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lunedì 3 marzo 2003

Quarto Cagnino, addio a un pezzo di storia



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Distrutto l'antico portale del borgo. Quarto Cagnino, addio a un pezzo di storia

Un altro pezzo della storia di Milano se n'è andato. E' questa la denuncia del Comitato di Quartiere di Quarto Cagnino, un borgo storico assorbito dalla città nel corso dell'espansione edilizia del XX secolo.
Un portale in stile barocco, solitario residuo della cosiddetta Villa Rosnati, presente anche nelle carte del catasto «teresiano» del 1722, è crollato sotto i colpi delle scavatrici, in azione per la realizzazione di box sotterranei.
Il comitato denuncia: «Se cercheremo il nome di chi ha dato la licenza per "spianare" quest'antica area (era un giardino all'italiana) troveremo certamente il solito "muro di gomma" che ben conosciamo per la squallida vicenda di Cascina Linterno, con il solito prevedibile - e "impavido" - rimpallo delle responsabilità. Ma ci piacerebbe porre una targa ricordo con nomi e cognomi dei responsabili di questo sfacelo: perché no, anche tutta la lunga lista del cosiddetto "muro di gomma" - naturalmente rispettando la gerarchia, a partire dal signor Sindaco, che è preposto alla tutela di una metropoli millenaria».
Già nel 1999, il Comitato aveva sollevato il problema dell'edificazione selvaggia in una zona che ha un'alta valenza storica: una storia diversa da quella dai famosi monumenti del centro storico ma non meno importante, in quanto testimone di un passato millenario di vita agricola e culturale: l'antico borgo di Quarto Cagnino è posto da tempi immemorabili sull'antica via di pellegrinaggio verso la Terrasanta e in senso inverso in direzione di San Giacomo de Compostela. «Il portale, non a caso, era sovrastato da una volta a forma di conchiglia, simbolo dei pellegrini verso il Cammino de Compostela», sottilinea Massimo de Rigo, un cittadino attivo nell'azione per la salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale della zona occidentale della città.
Continua Massimo de Rigo: «Nel sopralluogo compiuto alla fine della scorsa settimana, gli operai hanno dato una motivazione "tecnica" dell'incidente: hanno abbattuto "casualmente" il portale nel proseguimento dei lavori. Una spiegazione non convincente: per tre mesi le ruspe hanno girato attorno al monumento, mentre risulta non solo urtato, bensì eliminato totalmente e fagocitato dall'enorme buca dove le fondamenta, solo ora, possono procedere senza ulteriori ostacoli. Un lavoro studiato a tavolino. Mistero anche sulla sorte dei preziosi detriti, conservati e accatastati solo in minima parte».
La conclusione è amara: dal 25 febbraio Milano è davvero più povera, ha distrutto un altro elemento importante del proprio passato ignorando che una metropoli moderna non dimentica o si vergogna della propria storia ma anzi la rende il seme imprescindibile per la costruzione del proprio futuro.
C'è ancora una speranza? Forse. «E' possibile che il portale barocco venga ricostruito con gli elementi originali: impresa faticosa ma non impossibile, con l'ausilio di esperti e della documentazione esistente, a carico, ovviamente, di chi distrugge senza scrupoli».

Grazie a Massimo De Rigo e Renato Bosoni (autore delle fotografie del portale barocco) sono proposte e descritte alcune fotografie di Quarto Cagnino.
Nel 1996 la macchina fotografica di Massimo De Rigo ha immortalato l'antico Borgo «prima che venisse stravolto da costruttori senza troppi scrupoli. Il degrado delle storiche abitazioni era visibile, ma si poteva e si doveva fare di più: le linee architettoniche erano pulite, occorreva solo un poco di amore e di sensibilità verso questo luogo legato alla storia di Milano. Il Sindaco, il Consiglio di Zona, la vigilanza, la Soprintendenza ai Beni ambientali e architettonici, erano stati avvisati per tempo. Non ci sono stati riscontri. Nella vista globale del Borgo si nota un'antica colonna: è quella che delimitava il luogo (era un antico giardino all'italiana) dove è avvenuto l'abbattimento del portale barocco, mentre la colonna di mattoni è stata recentemente cementificata senza pietà ad opera dello stessa impresa costruttrice».
Nell'altra foto, invece, «si vede un angolo antico, con una chiesetta che è stata sventrata nel 2000 e 'ripulita' esternamente spianando i mattoni, mentre l'abitazione di fianco (sec. XIV) non è stata solo oltraggiata internamente (distruzione e rifacimento totale delle solette) ma anche esternamente, con finestre e decorazioni che non hanno più alcun riferimento con quelle originali. Tutto questo, nonostante le nostre petizioni del 1997 e del 1999. Si dice che i cittadini si sono allontanati dalla politica: questo caso è emblematico».

di Paolo Reale