidente catastrofico, anche conseguente ad atti terroristici, amplificato da un territorio che non presenta sufficienti vie di fuga.
L’ampliamento è inaccettabile per motivazioni di tipo urbanistico. Già la Provincia della Spezia nel Piano Territoriale di Coordinamento approvato con delibera 127 del 12/07/05 prevede per il Terminal di Panigaglia una riconversione ad usi turistici integrati alla scadenza delle concessioni esistenti. In tale documento viene esplicitamente detto che “l’area non si presta alla prosecuzione delle attività attuali, per problemi di inserimento urbanistico, di scenari di sviluppo socioeconomico alternativo, di coerenza con i processi di specializzazione del Golfo sul piano turistico, di rischio effettivo generato dall’attuale impianto”.
I “Cantieri”si sono pronunciati per uno sviluppo diverso da quello iperindustriale, ritenendo che l’ampliamento richiesto dalla società sarebbe un grande danno anche da un punto di vista economico (tra l’altro non è neppure previsto un aumento della già scarsa occupazione). Il modello di sviluppo prefigurato dai “Cantieri”, ad es. quello di un turismo sostenibile, garantirebbe una maggiore occupazione con maggiori ricadute sulla popolazione dell’intero Golfo, e sarebbe soprattutto un modello in crescita, non statico, mentre l’ampliamento richiesto congelerebbe la situazione e annullerebbe ogni possibile futuro utilizzo della baia o di parti di essa.
liberiamo firenze
11 anni fa