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Avete presente il dibattito in corso in tutta la Liguria sulle questioni urbanistiche, di tutela del territorio e del paesaggio, di cementificazione, dei sempre più numerosi comitati di cittadini che vogliono fermare le speculazioni o semplicemente impedire altri scempi? Progetti di nuovi quartieri residenziali, palazzine, parcheggi, ville, porticcioli turistici. Per ognuno c'è almeno un architetto. Il loro ruolo non è più soltanto tecnico. Sono chiamati a definire le linee guida delle città e qualcuno anche prevedere e anticipare i cambiamenti collettivi. E quelli più famosi vengono ingaggiati per garantire a progetti di edilizia residenziale totalmente privata la griffe che allontani le polemiche. Una foglia di fico insomma.
Ciònonostante gli architetti, in quanto Facoltà universitaria e Ordine professionale, latitano dal dibattito che pure coinvolge vari livelli della società ligure. L'altro giorno, sollecitata dall'intervistatore, la preside di architettura Benedetta Spadolini si è lasciata andare ad alcuni giudizi sintetici su vecchie brutture architettoniche cittadine e si è detta preoccupata sugli Erzelli poiché teme che si esageri con il cemento. Prima di lei lo hanno detto in tanti, la stessa sindaco e pure il primo progettista Renzo Piano.
A parte la sua campagna elettorale per l'elezione a rettore, Spadolini non si era quasi mai sentita su temi riguardanti la comunità.
Cosa pensa la preside della torre di Fuksas o del porto di Marinella, oppure del parcheggio dell'Acquasola o di quello di Ponte Caffaro, di un villaggio turistico alle Cinque Terre, degli interventi di illustri immobiliaristi nel levante genovese, dei puc e delle varianti? La facoltà o l'Ordine presieduto da Giorgio Parodi hanno mai dedicato un convegno al ruolo delle archistar, all'impatto dei porticcioli sul paesaggio costiero, all'effetto del trasferimento di volumi, o alla proliferazione di grattacieli in riviera? Ma agli studenti qualcuno spiegherà che là fuori il mondo e le sensibilità dei cittadini potrebbero essere per loro una sorpresa rispetto alle aule bunker di Sarzano?
Perché non chiedere alla professoressa Spadolini e al preside dell'Ordine Parodi di dirci cosa ne pensano?
Se volete potete scrivere alle mail segrpres@arch.unige.it e infogenova@archiworl.it
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