(foto novembre 2010)
Presentazione dell'iniziativa: PAESAGGIOSOS.
Nel corso degli anni alla redazione di PatrimonioSos sono arrivate numerose immagini che documentano danni al patrimonio e al paesaggio perpetrati in tutto il territorio nazionale e che per ragioni tecniche non è stato possibile inserire nel sito.
Ora grazie a questo strumento intendiamo mettere progressivamente online il nostro archivio fotografico e soprattutto integrarlo con nuove foto.
INVIATECI LE VOSTRE FOTO all'indirizzo:
lamonica1.paesaggiosos@blogger.com
LE ISTRUZIONI PER L'INVIO NEL MENU DI SINISTRA DEL BLOG.
venerdì 31 dicembre 2010
Scempio nell'antica Stabaie
(foto novembre 2010)
INSEDIAMENTI RURALI NEL TERRITORIO A NORD DI BARI
Maurizio Triggiani (Bari 1968) ha conseguito presso l’Università degli Studi di Bari il dottorato di ricerca in "Storia dell’arte comparata dei paesi del Mediterraneo fra medioevo ed età moderna" e la specializzazione in Storia dell’Arte Medievale presso l’Università degli Studi di Firenze. In entrambe le occasioni i suoi lavori hanno riguardato particolari aspetti del patrimonio rurale: il complesso di Sovereto presso Terlizzi e quello di Balsignano presso Modugno.
SICILIA - AGRIGENTO - tempio della Concordia tricolore
Tempio della Concordia tricolore
- LA SICILIA Venerdì 31 Dicembre 2010, Prima Agrigento, pagina 49
Il Tempio della Concordia fino al 9 gennaio «indosserà» il vestito tricolore. Grazie ad una lodevole iniziativa dell'Ente Parco, nel contesto dei festeggiamenti relativi ai 150 anni dell'unità d'Italia, sono stati posizionati diversi faretti ai piedi delle colonne doriche, che illuminano artisticamente uno dei simboli tra i più importanti della storia italiana. Uno spettacolo notturno, che rende ancora più suggestiva la zona archeologica, rispetto a quello che normalmente si presenta agli occhi, sia degli agrigentini, che ai turisti.
31/12/2010 LA SICILIA
sabato 18 dicembre 2010
Il megaparco degli orrori di Barcellona Pozzo di Gotto
Il megaparco degli orrori di Barcellona Pozzo di Gotto di Antonio Mazzeo Annullamento del provvedimento del Consiglio comunale di Barcellona Pozzo di Gotto che ha approvato il Piano particolareggiato per realizzare un mega Parco commerciale di 18,4 ettari per violazione delle norme vigenti in materia urbanistica; invio immediato di una commissione prefettizia che indaghi sull'esistenza di possibili pressioni mafiose nell'adozione del piano e conseguente avvio della procedura di scioglimento del Comune per infiltrazioni criminali. È quanto chiedono le associazioni che compongono il Presidio "Rita Atria" Libera Milazzo-Barcellona a conclusione del convegno organizzato nella città del Longano per analizzare le numerose anomalie che hanno condizionato l'iter di un progetto dai devastanti effetti sul territorio e l'economia locale. Un piano d'insediamento di complessi commerciali e alberghieri su cui è stata aperta un'inchiesta della Procura della Repubblica, attenzionato pure dal sen. Peppe Lumia (membro Pd della Commissione parlamentare antimafia) che, meno di un anno fa, ha presentato una documentata interrogazione al Presidente del consiglio e al ministro degli Interni rilevandone le inquietanti zone d'ombra. Interessata e committente della redazione del piano è la Dibeca Sas , società proprietaria di 5,97 ettari di terreni di contrada Siena dove dovrebbe sorgere il Parco commerciale. Essa è stata fondata nel novembre 1982 da un noto pregiudicato locale, l'avvocato Rosario Pio Cattafi, che secondo quanto riportato nella relazione di minoranza della Commissione antimafia della XIV legislatura, primo firmatario il parlamentare Lumia, «solo nel luglio 2005 ha finito di scontare la misura di prevenzione antimafia della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, irrogatagli nel massimo (cinque anni), per la sua pericolosità, comprovata, secondo quanto si legge nel decreto emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina il 2 agosto del 2000, dai suoi costanti contatti, protrattisi per decenni e particolarmente intensi proprio nella stagione delle stragi, con personaggi del calibro di Benedetto Santapaola, Pietro Rampulla, Angelo Epaminonda e Giuseppe Gullotti». Dopo alcuni passaggi societari, la Dibeca è oggi nella disponibilità della madre, della sorella e del figlio di Rosario Pio Cattafi. « La Dibeca , con il totale assenso degli organi comunali, si è appropriata di un settore di attività che vuole essere espressione del potere di supremazia», affermano i rappresentanti del Presidio "Rita Atria". «La società, nel predisporre e redigere il piano del Parco commerciale per di più in variante al Piano Regolatore Generale, non ha inteso soltanto condizionare l'attività del Comune, ma si erge a forza egemonica, a "dominus" estraneo all'ente locale che fa sentire il suo peso su tutti gli organi istituzionali e burocratici del Comune. Ciò rappresenta la negazione dell'esistenza stessa dello Stato di diritto». A ipotizzare il condizionamento della Pubblica Amministrazione, «sull'onda di pressioni esterne estranee all'interesse generale», una serie di «atti, comportamenti ed elementi sintomatici» che, secondo i promotori dell'iniziativa No Parco, s'inseriscono «all'interno di un pesante quadro politico rappresentato dall'approvazione del nuovo PRG di Barcellona, caratterizzata da gravi sospetti d'illegittimità». Sul PRG, approvato solo l'8 febbraio 2007 dopo un'istruttoria decennale, sono piovuti ben 1.296 tra osservazioni e ricorsi, tutti relativi ad autorizzazioni edilizie e lottizzazioni anche su aree destinate ad attrezzature pubbliche, «a riprova di un territorio, quello barcellonese, nel più totale caos urbanistico ed ambientale, dove chiunque ha costruito dove, quando e come ha voluto». Il Presidio pone attenzione innanzitutto sulla strana «equivalenza» delle date nell'adozione di atti da parte del soggetto privato e di quello pubblico. Nella stessa giornata in cui il Comune di Barcellona trasmetteva all'Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente gli elaborati relativi al nuovo PRG, il 15 marzo 2005, la GDM SPA di Campo Calabro (Rc), una dei colossi meridionali della grande distribuzione, proprietaria del vicino Centro commerciale di Milazzo, sottoscriveva con la Dibeca una scrittura privata che prevedeva la «cessione dei terreni di proprietà di quest'ultima in comodato d'uso in attesa dell'atto di compravendita». Al momento dell'atto, però, la Dibeca non era ancora formalmente proprietaria dei terreni. Il 14 giugno 2006, ben prima dell'approvazione del nuovo strumento urbanistico, la GDM dava incarico per la redazione del Piano particolareggiato all'architetto barcellonese Mario Nastasi «entro un termine di tre mesi per il progetto di massima». Dodici mesi dopo, il 26 giugno 2007, la GDM richiedeva l'approvazione del Piano del Parco commerciale, ma l'Ufficio Tecnico Comunale si opponeva all'esame dato che «i progettisti del PRG non hanno ancora consegnato per la pubblicazione all'Albo Pretorio le modifiche discendenti dai ricorsi presentati da terzi ed accolti». Il progettista Mario Nastasi replicava immediatamente all'UTC con una nota singolare: «Le considerazioni dimostrano che è inutile attendere le modifiche agli elaborati del PRG che non ci saranno mai, ma occorre invece approvare il P.P. per risolvere positivamente le richieste avanzate con le osservazioni». La previsione del professionista si rivelerà del tutto azzeccata. «Come indicato dalle autorità regionali, era necessaria una vera e propria rielaborazione del PRG e un riesame delle porzioni di territorio compromesse», spiega Santa Mondello del Presidio "Rita Atria". «Oggi, a quasi quattro anni di distanza, va invece segnalato il mancato adempimento degli obblighi di modifica, correzione deposito e pubblicazione del PRG di Barcellona». L'iter del progetto poteva così proseguire superando le sospensioni e i "congelamenti" burocratici. Ma bisognava attendere il 28 maggio 2008 per il colpo di scena: il presidente della GDM, Piergiorgio Sacco, comunicava al Nastasi il ritiro dal progetto, causa le «lungaggini» nella sua predisposizione. «Stante pertanto l'impossibilità di dare corso alla suddetta operazione immobiliare – si legge nella nota - ci vediamo costretti a ritirare il progetto, che peraltro, ad oggi non ha neppure ottenuto parere favorevole da parte della Commissione Edilizia (ed anzi, il medesimo progetto ha pure subito una valutazione preliminare del tutto negativa, secondo quanto indicato nella comunicazione del Comune di Barcellona in data 2 agosto 2007». L'inatteso ritiro della GDM non segnava però il tramonto del megaprogetto. Il 29 maggio, il giorno dopo cioè della lettera inviata dalla società calabrese, la Commissione Edilizia si riuniva per esaminare il Piano e con verbale del successivo 3 giugno esprimeva parere positivo per la sua approvazione. Il 5 gennaio 2009 usciva allo scoperto la Dibeca della famiglia Cattafi presentando richiesta di voltura della pratica per il Piano di contrada Siena. Poi, nella stessa giornata del 21 luglio 2009, l'architetto Mario Nastasi autorizzava il proprio fratello e socio di studio Santino Nastasi all'utilizzo degli elaborati a sua firma, mentre la Dibeca dichiarava formalmente di volere subentrare nel progetto originariamente presentato dalla GDM. Ciò nonostante quest'ultima società non avesse mai fatto pervenire all'ente locale la sua rinuncia con richiesta di ritiro degli elaborati. Una questione non certo secondaria che deve aver creato qualche dubbio di legittimità perfino ai membri della Commissione Edilizia che, nella seduta del 14 luglio 2009, richiedevano espressamente «la prova della rinuncia dell'istanza da parte della GDM SPA e del suo contestuale consenso al trasferimento di quella alla Dibeca». Il successivo 21 luglio l'organo comunale opponeva però un repentino dietrofront: preso atto della dichiarazione della ditta committente e dei progettisti, tutte rese in pari data, confermativa dell'istanza, autorizzava «l'utilizzo degli elaborati già agli atti con facoltà di modifica e di integrazione». «Una presa d'atto, quella del Comune», sottolinea Santa Mondello, «che è ben altro della prova della rinuncia della GDM e dell'autorizzazione all'ingresso della Dibeca e del conseguente utilizzo degli elaborati che non ricadono certamente nelle facoltà di disposizione del progettista, perché egli è e rimane solo un prestatore d'opera della committente GDM che ne è proprietaria». Le incongruenze però non venivano rilevate e due giorni dopo, il 23 luglio 2009, l'Unità Tecnica dava parere favorevole all'approvazione del Piano particolareggiato. Approdato in Consiglio comunale, esso veniva approvato in via definitiva il successivo 16 novembre con il voto favorevole di 22 consiglieri di maggioranza e opposizione e un'astensione. Per i rappresentanti del Presidio "Rita Atria", la predisposizione del Piano da parte della Dibeca, società privata, in sostituzione dell'ente locale, è un provvedimento del tutto illegittimo. «In materia urbanistica il Comune è sempre in posizione di supremazia, con la conseguenza che eventuali atti di disposizione del potere in tale materia sarebbero nulli», spiega ancora Mondello. «La funzione di pianificazione urbanistica non solo è un'attività che conserva il carattere autoritativo, ma è anche sostanzialmente a carattere normativo. Nel nostro caso è invece la Dibeca a dettare le norme tecniche di attuazione e del regolamento edilizio. Non è pensabile che detta potestà sia trasferibile ad un privato, vieppiù non proprietario dell'intero comparto, interessato alla realizzazione di uno dei progetti norma in esso contenuti. Si è surrogato indebitamente all'ente locale esercitando una potestà amministrativa non delegabile né attribuibile ed assumendo nel contempo il ruolo di regolante e regolato per sé stesso e per gli altri consociati, direttamente o indirettamente interessati o addirittura contrari alla realizzazione di un Parco commerciale». Secondo il Presidio "Rita Atria" l'adozione del Piano è pure intervenuta in variante alle prescrizioni del PRG di Barcellona. «Il progetto è un'opera imponente se lo si guarda in termini di entità della superficie coinvolta e del volume edilizio realizzabile. Che si proponga una vera e propria variante al PRG che controverte le determinazioni assessoriali è confermato dai dati rinvenibili nella Relazione al Piano del giugno 2007». Il dimensionamento del progetto è prospettato infatti in una viabilità totale di mq. 40.767 contro i 5.052 esistenti e di un insieme di zone edificabili per mq. 184.079, per un totale dunque di mq. 224.846, 24.000 in più di quanto veniva dimensionato nel decreto approvativo dello strumento urbanistico (mq. 200.850). La sub-zona B, infine, destinata ad area residenziale, è ampliata da mq 3.407 a 15.100 e si indica in mc. 37.750 il volume massimo realizzabile, mentre i fabbricati esistenti hanno un volume di mc. 23.165. «Occorre chiarire che il privato non ha alcuna facoltà di chiedere l'approvazione di un progetto in variante ma può formulare soltanto sollecitazioni e/o proposte, fermo restando che la valutazione circa la necessità concreta di apportare ed adottare modificazioni allo strumento urbanistico è di competenza dell'organo consiliare», aggiunge Santa Mondello. Come se ciò non bastasse una porzione delle aree che la Dibeca dice di sua proprietà, appare al di fuori dal perimetro che la mappa catastale segna per la realizzazione del Parco commerciale, intervenendo invece nell'area normata dal Piano Regolatore ASI, che né l'ente locale né il privato ha facoltà di modificare, essendo questo un atto sovra comunale che viene automaticamente calato nel PRG. Per il Presidio, la destinazione di suddetta porzione in zona ASI è da ritenersi «a sistema residenziale, con nuove edificazioni che nulla c'entrano con le osservazioni proposte in sede di adozione dello strumento urbanistico generale». «Quelli esaminati – commenta amaramente Mondello - sono senz'altro aspetti che non potevano sfuggire alla lettura degli organi comunali, i quali evidentemente hanno ritenuto non conveniente, non soltanto non adempiere a quelle formalità comunque correlate ad una pianificazione urbanistica, relative al deposito del piano ed alla pubblicità ma ancor più non partecipare la variante all'Assessorato Regionale, che ne avrebbe potuto rilevare immediatamente l'incoerenza con le determinazioni assunte in sede di approvazione del PRG». L'ultimo aspetto rilevato dalle associazioni anti-mafia attiene alla valutazione dei terreni compresi nel Piano particolareggiato, stimati nel luglio 2007 (quando al progetto era interessata la GDM ) in 28 euro al mq. e di contro stimati dalla Dibeca, 19 mesi dopo, in 85 euro al mq., sulla base di una sentenza della Corte Costituzionale del 2007 che dichiarava incostituzionale la norma per la quale le aree edificabili venivano stimate con il criterio del cosiddetto "valore dimezzato". «È incontrovertibile – commenta il Presidio - che la prima perizia dava ai terreni di contrada Siena un valore di mercato, che è valore venale, e non di esproprio e comunque tre volte meno di quanto poi stimato dall'elaborato del febbraio 2009 e ciò ancorché le condizioni ed il pregio urbanistico dei beni si fondava su presupposti di valutazione assolutamente identici, vale a dire la destinazione commerciale di cui al PRG, non essendo ancora stato approvato il Piano particolareggiato». Le associazioni sottolineano inoltre che la valutazione riguarda tutti i terreni interessati, «compresi sia quelli che interesserebbero strutture private che quegli altri che presumibilmente interesserebbero la viabilità principale del Piano e che non potranno che essere di proprietà pubblica comunale». Conti alla mano, nel giugno 2007 gli espropri erano stimati in 335.897 euro (relazione a firma dell'architetto Mario Nastasi); nel febbraio 2009 giungevano al valore di 1.713.893 euro (relazione a firma dell'architetto Santino Nastasi). Passa proprio dalla crescita rapida ed esponenziale del valore dei terreni di contrada Siena il vero e proprio affaire del progetto Parco commerciale. «L'approvazione del Piano particolareggiato ha innescato un meccanismo di supervalutazione dei terreni di quasi il 300% del valore venale originariamente indicato, con tutto quanto ne consegue in termini di distorsione delle regole che presiedono ad una compravendita libera e legittima e ciò sia che si realizzi o meno il Parco commerciale», dichiarano i rappresentanti del Presidio. Ciò spiega l'ampio consenso generato dal Piano tra i numerosi proprietari degli aranceti e dei vigneti vincolati ad espropriazione, fatta eccezione per un solo soggetto oppostosi davanti al Tar di Catania. Il mancato aggiornamento catastale impedisce di conoscere la reale identità dei fortunati beneficiari del più grande affare della storia di Barcellona Pozzo di Gotto. Le date di nascita di buona parte dei proprietari riportati nelle visure risalgono agli anni '20, '30 e '40 del secolo scorso e presumibilmente i terreni sono andati in eredità a figli e nipoti e forse pure già alienati. Nell'elenco spicca però, in qualità di proprietario al 50% di un vigneto di 6.170 mq, la presenza del noto imprenditore Tindaro Calabrese, uno dei maggiori costruttori dell'intera provincia di Messina. La stima dell'esproprio è di 34.138 euro. Tre anni fa era di appena 6.892 euro. Nulla di comparabile con quanto capitalizzato dal "dominus" dell'intera vicenda del Parco degli orrori, la Dibeca Sas della famiglia di Rosario Pio Cattafi. La società acquistò i terreni di contrada Siena il 7 aprile 2005 dall'Opera San Giovanni Bosco dei Salesiani che, a sua volta, li aveva ricevuti in donazione testamentaria da uno stretto congiunto dei Cattafi. Costo totale 619.800 euro (394.800 per i terreni agricoli e 225.000 euro per i fabbricati ivi ospitati), con pagamenti avvenuti in data anteriore alla stipula del contratto di compravendita. Considerata l'estensione (5,97 ettari), i terreni sono costati 10,38 euro a mq. Con la stima di 85 euro a mq, essi valgono sul mercato odierno 5.074.500 euro, l'800% circa in più di quanto sono stati pagati. Parco o non parco per la dynasty barcellonese è tutto oro colato. |
giovedì 9 dicembre 2010
GARFAGNANA – MINUCCIANO - LE PALE SUL PAESAGGIO
mercoledì 8 dicembre 2010
Progetto impianto eolico a Minucciano (Garfagnana)
Italia Nostra Sezione di Lucca
C.P. 158 - 55100 Lucca
tel/fax - 0583.48461
E.mail - lucca@italianostra.org
Sito web - www.italianostralucca.org
LIGURIA - Piano casa o piano burla??
Liguria: Piano Casa o Piano Burla?
lunedì 29 novembre 2010
Alpi Apuane: un disastro ambientale sconosciuto
venerdì 26 novembre 2010
Priverno (LT) - ulteriore disastro all'area archeologica
sabato 20 novembre 2010
Eolico: Molise a rischio
Eolico: Molise a rischio, in arrivo 5 mila pale eoliche. In Abruzzo invece… |
MOLISE. Italia Nostra «violate le norme di tutela del paesaggio e della Costituzione, grave precedente per tutta l’Italia». |
ABRUZZO - lista dei beni danneggiati
Micigliano: svincolo sopra l'abbazia dei SS. Quirico e Giulitta Micigliano (Rieti)
Leggi l'articolo "L'ottovolante" sull'Abbazia di Carla De Angelis pubblicato sul Bollettino n. 453:
L'ottovolante sull'Abbazia_n.453
martedì 9 novembre 2010
Parco archeologico Privernum
lunedì 8 novembre 2010
HIRPUSMEPHITIS : Napoli, Recinto Uomini illustri appello contro il degrado e ...
Con preghiera di pubblicazione. Grazie cordiali saluti giovanni orsogna
Blog: HIRPUSMEPHITIS
Post: Napoli, Recinto Uomini illustri appello contro il degrado e abbandono
Link: http://hirpusmephitis.blogspot.com/2010/11/napoli-recinto-uomini-illustri-appello_05.html
sabato 6 novembre 2010
AVELLINO - Parco urbano di cemento
Si gioca con le parole: i parchi urbani sono sempre più spesso l'ennesima colata di cemento. Questo è solo uno dei tanti esempi.
http://www.irpiniaoggi.it/images/stories/archivio_foto/Attualita/Lavori_p.zzakennedy.jpg
Sos Garda
Edificazione di blocchi di abitazioni sulle rive del Lago di Garda
Si segnala il relativo blog, con molte immagini:
Sos Garda
Altre immagini a questo link:
https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZN6yyxUOLQHoPw0PZK2uYgn96-SylyAyVNCCLDekNmwY3zHyAWwaJ3IfyYzCnvp2nsMhX5Ea1WHU_-cCb-L7tZUiaKTMGuF6csiHj4gRy9dKlT0SblhAGbeIjx9ihP1osMwnC9EDabgo/s400/081010+008+mini.jpg
CREMONA - condominio e mura antiche
Vergognoso scempio di Porta Mosa. Un condominio a ridosso delle antiche mura
Altre foto al link sottostanteCampania - Torre del Greco
Emblema di tutte le devastazioni e gli scempi d'Italia, della potenza della criminalità organizzata e della debolezza dei poteri pubblici.
Povera Italia!!
http://www.corriere.it/speciali/2003/cronache/bruttaitalia/aggiornamenti/apre-torredelgreco.jpg
Altre foto a questo link, dalla galleria del Corriere della Sera:
http://www.corriere.it/speciali/2003/cronache/bruttaitalia/aggiornamenti/torredelgreco.shtml
Sardegna - Altro villaggio turistico
SICILIA - MESSINA - Gioiosa Marea - villaggio turistico e villette
E il rischio idro-geologico?
Bolzano - le montagne viste dal cemento
Lago di Como
Una foto di una costruzione incongrua e orribile, sulle sponde del Lago di Como
dal sito http://www.mondolariano.it/blevio/alcatraz.jpg
Sul medesimo sito si trovano altre segnalazioni e denunce di altri scempi paesaggistici perpetrati nella medesima zona
LOMBARDIA - MILANO
LIGURIA - Ponente Varazzino
Foto di repertorio
Un ulivo cerca di resistere
CALABRIA - ecomostro sulla costa
domenica 24 ottobre 2010
Assemblea pubblica sul futuro di Baratti
giovedì 14 ottobre 2010
TOSCANA - Proposte per Baratti
Un'idea diversa di sviluppo economico per Baratti
La polemica si è impostata su "cementificazione o non cementificazione", argomento su cui tutti, al di là delle ideologie, si possono fare un'idea chiara leggendo il documento.
Ma anche i più attaccati all'identità del luogo, come ci è tramandato da secoli di storia e di lavoro umano, si pongono giustamente il problema dello sviluppo economico, posti di lavoro ecc.
E' su questo tema importante che vogliamo fare una riflessione, con la premessa che ci sembra superato il tempo in cui si fa economia distruggendo il territorio per un turismo fasullo in cui il guadagno è tanto per gli imprenditori ma poco e di breve durata per gli operai che lavorano nelle trasformazioni.Il risultato è sempre deprimente sia dal punto di vista della salvaguardia dei beni, più o meno importanti, che ci vengono dal passato che dal rientro economico (turismo di classe) per la comunità.Detto questo che è sotto gli occhi di tutti, Baratti, perseguendo una idea diversa di turismo, potrebbe essere "sfruttato" tutto l'anno senza stravolgerne e, nel migliore dei casi, "rileccarne" l'aspetto. Partiamo dal punto più importante: In quello che viene chiamato il Piano Particolareggiato del parco archeologico di Baratti e Populonia c'è tutto meno quello che dovrebbe essere il cuore del progetto, ossia lo sviluppo della ricerca e della maggiore valorizzazione del parco archeologico.Un parco che, come dimostrano anche i recenti ritrovamenti in mare e in terra, si estende ben oltre le attuali aree archeologiche, e che potrebbe crescere ulteriormente sia nella città antica di Populonia, sia in mare, aprendo il fronte dell'archeologia subacquea che a Baratti rappresenta la continuazione a mare del parco a terra. Insomma Baratti e Populonia sono enormi giacimenti archeologici solo in minima parte studiati e valorizzati.
Da qui doveva partire il Piano in rapporto alle conoscenze archeologiche che, grazie al lavoro di tante università, permettono oggi di immaginare altri importanti sviluppi del progetto del parco che con i suoi 60.000 visitatori rappresenta la vera ricchezza di tutta la zona.Per non parlare dell'archeologia industriale, finora non considerata ma che si aggiunge al tema principale dell'archeologia classica come dimostrano recenti studi che affrontano tutto il periodo novecentesco della storia del golfo e del riutilizzo delle scorie ferrose (C. Pistolesi "La miniera di Baratti. Lo sfruttamento delle scorie etrusche dal 1915 al 1969", Pisa, Felici, 2006). Ignorando questa realtà, a cui non si fa cenno alcuno, il Piano particolareggiato del Parco Archeologico diventa il piano delle funzioni turistiche e commerciali di Baratti e Populonia, dimostrando anche che non si sono tenute in nessun conto (forse neanche interpellate verrebbe da dire), competenze fondamentali, come la Società Parchi, La Soprintendenza Archeologica, le varie Università coinvolte nelle ricerche sul campo. Ancora :come dimostra l'esperienza di altri paesi, meno ricchi di tesori, ma più attenti (o furbi?) del nostro e in grado di valorizzare anche i sassi, queste peculiarità eccellenti potrebbero essere sfruttate in termini economici anche in altri modi. Se si tiene conto che l'Italia è il paese europeo con la maggiore biodiversità e il maggiore patrimonio artistico e archeologico, e che Populonia e Baratti sono ricche di natura e patrimonio archeologico, si potrebbero ottenere occasioni importanti per l'economia della zona, attirando per tutto l'anno visitatori con scuole A PAGAMENTO di archeologia, scavo, restauro (pensiamo soprattutto agli studenti stranieri), associazioni sportive e naturalistiche (surf, bicicletta, cavallo, trekking, cibi, vini e cucina legati al territorio).
Quale luogo migliore del CASONE per diventare il centro di tutto questo conservando l'orto e le galline? Il problema di questo piano quindi non è solo quello che c'è, ma soprattutto quello che non c'è, ossia il mix di archeologia e paesaggio che fanno di Baratti e Populonia luoghi unici di un fascino che è compreso da tanti, come dimostrano le adesioni e i tantissimi commenti al gruppo "Giù le mani da Baratti" di piombinesi, toscani, italiani, cittadini del mondo.
Comitato per Campiglia
13 ottobre 2010
http://www.comitatopercampiglia.it
info@comitatopercampiglia.it
TOSCANA - Baratti: si può ancora sperare!
2. Invece di una albergo di lusso, perché non fare del Casone un centro per l'archeologia per attirare visitatori tutto l'anno? È la proposta concreta del Comitato per Campiglia ripresa alla grande dalla stampa locale.
3. Stasera, su RTV38, al TG delle ore 19.30, andrà in onda un servizio su Baratti.
4. Controradio prosegue nel approfondimento del caso Baratti. Non perdere la terza trasmissione lunedì prossimo, 18 ottobre alle ore 8.45. Una quarta puntata è annunciata per il 25!
5. Si svolge con successo la raccolta firme del comitato Giù le mani da Baratti. Sia in cartaceo, sia online. Tutte le istruzioni per l'uso si trovano sulla homepage del nostro sito.
6. Anche il gruppo su Facebook sta crescendo. Gli iscritti sono già più di 2.500!
Però, non mollare. Abbiamo bisogno di te, di voi tutti. Firmate e fate girare la petizione, dite la vostra su facebook, e seguite sul nostro sito le informazioni aggiornate in tempo reale.
Grazie e cordiali saluti
Comitato per Campigliahttp://www.comitatopercampiglia.it
info@comitatopercampiglia.it
martedì 12 ottobre 2010
Raccolta firme per la tutela di Baratti
Se volete aiutarci a difendere il golfo di Baratti, per favore mettete questo link sul vostro sito:
http://www.petizionionline.it/petizione/raccolta-firme-per-la-tutela-di-baratti/2273
magari con questo testo di spiegazione:
"Sostieni l'attività del comitato GIÙ LE MANI DA BARATTI per la tutela del golfo e la salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale che rende unico questo luogo; per contrastare ogni ipotesi di trasformazione non consona al contesto storico e paesaggistico; per un turismo sostenibile, accessibile a tutti e senza privilegi per nessuno; per difendere l'uso pubblico della spiaggia e del litorale; per valorizzare le tradizioni archeologiche, storiche e produttive del sito."
Grazie in anticipo e cordiali saluti
Comitato Giù le mani da Baratti (facebook: http://www.facebook.com/group.php?gid=98986568482)
giovedì 30 settembre 2010
Convegno internazionale "Villaggio Morelli: identità paesaggistica e patrimonio monumentale, 15-16 ottobre 2010
Vi invio i materiali informativi sul prossimo evento riguardante il
"Morelli", con preghiera di diffusione e un invito a partecipare.Saluti cordiali,Luisa Bonesiohttp://geofilosofia.wordpress.com
www.geofilosofia.it
http://terraceleste.wordpress.com
sabato 11 settembre 2010
Baratti
Credo comunque possa interessarvi. Noi siamo interessati alla conservazione paesaggistica del luogo perchè crediamo fermamente che l'integrità del luogo sia la vera moneta che il nostro territorio ha da spendere.
Grazie per la vostra attenzione.
Quinti Daniele.
Baratti
Abbiamo letto con interesse i giornali di questi giorni e le parole scritte dell'assessore Francardi sulle possibili concessioni sull'arenile di Baratti ci hanno parzialmente rassicurato.
Sappiamo che all'Amministrazione non piace discutere questo tema ma non si crede che la parziale o totale chiusura al traffico di Baratti non possa essere vista come un favore o un accomodamento nei confronti del resort di poggio all'agnello? Il problema del traffico è semplicemente risolvibile inserendo una rotatoria sullo svincolo di Baratti.
Crediamo anche che il vero problema "traffico" sia la sicurezza dei Pedoni che percorrono il tratto di asfalto lungo l'unica via di accesso, messa in sicurezza ottenibile creando un semplice marciapiede o ciclabile.
Vorremo comunque invitare l'Assessore, l'Amministrazione e tutti i Consiglieri a riflettere sul vero valore del nostro paesaggio, un valore immenso che in tutti questi anni ci ha distinto tra altre realtà, patrimonio che avevano chiaramente compreso le precedenti amministrazioni preservandolo dagli assalti di poteri economici importanti e lasciandocelo in eredità.
Del Piano particolareggiato non ci piacciono molte cose come la chiusura di buona parte della pineta, che interromperà anche la passeggiata di villini al porto e che ci ricorda il vecchio club med "la pineta è di tutti" il C.V. non ha bisogno di tutta quella parte di pineta. Non ci piace la trasformazione del Podere Casone in un albergo vorremmo si capisse che è parte integrante del paesaggio con i prati che finiscono al mare ecc. se lo recintiamo lo illuminiamo devastiamo il cuore di Baratti poi come scrive sulla sua pagina web www.comitatopercampiglia.it siamo sicuri che un imprenditore possa reggere il mercato con le limitazioni e vincoli messi dal piano? una volta dentro non si fermerà di certo... mi ricordo le prime concessioni sulla spiaggia... l'importante è entrare poi...
Non ci piacciono molte altre cose come la semplicità con cui in questo caso si concedono cambi di destinazione d'uso... semplicità che non avviene certo con il resto dei residenti e concittadini.
Giù le mani da Baratti
sabato 4 settembre 2010
I progetti per il futuro di Baratti passati al setaccio dal Comitato per Campiglia
"Gli Amministratori e gli architetti più bravi sono quelli che capiscono che certi luoghi magici non hanno bisogno di progetti ma di modesti piccoli gesti come tenere pulito, piantare alberi e fiori, togliere le incongruenze, e che capiscono che ci sono sistemi più semplici per regolare il traffico tre mesi l'anno senza bisogno di costruire, costruire, costruire in un delirio di horror vacui in cui tutto deve essere definito, preordinato e in fin dei conti, ingessato."
Così si conclude l'analisi del Comitato per Campiglia riguardo ai progetti per il futuro del golfo di Baratti.
Una analisi che vi invitiamo a leggere sul nostro sito.
Cordiali saluti.
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LIGURIA - Cassinelli e le villette "diaboliche"
Cassinelli: il villettaro “diabolico”, MARCO PREVE
Vi propongo l’articolo che ho scritto oggi per l’edizione cartacea. Un’altra collina di ulivi che se ne va, un altro sindaco che dice che non ci può far niente.
l´ultima sfida dell´onorevole berlusconiano
Santa Margherita: i dubbi del soprintendente sul business di Cassinelli
L´operazione riguarda un´area di 18.500 metri quadrati popolata di ulivi
SANTA MARGHERITA – Per qualche milione di euro sotto forma di ville vista mare – ognuna con piscina, ca va sans dire – si può anche sfidare il diavolo. Ma il maligno può indossare mille maschere: un geologo della Provincia, un tecnico del Comune, un funzionario della soprintendenza.
Insomma, rischia di dover penare ancora molto l´avvocato Roberto Cassinelli, deputato del Pdl (fedele a Berlusconi), per poter spianare la sua fetta di collina in località Fonte del Diavolo a Santa Margherita, eliminare gli ulivi e costruirci cinque ville extra lusso. Anzi, a dire il vero il numero potrebbe essere drasticamente ridotto a tre unità, visto che in queste settimane la soprintendenza sta rivedendo il progetto firmato dall´architetto genovese Stefano Ferrera. I dubbi manifestati anche all´amministrazione comunale riguarderebbero sia i volumi, che l´impatto paesaggistico e la sorte dell´uliveto.
Il progetto ha iniziato il suo iter nel 1998 ed è stato approvato – tra mille polemiche – dal consiglio comunale nel giugno del 2008 quando era sindaco Claudio Marsano. Nel 2010 si entra però nel vivo. Durante la Conferenza dei Servizi in sede referente ecco la prima manifestazione del “maligno”. Nel progetto, una delle cinque ville collocate ad anfiteatro si trova all´interno di un´area che nelle carte della Provincia è considerata franosa, quindi assolutamente vietata a qualsiasi edificazione. I disegni sono così stati modificati con lo spostamento della villa di alcuni metri, fuori dalla zona rossa. L´altro sgambetto della Fonte del Diavolo riguardava due torrentelli, uno dei quali scorre lungo una stretta creuza e avrebbe dato il nome alla località. Anche in questo caso alle osservazioni dei tecnici della Provincia è stata data risposta con delle integrazioni che prevedono un´imponente messa in sicurezza dei corsi d´acqua. Ma ora, in attesa della Conferenza dei servizi deliberante che dovrà dare il via libera alle ruspe, sembra che sia il soprintendente Giorgio Rossini a nutrire alcune perplessità sulla quantità di cemento in ballo nonché sulla sorte del verde.
Sulla collina sopra la chiesa di San Siro i residenti sono preoccupati dal progetto per due motivi: l´ennesima scomparsa di un´area verde (Emanuele Cozzio, nel 2008 consigliere comunale parlò di 18.500 metri quadrati); ulteriori disagi per il traffico in una zona fortemente urbanizzata e collegata al centro da stradine strettissime. Un altro consigliere comunale dell´epoca, Claudio Vezzali, aveva definito il progetto di Cassinelli «speculazione edilizia». Altri consiglieri criticavano solo il rischio legato a nuove seconde case disabitate d´inverno, ma l´ex sindaco Marsano dichiarò che sarebbero state destinate a residenti. Avevano invece puntato tutto sul consumo di territorio e l´impatto paesistico i responsabili della sezione del Tigullio di Italia Nostra nelle loro osservazioni. L´attuale sindaco Roberto De Marchi in una recente lettera pubblicata sul sito La Gazzetta di Santa, pur manifestando la propria contrarietà all´intervento («all´epoca si poteva studiare una variante più restrittiva») ha sottolineato come il Comune si debba arrendere di fronte «ad un procedimento ormai avviato»