Presentazione dell'iniziativa: PAESAGGIOSOS.

Questo è il blog del sito PatrimonioSos, nato nel 2002 per iniziativa di semplici cittadini che operano in maniera del tutto volontaria e disinteressata per la difesa del patrimonio artistico italiano.

Nel corso degli anni alla redazione di PatrimonioSos sono arrivate numerose immagini che documentano danni al patrimonio e al paesaggio perpetrati in tutto il territorio nazionale e che per ragioni tecniche non è stato possibile inserire nel sito.

Ora grazie a questo strumento intendiamo mettere progressivamente online il nostro archivio fotografico e soprattutto integrarlo con nuove foto.

INVIATECI LE VOSTRE FOTO all'indirizzo:
lamonica1.paesaggiosos@blogger.com

LE ISTRUZIONI PER L'INVIO NEL MENU DI SINISTRA DEL BLOG.

venerdì 23 dicembre 2005

Castello della Rocca di Tolfa


Da: a. antonacci [mailto:info@fontanadelpapa.it] - Inviato: venerdì 23 dicembre 2005 17.26
A:
redazione@patrimoniosos.it - Oggetto: Castello della Rocca di Tolfa
Invio le foto del Castello della Rocca di Tolfa e la grave situazione in cui versa e nessuno interviene
buon natale e grazie
Assuntina Antonacci

giovedì 22 dicembre 2005

Quartu S. Elena: news su abusivismo edilizio

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From: stefano deliperi Sent: Thursday, December 22, 2005 4:48 PM
Subject: news su abusivismo edilizio

Cari amici, sotto trovate notizie stampa relative al non invidiabile record permanente dell'abusivismo edilizio in quel di Quartu S. Elena. Più ampie informazioni su http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it . Buona visione, e, soprattutto, buona partecipazione !
Stefano Deliperi
Gruppo d'Intervento Giuridico


da La Nuova Sardegna, 22 dicembre 2005
LO DICE L'ULTIMO CENSIMENTO . Quartu si conferma capitale degli abusi tra costa e campagna. PABLO SOLE.
QUARTU. Passano gli anni, ma su una certezza si può sempre contare: la terza città dell'isola si conferma capitale dell'abusivismo edilizio. E non potrebbe essere altrimenti, visti i numeri da capogiro messi insieme dal Gruppo di intervento giuridico sugli ultimi vent'anni di mattone selvaggio. I dati emergono dalla mappatura del territorio messa a punto dal Comune che, caso unico in Sardegna, ha in mano il quadro pressoché completo delle case sorte in barba alle norme vigenti. Si parte dal 1995, con i casi denunciati con il condono varato dieci anni prima: oltre 10mila segnalazioni, che comprendono 127 abusi insanabili parziali e ben cinquecento che, vista l'entità delle opere realizzate, devono essere abbattuti senza possibilità d'appello. Le zone più colpite? Quella costiera (2858 casi) e quella agricola (1336 abusi) per una volumetria totale di un milione e trecentomila metri cubi. In teoria, la situazione migliora con il secondo condono, approvato con due diversi provvedimenti che risalgono al 1994 e al 1996: i casi di abusivismo totalmente insanabile scendono a 150, mentre i parziali sono 72. In pratica, la questione è un po' diversa: le case abusive non sono certo sparite, più semplicemente i vincoli fissati dal condono sono meno rigidi e, di conseguenza, in molti casi il bollino rosso dell'abuso totalmente insanabile è sparito. ‹‹Negli ultimi anni il Comune ha predisposto oltre venti piani di risanamento ancora in gran parte inattuati - spiega il responsabile del Gruppo d'intervento giuridico, Stefano Deliperi - mentre sono cresciuti a dismisura gli oneri economici collettivi per dotare dei necessari servizi, come impianti di depurazione, acqua, energia elettrica, smaltimento rifiuti e scuole, le zone sorte con gli abusi poi condonati. La spesa complessiva è stimata in oltre 220 milioni di euro, a fronte di circa 18 milioni di entrate derivanti dalle oblazioni di legge››. Un paradosso che continua a pesare sui cittadini. ‹‹Non dimentichiamo - aggiunge Deliperi - che il condono non è stato vantaggioso neppure sotto il profilo finanziario: nel 1985, a fronte di una previsione di entrata di tremila milioni di euro, le entrate effettive si attestarono intorno al 60 per cento, mentre nel 1994, con un gettito previsto di 2.500 milioni di euro, le entrate effettive furono del 70 per cento. E sta andando ancora peggio negli ultimi anni, con le entrate ferme al 40 per cento sulla cifra stimata››. Infine, con l'ultimo condono deciso nel 2003, al Comune sono state presentate circa tremila istanze, pari al tre per cento delle domande nazionali. ‹‹Da dieci anni le ruspe della legalità hanno i motori spenti - conclude Deliperi - e il rischio, ora, è che molte iniziative risultino soltanto miseri palliativi, oltraggi alla legalità e all'ambiente, e palesi delusioni per i cittadini rispettosi della legge››.

lunedì 19 dicembre 2005

Cagliari: S.O.S. Castello !


----- Original Message -----
From: stefano deliperi Sent: Monday, December 19, 2005 5:51 PM
Subject: S.O.S. Castello !


Cari amici, sotto trovate alcune notizie stampa relative alla recente iniziativa per salvare il quartiere cagliaritano storico di Castello da un pesante intervento pubblico. Altre notizie su http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it . Buona visione, e, soprattutto, buona partecipazione !

Stefano Deliperi
Gruppo d'Intervento Giuridico
da La Nuova Sardegna, 18 dicembre 2005
Soru: "Il progetto-scale mobili si fermerà". Il Comitato per la difesa di Castello: duemila firme contro la meccanizzazione. Quindici milioni per stravolgere il quartiere storico con acciaio e ascensori. MAURO LISSIA.
CAGLIARI. "Le scale mobili e i tapis roulants in Castello? Non credo che si farà nulla, mi risulta che ci siano problemi legati alle scadenze": passava di là per caso, Renato Soru. Ha visto sulla terrazza di Santa Croce facce conosciute di ambientalisti e cittadini impegnati a difendersi dalle raffiche di vento per annunciare ai cronisti la consegna di una petizione anti-scale mobili, oltre duemila firme per dire 'no' alla meccanizzazione forzata. Così il governatore ha pensato di fermarsi per salutare e prendere il documento della protesta: "Io non ho ancora capito bene che cosa vogliono fare - avverte il presidente della Regione - alcuni aspetti non sono chiarissimi. Comunque non penso che questo progetto andrà avanti...".

Ha l'aria di essere una specie di promessa, visto che i finanziamenti passano dalla Regione. Così almeno sembrano leggerla i membri del Comitato per la difesa del Castello, impegnati da mesi in una battaglia surreale: da una parte loro, i cittadini-abitanti-elettori del quartiere storico. Dall'altra il consiglio comunale che ha votato alla bulgara - con le eccezioni di Gianni Loy e Radhouan Ben Amara - a favore di un progetto allora sconosciuto. Ma è corretto dire sì senza informarsi su un qualcosa che stravolgerebbe il rione più prezioso della città? "E' stato commesso un grosso errore - avverte Stefano Deliperi, del Gruppo di intervento giuridico - e siamo convinti che sia ancora possibile fermare questo progetto insensato. La Regione dovrà compiere una verifica preventiva, abbiamo fiducia di farcela". Le verifiche necessarie sono più d'una. Nei carteggi del Comune non c'è traccia di un'indagine geognostica seria, incognita grave pensando a quanto è accaduto altrove: "Quando hanno scavato il parcheggio di via Amat è venuta giù la recinzione del liceo Dettori - ricorda Fanny Cao, di Italia Nostra - l'ascensore per la rocca di San Michele è stato bloccato perchè si temevano crolli sul costone e oggi l'impianto è distrutto dalla ruggine. Non si vede perchè invece qui dovremmo stare tranquilli...". Tranquillità è un vocabolo in disuso fra le vie antiche del quartiere di sopra. Fra nottambuli schiamazzatori e locali all'aperto i castellani hanno perso il contatto con il silenzio, ricchezza di cui andavano fieri: "Vogliono mandare nel rione 75 persone al minuto - sorridono Manuela Farci, Maria Paola Morittu e Simona Murroni, del Comitato - che sarebbero 4500 l'ora. Ma dov'è questa gente che vuole salire in Castello? Dove sono i turisti? E che cosa verrebbero a fare?". Per quanto ironico, l'interrogativo non sembra infondato. L'amministrazione pubblica - secondo i dati contenuti nel progetto - spenderebbe 15 milioni di euro per realizzare un parcheggio interrato sotto Cammino Nuovo, otto tapis roulants, tre scale mobili e tre ascensori. La semplice manutenzione dell'impianto costerebbe 570 mila euro l'anno, di cui circa 400 mila sarebbero coperti dai ticket della sosta. Ma è logico - con tutti i parcheggi sotterranei della città deserti - prevedere un afflusso costante di auto proprio lì, a Cammino Nuovo? Ed è logico programmare un interesse così forte per il Castello, quando oggi vive solo d'estate e solo la sera? "E' assurdo - scuote la testa Deliperi - ma non è una sorpresa per chi ricorda come l'amministrazione Floris intendeva risolvere il problema dell'acqua, un dissalatore da trenta milioni di euro che avrebbe ucciso il golfo". Altri esempi non mancherebbero. Dalla scalinata verso la chiesa-pandoro di Santa Caterina - la sola al mondo che anzichè a un sagrato conduce a una strada ad alta intensità di traffico - fino al progetto, finanziato e poi abortito fra gli sghignazzi generali, di collegare con una funivia il molo martello di Marina Piccola alla Sella del Diavolo: non avevano pensato ai piloni giganteschi da piantare nel fondale marino. I rimandi fioccano: i tavoloni di legno all'anfiteatro e la bruttezza agghiacciante di quasi tutte le piazze rifatte dalle ultime amministrazioni comunali, coi famosi giardinetti dispettosamente rinsecchiti. Opere finite in operetta. Con nuovi gigantismi urbanistici in vista però il Comitato di Castello e gli ambientalisti preferiscono i richiami ai bisogni reali della città. La lista è lunga: non c'è un soldo per rifare strade che ormai sono test estremi per pneumatici e sospensioni. Mancano le risorse per dare un po' di dignità urbana alle periferie, il bilancio comunale nega aiuti alle famiglie povere e agli anziani. I membri del Comitato sventolano le carte del progetto: "Quindici milioni per questa roba, in una situazione come quella di Cagliari. Si può?". Postilla anonima, raccolta al volo: "Ma perchè non si meccanizzano casa loro, questi del Comune?". Ve l'immaginate? Emilio Floris in vestaglia, che viaggia nel corridoio su un silenzioso tapis roulant d'acciaio, lento, maestoso, una figura ieratica, immobile nella sua elettrica mobilità. Bellissimo. Ma questo è un sogno, non la cronaca.

da Il Giornale di Sardegna, 18 dicembre 2005
La protesta. Raccolta di firme. Castello, duemila no al progetto di meccanizzazione. ENNIO NERI.
Oltre duemila firme contro il "progetto parcheggi di scambio e trasporto meccanizzato del centro storico". Frutto della mobilitazione del Gruppo giuridico, degli Amici della Terra e del Comitato per la difesa di Castello, movimenti cittadini in battaglia contro un progetto "dannoso ed inutile". "Duemila firme per bloccare il piano", annuncia Maria Paola Morittu, del Comitato per la difesa di Castello. "Diciamo no al notevole impatto ambientale in un monumento simbolo della città. Si tratta di una meccanizzazione spropositata per un dislivello di soli 20/25 metri e di un multipiano che incrementerà i livelli di inquinamento. Oltretutto – prosegue – è in attuazione una linea di trasporto elettrico che collega la stazione ferroviaria ed il parcheggio di Buon Cammino, perché non si prolunga la tratta fino a Piazza Palazzo"; "Son contento che Ds e Margherita si siano ricreduti" dichiara il consigliere comunale Ben Amara, "no ad una meccanizzazione di Castello che fra l'altro è già cominciata con la pista di pattinaggio del Bastione". Il piano prevede scale e tappeti mobili per raccordare meccanicamente le quote fra Stampace e Castello, un multipiano a pagamento di 360 posti auto e un'area verde al posto degli attuali parcheggi. Per la fase esecutiva adesso si attende la relazione di impatto ambientale dell'ingegner Giuseppe Frongia, che è stato incaricato dall'Area gestione del territorio.

martedì 6 dicembre 2005

Stagno di Chia e morìa di Fenicotteri


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From: stefano deliperi Sent: Tuesday, December 06, 2005 7:22 PM
Subject: news su Stagno di Chia e morìa di Fenicotteri

Cari amici, sotto potete trovare alcuni articoli sull'inquietante morìa di Fenicotteri rosa nello Stagno di Chia. Buona lettura...
Stefano Deliperi
Gruppo d'Intervento Giuridico



da La Nuova Sardegna, 6 dicembre 2005
Gli ambientalisti: scarichi tossici nello stagno di Chia?
Esposto alla Procura sulla moria di fenicotteri
CAGLIARI. Le associazioni ecologiste Amici della terra e Gruppo d'intervento giuridico hanno presentato un esposto alla procura della repubblica e alle amministrazioni pubbliche competenti, sulla moria di fenicotteri rosa nello stagno di Chia, avvenuta nell'ottobre scorso e ripetutasi pochi giorni fa. "Ancora analisi e referti non sono giunti e dai mezzi di informazione - sottolineano gli ambientalisti - appaiono preoccupanti carenze di collegamento fra chi dovrebbe portare a termine in tempi rapidi tali operazioni". Le due associazioni lanciano l'allarme: "Anche lo stagno di Chia, dopo quello di Capoterra, ha ricevuto materiali tossici ? Oppure vi sono stati scarichi inquinanti ? Altro che influenza aviaria dalla dinamica degli eventi, sembra proprio che si tratti di cause ben più umane".da L'Unione Sarda, 6 dicembre 2005Domus de Maria. Fenicotteri morti a Chia : esposto alla Procura.La magistratura si occuperà dei fenicotteri morti. Gli ambientalisti del Gruppo d'Intervento Giuridico e degli Amici della Terra hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica perché si faccia chiarezza sulla strage di volatili nello Stagno di Chia. <A poca distanza dalla zona umida in cui si è registrata la morìa – spiegano le associazioni ecologiste – e precisamente nello Stagno di Spartivento, altri fenicotteri continuano a sostare tranquilli. E allora, che cosa sta succedendo ? Anche nello Stagno di Chia, come in quello di Capoterra nei giorni scorsi, sono stati scaricati inquinanti ?>. Gli ambientalisti, insomma, chiedono chiarezza. E subito. Nell'esposto, inviato anche al Ministero dell'ambiente, alla Regione, all'Arpas, al Comune di Domus de Maria e alla Asl, anche la richiesta di documentazione e delle informazioni <a carattere ambientale> sulle condizioni di Su Stangioni de su Sali di Chia.

da siti web vari, 6 dicembre 2005
LA MAGISTRATURA SI OCCUPI DEI FENICOTTERI MORTI A CHIA !
Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d'Intervento Giuridico inviano quindi un'urgente esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari ed alle amministrazioni pubbliche competenti sulla morte tuttora dalle cause "misteriose" di numerosi esemplari di Fenicottero rosa nello Stagno di Chia, in Comune di Domus de Maria (CA), avvenuta nell'ottobre scorso e pochi giorni or sono. Ancora analisi e referti non sono giunti e, dai mezzi di informazione, appaiono preoccupanti carenze di collegamento fra chi dovrebbe portare a termine in tempi rapidi tali operazioni. A poca distanza, nello Stagno di Spartivento, altri Fenicotteri continuano a sostare tranquilli. Ma che cosa sta succedendo ? Anche lo Stagno di Chia, dopo quello di Capoterra nei giorni scorsi, ha ricevuto materiali tossici ? Oppure vi sono stati scarichi inquinanti ? Già nell'ottobre scorso venne segnalata la morte di altri quattro esemplari di Fenicottero. Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d'Intervento Giuridico auspicano quindi una rapida conclusione dei necessari accertamenti per l'individuazione di eventuali responsabilità. Altro che "influenza aviaria", qui, dalla dinamica degli eventi, sembra proprio che si tratti di cause ben più "umane"......