Tre milioni di euro. Tanti ne servirebbero per valorizzare la "tomba del gladiatore", il mausoleo di Marco Nonio Macrino in via Vitorchiano, sulla Flaminia, la scoperta archeologica più importante degli ultimi trent'anni. Tre milioni di euro che non si trovano. E allora la decisione è semplice: sarà reinterrato. Una decisione da far rizzare i capelli, chi non l'ha mai visto creda alla nostra testimonianza: è un sito semplicemente stupendo.
Reinterrarlo vorrebbe dire farlo morire per sempre, rinunciare ad un pezzo della nostra storia, cancellare dal futuro di Roma una stupenda impronta del suo passato. Un'ipotesi assurda contro la quale si ribella il cuore ancor prima della testa.
Una decisione dolorosa è stata invece definita da Mariarosaria Barbera della Soprintendenza ai beni archeologici di Roma che, interpellata da La Repubblica, ha dichiarato che "non si è in grado di spendere tre milioni di euro per un progetto di valorizzazione che preveda anche la protezione e la bonifica dei 13mila metri quadrati dell'area. E certo resta la sensazione che, fosse emerso nelle periferie di Berlino, Parigi o Washington, il mausoleo di Macrino avrebbe avuto altro destino".
Contro questa decisione si sta muovendo l'opinione pubblica internazionale e a scendere in campo è addirittura Russell Crowe, il divo di Hollywood che al cinema ha interpretato il ruolo de Il Gladiatore nel film di Ridley Scott che gli è valso un premio Oscar.
"Di tutte le grandi nazioni del mondo, l'Italia in particolare dovrebbe essere una guida nel promuovere l'importanza di esplorare e conservare il passato antico" dichiara Russel Crowe, interpellato da La Repubblica.
"I membri dell'amministrazione comunale di Roma dovrebbero sempre incoraggiare i cittadini italiani ad essere fieri dei successi e della gloriosa storia del loro Paese" insiste Crowe, sottolineando poi che " è dai dettagli delle esplorazioni archeologiche che vediamo e capiamo quello che ci lega alla nostra storia, quello che la nostra storia ci può insegnare e cosa può essere il nostro futuro con quella conoscenza".
Intanto l'American Institut for Roman Culture, formata da una rete internazionale di studiosi e ricercatori, lancia una petizione on line per salvare "The Gladiator's tomb" ed evitare che tanta bellezza torni sotto la terra e il fango dove è stata per 18 secoli prima di riemergere in tutto il suo splendore.
"Il sito è enorme, 13mila metri quadrati di superficie, quasi tre campi di football americano - si legge sul sito romanculture.org - e la recente decisione della Soprintendenza Archeologica di riseppellirlo per conservarlo è lodevole, ma per la sua importanza storica merita invece ulteriori attenzioni e scavi in modo da renderlo accessibile al pubblico. Please sign and share iPetition now."
A onor del vero, come riferisce ancora La Repubblica, una proposta di collaborazione è stata avanzata dal Gruppo Bonifaci, proprietario dell'area sulla quale esiste un progetto di realizzazione di tre, poi diventate due, palazzine residenziali.
"Siamo disponibili a sostenere economicamente un'operazione di valorizzazione dell'area collaborando con la Soprintendenza ad un progetto di qualità condiviso, in cui il patrimonio archeologico possa convivere in modo intelligente con i nostri interventi residenziali" hanno affermato al quotidiano romano dal Gruppo Bonifaci, che ovviamente non farebbe nulla per nulla.
Sull'area infatti pende la "minaccia" di edificazione di circa 20mila metri cubi di cemento. Il Gruppo Bonifaci ha avuto, ancor prima dell'eccezionale ritrovamento, un iniziale parere favorevole dalla Soprintendenza per costruire due palazzine sulla collinetta a sud-est dello scavo. Poi, a mausoleo portato alla luce tutto si è fermato. Ma quel parere favorevole resta ancora valido.
Resta però il fatto che il mausoleo è malato, che un intervento di tutela, escluso beninteso il reinterramento, diventa sempre più necessario perché più resta abbandonato più si deteriora veramente.
Già il nostro servizio fotografico di diciotto mesi fa (clicca qui) ne aveva documentato lo stato di deterioramento e con l'andare del tempo e delle intemperie le strutture architettoniche sono state colpite da fenomeni di sfaldamento, fessurazione e da deterioramenti batterici che ne compromettono l'integrità.
Ma è un malato guaribile e salvabile questo Mausoleo e come tutti i malati l'ultima cosa a cui si possa pensare è di seppellirlo. Una testimonianza così preziosa, una vera perla dell'intero territorio di Roma Nord, non può tornare sotto terra. E' un sito che andrebbe aperto alle scuole, al turismo, ai romani, andrebbe illuminato notte e giorno, andrebbe dipinto e studiato, marmo dopo marmo.
E pensare che invece a pochi metri da questa area, la cui vista al primo colpo d'occhio già sbalordisce, grazie al voto di undici consiglieri della maggioranza del XX Municipio sarà costruito un un mega centro direzionale che sorgerà al km 8,5 di via Flaminia: fra piani interrati e piani esterni parliamo di quasi 14mila metri quadri che oscureranno totalmente il Mausoleo.
Ancora cemento, sempre cemento sulla storia, mentre per risvegliare la coscienza di noi romani doveva intervenire un divo di Hollywood.
Chissà se oltre ad evitare che il Gladiatore venga seppellito riuscirà anche ad evitare che gli aprano accanto un supermercato?
Edoardo Cafasso
FOTO: http://www.vignaclarablog.it/2011032514085/flaminia-un-foro-romano-nel-territorio-del-xx-municipio/