Presentazione dell'iniziativa: PAESAGGIOSOS.

Questo è il blog del sito PatrimonioSos, nato nel 2002 per iniziativa di semplici cittadini che operano in maniera del tutto volontaria e disinteressata per la difesa del patrimonio artistico italiano.

Nel corso degli anni alla redazione di PatrimonioSos sono arrivate numerose immagini che documentano danni al patrimonio e al paesaggio perpetrati in tutto il territorio nazionale e che per ragioni tecniche non è stato possibile inserire nel sito.

Ora grazie a questo strumento intendiamo mettere progressivamente online il nostro archivio fotografico e soprattutto integrarlo con nuove foto.

INVIATECI LE VOSTRE FOTO all'indirizzo:
lamonica1.paesaggiosos@blogger.com

LE ISTRUZIONI PER L'INVIO NEL MENU DI SINISTRA DEL BLOG.

venerdì 23 dicembre 2005

Castello della Rocca di Tolfa


Da: a. antonacci [mailto:info@fontanadelpapa.it] - Inviato: venerdì 23 dicembre 2005 17.26
A:
redazione@patrimoniosos.it - Oggetto: Castello della Rocca di Tolfa
Invio le foto del Castello della Rocca di Tolfa e la grave situazione in cui versa e nessuno interviene
buon natale e grazie
Assuntina Antonacci

giovedì 22 dicembre 2005

Quartu S. Elena: news su abusivismo edilizio

----- Original Message -----
From: stefano deliperi Sent: Thursday, December 22, 2005 4:48 PM
Subject: news su abusivismo edilizio

Cari amici, sotto trovate notizie stampa relative al non invidiabile record permanente dell'abusivismo edilizio in quel di Quartu S. Elena. Più ampie informazioni su http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it . Buona visione, e, soprattutto, buona partecipazione !
Stefano Deliperi
Gruppo d'Intervento Giuridico


da La Nuova Sardegna, 22 dicembre 2005
LO DICE L'ULTIMO CENSIMENTO . Quartu si conferma capitale degli abusi tra costa e campagna. PABLO SOLE.
QUARTU. Passano gli anni, ma su una certezza si può sempre contare: la terza città dell'isola si conferma capitale dell'abusivismo edilizio. E non potrebbe essere altrimenti, visti i numeri da capogiro messi insieme dal Gruppo di intervento giuridico sugli ultimi vent'anni di mattone selvaggio. I dati emergono dalla mappatura del territorio messa a punto dal Comune che, caso unico in Sardegna, ha in mano il quadro pressoché completo delle case sorte in barba alle norme vigenti. Si parte dal 1995, con i casi denunciati con il condono varato dieci anni prima: oltre 10mila segnalazioni, che comprendono 127 abusi insanabili parziali e ben cinquecento che, vista l'entità delle opere realizzate, devono essere abbattuti senza possibilità d'appello. Le zone più colpite? Quella costiera (2858 casi) e quella agricola (1336 abusi) per una volumetria totale di un milione e trecentomila metri cubi. In teoria, la situazione migliora con il secondo condono, approvato con due diversi provvedimenti che risalgono al 1994 e al 1996: i casi di abusivismo totalmente insanabile scendono a 150, mentre i parziali sono 72. In pratica, la questione è un po' diversa: le case abusive non sono certo sparite, più semplicemente i vincoli fissati dal condono sono meno rigidi e, di conseguenza, in molti casi il bollino rosso dell'abuso totalmente insanabile è sparito. ‹‹Negli ultimi anni il Comune ha predisposto oltre venti piani di risanamento ancora in gran parte inattuati - spiega il responsabile del Gruppo d'intervento giuridico, Stefano Deliperi - mentre sono cresciuti a dismisura gli oneri economici collettivi per dotare dei necessari servizi, come impianti di depurazione, acqua, energia elettrica, smaltimento rifiuti e scuole, le zone sorte con gli abusi poi condonati. La spesa complessiva è stimata in oltre 220 milioni di euro, a fronte di circa 18 milioni di entrate derivanti dalle oblazioni di legge››. Un paradosso che continua a pesare sui cittadini. ‹‹Non dimentichiamo - aggiunge Deliperi - che il condono non è stato vantaggioso neppure sotto il profilo finanziario: nel 1985, a fronte di una previsione di entrata di tremila milioni di euro, le entrate effettive si attestarono intorno al 60 per cento, mentre nel 1994, con un gettito previsto di 2.500 milioni di euro, le entrate effettive furono del 70 per cento. E sta andando ancora peggio negli ultimi anni, con le entrate ferme al 40 per cento sulla cifra stimata››. Infine, con l'ultimo condono deciso nel 2003, al Comune sono state presentate circa tremila istanze, pari al tre per cento delle domande nazionali. ‹‹Da dieci anni le ruspe della legalità hanno i motori spenti - conclude Deliperi - e il rischio, ora, è che molte iniziative risultino soltanto miseri palliativi, oltraggi alla legalità e all'ambiente, e palesi delusioni per i cittadini rispettosi della legge››.

lunedì 19 dicembre 2005

Cagliari: S.O.S. Castello !


----- Original Message -----
From: stefano deliperi Sent: Monday, December 19, 2005 5:51 PM
Subject: S.O.S. Castello !


Cari amici, sotto trovate alcune notizie stampa relative alla recente iniziativa per salvare il quartiere cagliaritano storico di Castello da un pesante intervento pubblico. Altre notizie su http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it . Buona visione, e, soprattutto, buona partecipazione !

Stefano Deliperi
Gruppo d'Intervento Giuridico
da La Nuova Sardegna, 18 dicembre 2005
Soru: "Il progetto-scale mobili si fermerà". Il Comitato per la difesa di Castello: duemila firme contro la meccanizzazione. Quindici milioni per stravolgere il quartiere storico con acciaio e ascensori. MAURO LISSIA.
CAGLIARI. "Le scale mobili e i tapis roulants in Castello? Non credo che si farà nulla, mi risulta che ci siano problemi legati alle scadenze": passava di là per caso, Renato Soru. Ha visto sulla terrazza di Santa Croce facce conosciute di ambientalisti e cittadini impegnati a difendersi dalle raffiche di vento per annunciare ai cronisti la consegna di una petizione anti-scale mobili, oltre duemila firme per dire 'no' alla meccanizzazione forzata. Così il governatore ha pensato di fermarsi per salutare e prendere il documento della protesta: "Io non ho ancora capito bene che cosa vogliono fare - avverte il presidente della Regione - alcuni aspetti non sono chiarissimi. Comunque non penso che questo progetto andrà avanti...".

Ha l'aria di essere una specie di promessa, visto che i finanziamenti passano dalla Regione. Così almeno sembrano leggerla i membri del Comitato per la difesa del Castello, impegnati da mesi in una battaglia surreale: da una parte loro, i cittadini-abitanti-elettori del quartiere storico. Dall'altra il consiglio comunale che ha votato alla bulgara - con le eccezioni di Gianni Loy e Radhouan Ben Amara - a favore di un progetto allora sconosciuto. Ma è corretto dire sì senza informarsi su un qualcosa che stravolgerebbe il rione più prezioso della città? "E' stato commesso un grosso errore - avverte Stefano Deliperi, del Gruppo di intervento giuridico - e siamo convinti che sia ancora possibile fermare questo progetto insensato. La Regione dovrà compiere una verifica preventiva, abbiamo fiducia di farcela". Le verifiche necessarie sono più d'una. Nei carteggi del Comune non c'è traccia di un'indagine geognostica seria, incognita grave pensando a quanto è accaduto altrove: "Quando hanno scavato il parcheggio di via Amat è venuta giù la recinzione del liceo Dettori - ricorda Fanny Cao, di Italia Nostra - l'ascensore per la rocca di San Michele è stato bloccato perchè si temevano crolli sul costone e oggi l'impianto è distrutto dalla ruggine. Non si vede perchè invece qui dovremmo stare tranquilli...". Tranquillità è un vocabolo in disuso fra le vie antiche del quartiere di sopra. Fra nottambuli schiamazzatori e locali all'aperto i castellani hanno perso il contatto con il silenzio, ricchezza di cui andavano fieri: "Vogliono mandare nel rione 75 persone al minuto - sorridono Manuela Farci, Maria Paola Morittu e Simona Murroni, del Comitato - che sarebbero 4500 l'ora. Ma dov'è questa gente che vuole salire in Castello? Dove sono i turisti? E che cosa verrebbero a fare?". Per quanto ironico, l'interrogativo non sembra infondato. L'amministrazione pubblica - secondo i dati contenuti nel progetto - spenderebbe 15 milioni di euro per realizzare un parcheggio interrato sotto Cammino Nuovo, otto tapis roulants, tre scale mobili e tre ascensori. La semplice manutenzione dell'impianto costerebbe 570 mila euro l'anno, di cui circa 400 mila sarebbero coperti dai ticket della sosta. Ma è logico - con tutti i parcheggi sotterranei della città deserti - prevedere un afflusso costante di auto proprio lì, a Cammino Nuovo? Ed è logico programmare un interesse così forte per il Castello, quando oggi vive solo d'estate e solo la sera? "E' assurdo - scuote la testa Deliperi - ma non è una sorpresa per chi ricorda come l'amministrazione Floris intendeva risolvere il problema dell'acqua, un dissalatore da trenta milioni di euro che avrebbe ucciso il golfo". Altri esempi non mancherebbero. Dalla scalinata verso la chiesa-pandoro di Santa Caterina - la sola al mondo che anzichè a un sagrato conduce a una strada ad alta intensità di traffico - fino al progetto, finanziato e poi abortito fra gli sghignazzi generali, di collegare con una funivia il molo martello di Marina Piccola alla Sella del Diavolo: non avevano pensato ai piloni giganteschi da piantare nel fondale marino. I rimandi fioccano: i tavoloni di legno all'anfiteatro e la bruttezza agghiacciante di quasi tutte le piazze rifatte dalle ultime amministrazioni comunali, coi famosi giardinetti dispettosamente rinsecchiti. Opere finite in operetta. Con nuovi gigantismi urbanistici in vista però il Comitato di Castello e gli ambientalisti preferiscono i richiami ai bisogni reali della città. La lista è lunga: non c'è un soldo per rifare strade che ormai sono test estremi per pneumatici e sospensioni. Mancano le risorse per dare un po' di dignità urbana alle periferie, il bilancio comunale nega aiuti alle famiglie povere e agli anziani. I membri del Comitato sventolano le carte del progetto: "Quindici milioni per questa roba, in una situazione come quella di Cagliari. Si può?". Postilla anonima, raccolta al volo: "Ma perchè non si meccanizzano casa loro, questi del Comune?". Ve l'immaginate? Emilio Floris in vestaglia, che viaggia nel corridoio su un silenzioso tapis roulant d'acciaio, lento, maestoso, una figura ieratica, immobile nella sua elettrica mobilità. Bellissimo. Ma questo è un sogno, non la cronaca.

da Il Giornale di Sardegna, 18 dicembre 2005
La protesta. Raccolta di firme. Castello, duemila no al progetto di meccanizzazione. ENNIO NERI.
Oltre duemila firme contro il "progetto parcheggi di scambio e trasporto meccanizzato del centro storico". Frutto della mobilitazione del Gruppo giuridico, degli Amici della Terra e del Comitato per la difesa di Castello, movimenti cittadini in battaglia contro un progetto "dannoso ed inutile". "Duemila firme per bloccare il piano", annuncia Maria Paola Morittu, del Comitato per la difesa di Castello. "Diciamo no al notevole impatto ambientale in un monumento simbolo della città. Si tratta di una meccanizzazione spropositata per un dislivello di soli 20/25 metri e di un multipiano che incrementerà i livelli di inquinamento. Oltretutto – prosegue – è in attuazione una linea di trasporto elettrico che collega la stazione ferroviaria ed il parcheggio di Buon Cammino, perché non si prolunga la tratta fino a Piazza Palazzo"; "Son contento che Ds e Margherita si siano ricreduti" dichiara il consigliere comunale Ben Amara, "no ad una meccanizzazione di Castello che fra l'altro è già cominciata con la pista di pattinaggio del Bastione". Il piano prevede scale e tappeti mobili per raccordare meccanicamente le quote fra Stampace e Castello, un multipiano a pagamento di 360 posti auto e un'area verde al posto degli attuali parcheggi. Per la fase esecutiva adesso si attende la relazione di impatto ambientale dell'ingegner Giuseppe Frongia, che è stato incaricato dall'Area gestione del territorio.

martedì 6 dicembre 2005

Stagno di Chia e morìa di Fenicotteri


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From: stefano deliperi Sent: Tuesday, December 06, 2005 7:22 PM
Subject: news su Stagno di Chia e morìa di Fenicotteri

Cari amici, sotto potete trovare alcuni articoli sull'inquietante morìa di Fenicotteri rosa nello Stagno di Chia. Buona lettura...
Stefano Deliperi
Gruppo d'Intervento Giuridico



da La Nuova Sardegna, 6 dicembre 2005
Gli ambientalisti: scarichi tossici nello stagno di Chia?
Esposto alla Procura sulla moria di fenicotteri
CAGLIARI. Le associazioni ecologiste Amici della terra e Gruppo d'intervento giuridico hanno presentato un esposto alla procura della repubblica e alle amministrazioni pubbliche competenti, sulla moria di fenicotteri rosa nello stagno di Chia, avvenuta nell'ottobre scorso e ripetutasi pochi giorni fa. "Ancora analisi e referti non sono giunti e dai mezzi di informazione - sottolineano gli ambientalisti - appaiono preoccupanti carenze di collegamento fra chi dovrebbe portare a termine in tempi rapidi tali operazioni". Le due associazioni lanciano l'allarme: "Anche lo stagno di Chia, dopo quello di Capoterra, ha ricevuto materiali tossici ? Oppure vi sono stati scarichi inquinanti ? Altro che influenza aviaria dalla dinamica degli eventi, sembra proprio che si tratti di cause ben più umane".da L'Unione Sarda, 6 dicembre 2005Domus de Maria. Fenicotteri morti a Chia : esposto alla Procura.La magistratura si occuperà dei fenicotteri morti. Gli ambientalisti del Gruppo d'Intervento Giuridico e degli Amici della Terra hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica perché si faccia chiarezza sulla strage di volatili nello Stagno di Chia. <A poca distanza dalla zona umida in cui si è registrata la morìa – spiegano le associazioni ecologiste – e precisamente nello Stagno di Spartivento, altri fenicotteri continuano a sostare tranquilli. E allora, che cosa sta succedendo ? Anche nello Stagno di Chia, come in quello di Capoterra nei giorni scorsi, sono stati scaricati inquinanti ?>. Gli ambientalisti, insomma, chiedono chiarezza. E subito. Nell'esposto, inviato anche al Ministero dell'ambiente, alla Regione, all'Arpas, al Comune di Domus de Maria e alla Asl, anche la richiesta di documentazione e delle informazioni <a carattere ambientale> sulle condizioni di Su Stangioni de su Sali di Chia.

da siti web vari, 6 dicembre 2005
LA MAGISTRATURA SI OCCUPI DEI FENICOTTERI MORTI A CHIA !
Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d'Intervento Giuridico inviano quindi un'urgente esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari ed alle amministrazioni pubbliche competenti sulla morte tuttora dalle cause "misteriose" di numerosi esemplari di Fenicottero rosa nello Stagno di Chia, in Comune di Domus de Maria (CA), avvenuta nell'ottobre scorso e pochi giorni or sono. Ancora analisi e referti non sono giunti e, dai mezzi di informazione, appaiono preoccupanti carenze di collegamento fra chi dovrebbe portare a termine in tempi rapidi tali operazioni. A poca distanza, nello Stagno di Spartivento, altri Fenicotteri continuano a sostare tranquilli. Ma che cosa sta succedendo ? Anche lo Stagno di Chia, dopo quello di Capoterra nei giorni scorsi, ha ricevuto materiali tossici ? Oppure vi sono stati scarichi inquinanti ? Già nell'ottobre scorso venne segnalata la morte di altri quattro esemplari di Fenicottero. Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d'Intervento Giuridico auspicano quindi una rapida conclusione dei necessari accertamenti per l'individuazione di eventuali responsabilità. Altro che "influenza aviaria", qui, dalla dinamica degli eventi, sembra proprio che si tratti di cause ben più "umane"......

giovedì 24 novembre 2005

SARDEGNA abusivismo edilizio a giudizio !


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From: stefano deliperi Sent: Thursday, November 24, 2005 5:09 PM
Subject: abusivismo edilizio a giudizio !


Cari amici, sotto potete trovare notizie relative ad un caso di abusivismo edilizio che va in un'aula di giustizia. Buona lettura...
Stefano Deliperi, Gruppo d'Intervento Giuridico

da La Nuova Sardegna, 24 novembre 2005
Tre a giudizio per il villaggio abusivo. In tribunale il capo dell'area tecnica di Sant'Anna Arresi con i due costruttori. Ammesse al processo le associazioni degli ecologisti: chiederanno i danni. MAURO LISSIA. CAGLIARI. Nessun condono: i tre indagati per il presunto villaggio abusivo costruito al centro della laguna di Porto Pino dovranno rispondere in tribunale di tutte le accuse avanzate dal pubblico ministero Daniele Caria. Il gup Ermengarda Ferrarese ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio e ha fissato la data della prima udienza, davanti ai giudici della prima sezione: è il 20 febbraio. Cinque giorni prima si farà un indispensabile passaggio in camera di consiglio. Il gup dovrà verificare l'oblazione - col pagamento di una somma - del reato minore, la violazione del codice della navigazione. Se la cifra risulterà versata il reato sarà estinto. Ma resteranno in piedi le altre imputazioni: l'amministratore delegato della 'Isolotto Immobiliare srl' Francesco Monti e il direttore dei lavori Fulvio Pilloni sono accusati di concorso in violazione delle norme ambientali per l'assenza dell'autorizzazione dell'ufficio tutela del paesaggio. Poi il dirigente dell'area tecnica comunale di Sant'Anna Arresi, Massimino Paolo Granella, che deve rispondere di abuso d'ufficio. Il suo difensore, l'avvocato Guido Manca Bitti, ha sostenuto l'assenza del dolo nel comportamento di Granella, che avrebbe concesso l'autorizzazione di sua competenza convinto che le opere in costruzione fossero regolari. L'impegno del legale non è bastato a salvarlo dal processo pubblico.
Il giudice per l'udienza preliminare ha sciolto anche le riserve sul diritto a costituirsi parte civile delle due associazioni ecologiste - Gruppo di Intervento giuridico e Amici della Terra - che l'avevano chiesto, con l'assistenza dell'avvocato Carmela Fraccalvieri: l'istanza è accolta, quindi gli ambientalisti - seguendo una prassi che si va affermando in campo nazionale - potranno partecipare al dibattimento e chiedere il risarcimento dei danni agli imputati, se saranno giudicati colpevoli. L'indagine della Forestale era partita ai primi di giugno dell'anno scorso, quando le due associazioni guidata da Stefano Deliperi e Bruno Caria hanno presentato un esposto segnalando la costruzione di 45 unità immobiliari e di nove strutture commerciali nell'isoletta di Corrumanciu, esattamente al centro dello stagno di Porto Pino. Quell'area pregiatissima appartiene al Demanio ed è collegata al mare, quindi - secondo l'accusa - risulta pienamente protetta dal vincolo paesaggistico. A stabilirne l'inedificabilità è stato il servizio regionale tutela paesaggio, che alla richiesta di chiarimenti inviata dalle due associazioni ecologiste ha risposto senza possibilità di equivoci: nessuna autorizzazione concessa alla società 'L'isolotto', proprietaria del villaggio. Un diniego firmato dall'ex direttore dell'ufficio, quel Lucio Pani finito poi in carcere con l'accusa di corruzione legata proprio a concessioni edilizie facili. In questo caso però il 'sì' della Regione non è partito: attorno a Corrumanciu d'altronde si muovevano già con grande curiosità gli uomini del Corpo Forestale, l'indagine era già in corso. Il 25 ottobre 2004 il complesso turistico era stato messo sotto sequestro penale dalla Forestale su disposizione del pm Caria. Ed è da quel momento che si è aperto il confronto con la difesa, centrato in particolare su un punto: le case si trovano a ridosso della laguna, ma la laguna è collegata al mare? E' un dettaglio fondamentale, perchè se non lo fosse le costruzioni potrebbero essere regolari. La Forestale però, mappe alla mano, sostiene il contrario, quindi - se questa è la situazione reale - è come se il complesso edilizio fosse stato realizzato quasi sulla spiaggia. Il che escluderebbe in partenza qualsiasi possibilità di sanatoria.
da Cagliari Mon Amour (http://web.tiscali.it/cagliari_mon_amour/), 24 novembre 2005
Le villette dello stagno di Porto Pino in Pretura. VILLETTE NELLO STAGNO DI PORTO PINO ? A PROCESSO !

La lottizzazione abusiva nello Stagno di Porto Pino (S. Anna Arresi), già posta sotto sequestro dopo le denunce ecologiste e le indagini della magistratura e del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, andrà in giudizio. Le 45 unità immobiliari (36 villette + 9 strutture commerciali) quasi completate sull'Isoletta di Corrumanciu, nel bel mezzo dello Stagno di Porto Pino, non sono mai state autorizzate sotto il profilo della tutela paesaggistica (decreto legislativo n. 42/2004, già decreto legislativo n. 490/1999 e legge n. 431/1985). Infatti, l'Isoletta di Corrumanciu ricade entro lo Stagno di Porto Pino, appartenente al demanio marittimo (artt. 822 e ss. cod. civ.) e direttamente comunicante con il mare: è, quindi, tutelata con vincolo paesaggistico (art. 142, comma 1°, lettera a, del decreto legislativo n. 42/2004 e già nella normativa previgente), come esplicitamente chiarito dalla circolare Ass.to reg.le P.I. e BB.CC. - Ufficio centrale tutela paesaggio n. 16210 del 2 luglio 1986, approvata dalla Giunta regionale con deliberazione del 24 giugno 1986 ("le sponde degli stagni, ove questi ultimi appartengano al demanio marittimo, rientrano nella categoria dei territori vincolati paesisticamente dall'art. 1, primo comma, lett. a), della l. 431", circ. cit., paragr. 1). Pertanto si tratta di abusi edilizi, come aveva confermato l'Assessorato regionale della pubblica istruzione e beni culturali - Servizio tutela del paesaggio di Cagliari (nota prot. n. 4008 del 24 maggio 2004). Per giunta in una zona umida costiera estremamente importante sotto il profilo ambientale e naturalistico, tanto da esser stata individuata quale proposto sito di importanza comunitaria (pSIC) "Porto Pino" (codice ITB00060) ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali. Con provvedimento del 25 ottobre 2004 il complesso edilizio era stato posto sotto sequestro penale (art. 321 cod. proc. pen.) da parte del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari. Sequestro confermato da ordinanza Tribunale penale di Cagliari (sez. II) n. 61/04 del 12 novembre 2004. Il G.U.P. dott.ssa Ermengarda Ferrarese, nell'udienza tenutasi questa mattina, ha accolto l'istanza di costituzione di parte civile avanzata dall'avv. Carmela Fraccalvieri per conto delle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d'Intervento Giuridico, autrici delle azioni legali che hanno dato avvio agli accertamenti di legge condotti dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale - Ispettorato ripartimentale di Iglesias e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari. Inoltre, su richiesta del pubblico ministero dott. Daniele Caria ha disposto il rinvio a giudizio di Monti Francesco, amministratore delegato della Isolotto Immobiliare s.r.l., Pilloni Fulvio, direttore dei lavori, e di Granella Massimo Paolo, responsabile dell'Area tecnica del Comune di S. Anna Arresi, per le ipotesi di reato di cui agli artt. 110 cod. pen., 181 del decreto legislativo n. 42/2004, mentre Granella Massimo Paolo anche per l'ipotesi di reato di cui all?art. 323 cod. pen. Alla prossima udienza del 15 febbraio 2006 sarà verificata l'eventuale intervenuta estinzione del reato di cui all'art. 1161 cod. nav. per oblazione. L'apertura della fase dibattimentale è, invece, fissata per il prossimo 20 febbraio 2006 davanti al Tribunale di Cagliari, 1^ Sezione.

martedì 1 novembre 2005

Is Arenas e la sfacciataggine.....


----- Original Message -----
From: stefano deliperi Sent: Tuesday, November 01, 2005 1:49 PM
Subject: Is Arenas e la sfacciataggine.....

Cari amici, sotto potete trovare alcuni articoli pubblicati oggi su La Nuova Sardegna e relativi all'avvio dei lavori per la realizzazione di una parte del complesso turistico-edilizio sulle dune boscate di Is Arenas, nel Sinis (Narbolia, Prov. OR), pur esistendo una pesante procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea per gravi violazioni della direttiva per la tutela degli habitat. Buona lettura...
Stefano Deliperi
Gruppo d'Intervento Giuridico
da La Nuova Sardegna, 1 novembre 2005
Sarebbero cominciati i lavori sulle dune boscate dove sono in vigore i vincoli comunitari. "Ruspe in azione nella pineta di Is Arenas". Interrogazione alla Commissione Ue dell'eurodeputata verde Monica Frassoni
PIERO MANNIRONI
NARBOLIA. Le ruspe sono entrate in azione sulle dune boscate di Is Arenas. La notizia arriva da Bruxelles. E più precisamente dall'europarlamentare verde Monica Frassoni che ieri mattina ha presentato alla Commissione un'interrogazione, con la quale pone tre quesiti precisi. Il primo, ovviamente, è se la stessa Commissione è a conoscenza del fatto che sono cominciati i lavori per la realizzazione di un albergo di circa sedicimila metri cubi, nonostante la pineta sia un sito di interesse comunitario, e quindi soggetto a severi vincoli paesaggistici e ambientali. La seconda domanda posta dalla Frassoni è invece: "Quali iniziative la Commissione intende assumere avverso questa palese e plateale violazione del diritto comunitario e degli obblighi di collaborazione degli stati membri, fissati nell'articolo 10 dell'Ue". Il terzo quesito è infine se l'Unione europea intenda ricorrere alla Corte di Giustizia "in merito alle violazioni del diritto comunitario in tema di direttiva numero 92/43 Cee".
Siamo dunque a un nuovo capitolo della storia infinita del progetto da 222.000 metri cubi di cemento, sognato dalla società Is Arenas srl. Una storia annosa, combattuta spesso anche a colpi di carte bollate e diventata ormai un caso di rilevanza europea. Proprio per il progetto Is Arenas, infatti, lo Stato italiano è già stato messo in stato di accusa dalla Commissione europea ed è stato aperto nei suoi confronti un procedimento di infrazione. Per essere più precisi, si tratta della 4381/2000, con invio del parere motivato secondo l'articolo 226 del trattato della Comunità europea. La posizione di Bruxelles è chiara: le dune boscate di Is Arenas fanno parte della geografia dei Sic e pertanto vanno tutelate e salvaguardate. In questo contenzioso, si è verificato anche un "pasticcio" (del quale diamo conto nella scheda qui sotto) che ha portato addirittura a una "messa in mora complementare". Lo Stato italiano, cioé, si sarebbe astenuto dall'adottare misure per difendere questo prezioso habitat. Dopo lo scivolone della richiesta di cancellazione di Is Arenas dalla rete dei Sic, il governo ha fatto una piccola retromarcia, annunciando che intende riperimetrare l'area da sottoporre a tutela ambientale. Il paradosso di questa storia è che corre su due binari paralleli. Da una parte, infatti, c'è la normativa comunitaria che impone un alt al progetto di edilizia residenziale intorno al campo da golf da 18 buche; dall'altra, invece, esiste una storia burocratica e amministrativa che fa riferimendo a norme nazionali e regionali. Ma anche su questo punto si è arrivati inevitabilmente all'inciampo. E cioé che per costruire sulle dune boscate occorre preventivamente una valutazione di impatto ambientale. La società Is Arenas ha semnpre cercato di sfuggire a questa procedura di verifica e di compatibilità. Ha così tentato di far passare il principio che era sufficiente la procedura di verifica preventiva. Tesi appoggiata dall'ufficio Sivea della Regione. Ma a stabilire che i sogni di cemento sulle dune boscate di Narbolia meritano un serio approfondimento è stato il Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso presentato dagli "Amici della Terra", i quali contestavano la procedura adottata dall'ufficio Sivea. In quella circostanza, i magistrati amministrativi non hanno risparmiato qualche bacchettata al ministero del'Ambiente, "colpevole" di avere presentato una relazione incompleta sul caso. Hanno infatti scritto: "Si tratta di un intervento di natura, dimensioni e contenuti rilevanti sul complesso del territorio interessato e che, proprio in relazione alla natura e agli effetti concreti per le ricadute in termini ambientali, economiche e sociali, necessita di approfondimenti e documenti i più completi possibili, anche in relazione al formarsi e modificarsi delle disposizioni normative nel tempo". E ancora: "La relazione del ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio dovrebbe essere più adeguatamente integrata e sviluppata da specifiche considerazioni". Seguono quindi le carenze del ministero che dovranno essere colmate. Si tratta di tre punti che il ministro Matteoli ha evidentemente omesso nella sua relazione. Eccoli: 1) "Il parere motivato della Commissione delle comunità europee in data 9 febbraio 2001 esplicita valutazioni puntuali e mirate, sulle quali appare indispensabile acquisire le specifiche e singole riflessioni del ministero, in relazione agli argomenti esaminati nella procedura di verifica"; 2) "Con la legge regionale numero 3 del 29 aprile 2003 si è specificatamente estesa, anche ai progetti ricadenti nelle aree provvisoriamente delimitate, l'obbligatorietà della Valutazione di impatto ambientale e, a prescindere dalle regole del "tempus regit actum", appare utile che il ministero approfondisca la portata sostanziale di tale successiva estensione in pendenza della realizzazione dell'intervento in località provvisoriamente perimetrata e oggetto di proposta Sic"; 3) "Appare utile acquisire le motivazioni poste a fondamento delle proposte di inserimento del sito tra i Sic". Tutto questo senza entrare nel merito. Ora la Is Arenas srl porta avanti solo il progetto di un albergo. Ma per gli ambientalisti si tratta di una strategia per far passare il mega-investimento a pezzi.La scure del Tar ha graziato solo il Piano paesistico del Sinis
NARBOLIA. I piani territoriali paesistici sono stati cancellati dalla giustizia amministrativa. Su ricorso delle associazioni ambientaliste, il Consiglio di Stato ne ha bocciato sette, mentre il Tar ne ha azzerato successivamente sei. Solo un piano ha resistito: quello numero 7. Cioé quello del Sinis. Guarda caso, proprio quello nel quale la società Is Arenas srl vorrebbe realizzare il suo investimento immobiliare. Il Tar Sardegna ha accolto sei ricorsi-fotocopia delle associazioni ambientaliste (annullando altrettanti piani di programmazione territoriale) meno uno dove, secondo i giudici, gli ambientalisti "non erano legittimati, in base al loro statuto, a proporre ricorsi". L'eccezione di inammissibilità è stata sollevata dall'avvocato della società "Is Arenas". Il problema non era stato sollevato negli altri tredici casi sia dal Tar e sia dal Consiglio di Stato. Attualmente, dunque, esiste un solo piano territoriale paesistico, cioé uno strumento di programmazione che prevede deroghe ai vincoli. Esattamente come chiedeva la società Is Arenas, la quale aveva richiesto un accordo di programma alla Regione per costruire un centro di edilizia residenziale turistica.Lo "schiaffo istituzionale" al ministro Altero Matteoli
NARBOLIA. Per Altero Matteoli è stato uno "schiaffo" istituzionale. La Commissione europea nel gennaio scorso ha infatti utilizzato proprio le argomentazioni con le quali il ministero dell'Ambiente aveva chiesto la cancellazione di Is Arenas dalla mappa dei Sic, per aprire un nuovo procedimento contro lo Stato italiano. Proprio in quelle argomentazioni, cioé, esiste la prova di un'inadempienza nel far rispettare le norme comunitarie. Tecnicamente si chiama "messa in mora complementare". Nel settembre del 2003, con un'iniziativa senza precedenti nella storia dell'Ue, il ministero dell'Ambiente italiano chiese di cancellare il sito Is Arenas dalla geografia delle aree meritevoli di protezione. Un alto funzionario del ministero, Aldo Cosentino, firmò la richiesta sostenendo che Is Arenas doveva essere cancellata dalla rete dei Sic, perché la sua integrità era stata seriamente danneggiata dalla società Is Arenas srl. Perciò le dune boscate non sarebbero state più meritevoli di tutela. Come dire: tu società sei responsabile del deterioramento dell'ambiente e perciò ti premio cancellando i vincoli che impediscono la realizzazione del tuo investimento immobiliare.

martedì 6 settembre 2005

LINTERNO luogo del cuore FAI

-----Messaggio originale-----
Da: Massimo De Rigo [mailto:De_rigo@edidomus.it]
Inviato: martedì 6 settembre 2005 19.50
Oggetto: LINTERNO luogo del cuore FAI

Gentili signori,
abbiamo qualche novità da segnalare:
- il primo è che il cantiere alla Linterno, dopo due anni di pressioni, è finalmente partito con la diretta supervisione della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali di Milano: il tetto parzialmente e il campanile (vedi allegato) sono in fase di recupero;
- è uscita l'interessante rivista monografica "Meridiani FAI I Luoghi del cuore" con un riferimento al primo "Luogo del cuore" di Milano: Cascina Linterno (vedi allegato);
- abbiamo trovato una testimonianza (quasi sconosciuta) inglese del 1905: "SOME LOVE SONGS OF PETRARCH by WILLIAM DUDLEY FOULKE, LL.D" edito dalla OXFORD UNIVERSITY con un chiaro riferimento a LINTERNO come dimora petrarchesca (vedi allegato).
La situazione della storica Cascina Linterno permane molto precaria, in stato di completo abbandono e con prospettive future ancora ignote.
Agricoltura e Associazione Amici Cascina Linterno restano fuori, esclusi da ogni dialogo con la proprietà, ma soprattutto dalla progettualità.
Nello scorso dicembre è stata stanziata, da parte del Comune di Milano, una somma per l'acquisizione della Linterno, ma questo stanziamento sarà operativo solo se avverrà entro il prossimo bilancio comunale, altrimenti sarà annullato e quindi l'ennesima, forse fatale illusione.
Non hanno altresì avuto seguito le tre mozioni approvate in aprile dal consiglio comunale a Palazzo Marino:
1- L'avvio delle trattative con il Gruppo Cabassi per l'acquisto della Cascina in base a quanto stabilito nell'emendamento al Bilancio preventivo 2005 approvato all'unanimità nella seduta consiliare del 15 dicembre 2004,
2 - Il reperimento dei fondi necessari per il restauro dell'immobile,
3- L'inserimento della Cascina nel Parco delle Cave (che comprende gli antichi suoi territori agresti che ne costituiscono da sempre un"unicum").
- Non ha avuto seguito neppure il tavolo di lavoro comune con tutti gli enti coinvolti, per la progettualità futura di Cascina Linterno. Questo tavolo di lavoro urgente (da istituirsi entro la primavera scorsa) fu verbalizzato il 15 febbraio dalla Commissione comunale che ha ispezionato la Cascina.
Abbiamo quindi la necessità - ancora una volta - di riattivare i canali della comunicazione con la cittadinanza per evitare che i frutti del trascorso anno petrarchesco siano vanificati.

Massimo de Rigo
(vice presidente Associazione Amici di Cascina Linterno)

Per ulteriori informazioni:
Gianni Bianchi
(presidente Associazione Amici di Cascina Linterno)
www.cascinalinterno.it

lunedì 1 agosto 2005

Lavori Cascina Linterno

----Messaggio originale-----
Da: Massimo De Rigo [mailto:De_rigo@edidomus.it]
Inviato: lunedì 1 agosto 2005 10.22
Oggetto: lavori Cascina Linterno

Grazie al nostro valente associato ing. Gianni Gronda, siamo in grado di vedere per la prima volta le strutture originali dell'oratorio di Cascina Linterno.
Strutture in legno (e non potrebbe essere diversamente!) considerando che si parla di un manufatto di almeno sette secoli fa...
Ci auguriamo che la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio segua con la dovuta attenzione questa delicatissima fase.
Sarebbe, inoltre, di grande interesse, eseguire una datazione con il metodo del Carbonio14.
A questo proposito allego una scheda tratta dal sito "Patrimoniosos.it".
Un saluto cordiale. Massimo de Rigo

PS
un'ultima notizia: lo speciale Meridiani FAI "I luoghi del Cuore" di prossima uscita, prevede un servizio dedicato a Cascina Linterno.

---------
Da: Giovanni_Gronda@fwceu.com
Data: Mon, 1 Aug 2005 08:52:19 +0200
Oggetto: lavori cascina

Cari amici,
settimana scorsa (venerdi) hanno incominciato a rimuovere le travi portanti del tetto.
Allego foto di stamattina in cui zoomando un po' sul tetto si possono
vedere come erano ridotte le fragili strutture in legno.
Vi auguro una buona settimana.
Gianni Gronda

----------
Da: "Bianchi Giovanni (CESI-RET)" <GBIANCHI@cesi.it>
Data: Mon, 1 Aug 2005 09:49:39 +0200
Oggetto: R: lavori cascina

Buona settmana anche a Te!
Immagine importante, da inserire nel nostro archivio.
In effetti il tetto della Chiesetta necessitava di un intervento radicale.
Il Geom. Toretti ha dichiarato che, in ogni caso, cercheranno di mantenere il più possibile le travi originali, affiancando loro, nel caso, nuove travi portanti.
Ciao

Gianni Bianchi

------------------------------------

dal sito: http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=12560

Rivoluzione nel restauro: arriva lo scattering (e non solo)

Niccolò Gori Sassoli
Il Riformista, 11 luglio 2005

lunedì 25 luglio 2005

Lavori Cascina Linterno, 2

Messaggio originale-----
Da: Massimo De Rigo [mailto:De_rigo@edidomus.it]
Inviato: lunedì 25 luglio 2005 17.56
Oggetto: Re: R: Lavori cascina

Cari amici,

sembra impossibile ma è vero: pare siano cominciati i lavori di recupero della Cascina Linterno.
Pur limitati, per ora, all'oratorio, sono sicuramente un primo passo finalmente concreto, dopo aver masticato amaro per tanto tempo...

In allegato le foto di sabato scorso che immortalano la finestra dell'oratorio, sulla via F.lli Zoia, finalmente riparata da un telo di plastica.
Rimane qualche incongruenza, ma qui occorre arrampicarsi sulla precaria scala del retro cascina per verificare come la porta sull'aia (in precedenza semi aperta) è rimasta ora completamente spalancata a cantiere deserto, mentre le preziose tegole sono state ammassate in qualche modo sull'aia stessa.
Non sembrerebbe quindi che ci sia una grande cautela, ma forse gli attuali proprietari di Cascina Linterno non sanno che c'è un vero e proprio osservatorio.
Allego anche una foto della chiesetta dedicata ai santi Filippo e Donato, in via del Molinazzo (viale Aretusa).
Dalla documentazione in nostro possesso, il medesimo oratorio risulta coincidere, fino al XVI secolo, all'hospitale di S. Jacopo al Ristoccano.
Perché è di grande interesse?
Per il semplice fatto che un documento testimoniale del 1206 abbina questo antichissimo hospitale registrato dal "Liber Sanctorum Mediolani" - presumibilmente gestito da fratres templari - a Cassina de' Inferno (l'attuale Cascina Linterno).
È inoltre interessante la curiosità dell'incastro di un elemento architettonico in quello principale (come a Cascina Linterno) oltre alla tipologia dei mattoni a vista, datati probabilmente come il nucleo più antico della Linterno.
Dimenticavo: nell'immediato dopoguerra volevano abbattere questo vecchio "rudere" abbandonato, ma un gruppo di cittadini guidati dal combattivo parroco di
Santi Nabore e Felice (piazza Perrucchetti) riuscì a salvarla dalle ruspe, anche se purtroppo l'interno venne completamente stravolto dalla proprietà.
È una storia che si ripete.
Mentre plaudo all'intraprendente Gianni Gronda, concordo in pieno con Gianni Bianchi.
L'Associazione Amici Cascina Linterno si è costituita nel 1994 non solo per salvare dalle ruspe il prezioso monumento, ma per mantenerne viva la millenaria vocazione agricola.
Da qui partivano i territori medievali del Parco delle Cave: un esempio unico, con i suoi intonsi fontanili, le marcite e l'antica piantata lombarda.
Una meta turistica per studiosi di ogni età.
La battaglia è ancora molto lunga...
A presto. Massimo


--------
Da: "Bianchi Giovanni (CESI-RET)" <GBIANCHI@cesi.it>
Data: Mon, 25 Jul 2005 10:25:59 +0200
Oggetto: R: Lavori cascina

Grazie per il puntuale resoconto.
Venerdì ho telefonato all'Arch. Percudani che si occupava, fino a qualche mese fa, di Cascina Linterno per segnalare l'assoluta necessità di chiudere le finestre e la teca dell'Ecce Homo per impedire ulteriore degrado.
L'Arch. Percudani (passata recentemente ad altri incarichi) mi ha indicato il geom. Toretti in qualità di nuovo responsabile di cantiere (l'Arch. Noja, progettista, non è un dipendente del Gruppo Cabassi ma solo consulente).
Il geom. Toretti mi ha detto che sarebbe intervenuto ed in effetti, sabato pomeriggio, ho potuto appurare che alle finestre è stato apposto un telo in cellophane. Le tegole asportate sono ammucchiate sull'aia, i travetti in legno invece sul lato sud, accanto all'entrata delle ex stalle. La porta della Chiesetta risultava invece aperta.
Il Geom. Toretti mi è sembrato molto disponibile e pronto ad accettare eventuali consigli e/o segnalazioni.
Si tratta ovviamente di una prima impressione, da valutare in seguito.
Approfitto di questo messaggio per "fare" un rapido "punto della situazione".
In base a quanto osservabile dall'esterno i lavori sembrano dunque procedere concretamente.
Se da un lato non possiamo che esprimere la nostra soddisfazione per l'avviodei lavori, dall'altro nulla invece di ufficiale si sa (o almeno finora nessuno si è premurato di informare ACL) sul progetto globale della Cascina.
Notizie ufficiose indicano che è stato avviato il progetto "Planivolumetrico" dell'area Calchi Taeggi.
Ciò significa che stanno determinando la volumetria e quindi l'entità dello "scomputo urbanistico" dell'intervento residenziale.
Nel relativo Piano Integrato di Intervento, finora di pubblica conoscenza, è compreso il restauro architettonico della Cascina e la sua cessione al Comune.
Nel frattempo è stato approvato l'emendamento al Bilancio 2005 con lo stanziamento di un milione di Euro da parte del Consiglio Comunale per il suo acquisto.
A tal merito Rosario ha recentemente sollecitato l'Ass. Talamona (Bilancio) per conoscere lo stato dell'iter burocratico.
Sempre Rosario ha chiesto la convocazione del "tavolo congiunto" tra tutti i soggetti coinvolti nella vicenda Linterno.
La richiesta di questo incontro venne verbalizzata in occasione del sopralluogo in Cascina da parte dei Consiglieri Comunali lo scorso 15 febbraio.
Ma per ora tutto tace.
Da parte ACL ribadiamo, se ancora ce ne fosse bisogno, che il reintegro dell'attività agricola costituisce la condizione irrinunciabile per accettare qualsiasi decisione urbanistica sull'immobile.
Lo ribadiamo da sempre, non per posizione preconcetta ma perchè questa costituisce la sua naturale destinazione, in sintonia con la millenaria storia e del tutto compatibile con l'adiacente Parco delle Cave di cui il suo comprensorio agricola (comprese le aree ancora di proprietà del Gruppo Cabassi) fa da tempo parte integrante.
Ciao
Gianni Bianchi

----------

Da: Giovanni_Gronda@fwceu.com
Data: Mon, 25 Jul 2005 08:59:41 +0200
Oggetto: Lavori cascina

Cari Amici,

stamattina mi sono fermato davanti alla cascina (h 750) perchè gli operai stavano entrando a lavorare.
Ho parlato con il Sig. Mimmo Pecorella (spero sia giusto) artigiano "capocantiere" dei lavori.
Mi ha detto che:
1) stamattina avrebbero "pulito" il sottotetto della chiesetta in modo da verificare che la copertura possa tenere il peso dei sostegni degli operai che avrebbero lavorato.
2) la pulizia serve anche per valutare se sia necessario o meno aggiungere sopra la copertura un eventuale altro strato di materiale (credo di tipo cementizio) di rinforzo (per circa 3 - 4 cm)
3) successivamente verrà posto il famoso isolante termico.
4) poi saranno sostituite le travi del tetto. Mi ha detto che probabilmente verranno mantenute solamente un paio di travi dalla parte opposta alla chiesetta perchè le altre sono molto consumate.
5) siccome le tegole sono poche (alcune rotte, alcune quasi) verranno utilizzate quelle originali solo per una delle due falde (lato cortile o lato flli zoia) e dall'altra parte verranno sostituite con nuove (spero) simili.
6) è prevista anche una piccola "restrutturazione" della parte di tetto a cui mancavano le tegole nella zona un po' più a sud.
7) per quel concerne il campanile non era molto informato, mi ha parlato di "resine di consolidamento" ma non mi pareva avesse istruzioni di intervenire.
8) mi ha detto che, in teoria, se arrivassero puntualmente tutti i materiali (cosa difficile visto il periodo estivo) ci vorrebbero circa 20-25 giorni di lavoro per completare il tetto.
Ovviamente tutto quanto sopra va considerato UNOFFICIAL.

Buona settimana a tutti
Gianni Gronda

mercoledì 13 luglio 2005

Cascina Linterno. Ripresa lavori e risposta FAI

Messaggio originale-----
Da: Massimo De Rigo [mailto:De_rigo@edidomus.it]
Inviato: mercoledì 13 luglio 2005 15.35
Oggetto: Re: R: Ripresa lavori e risposta FAI

Spett.le FAI Fondo Ambiente Italiano
alla c.a. del dott. Marco Magnifico,
alla c.a. della dott.ssa Federica Armiraglio,

vorrei ringraziarvi, a nome dell'Associazione Amici Cascina Linterno, per l'interessamento del FAI presso la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali in merito alla situazione del primo "luogo del cuore" milanese: Cascina Linterno.
Purtroppo la situazione oggettiva del monumento è disastrosa.
Abbiamo appurato (lettera che allego) dalla Soprintendenza indirizzata al responsabile dei lavori del Gruppo Cabassi, arch. Ciro Noja, quanto segue:
- sono autorizzati i lavori su parte della copertura (oratorio petrarchesco) e torre campanaria;
- viene sottolineato il pessimo stato di conservazione di Cascina Linterno (come già da noi segnalato al FAI) e vengono sollecitati con la massima urgenza gli studi preliminari e la presentazione del progetto di manutenzione complessiva.
La Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali ribadisce ufficialmente, quindi, che i ritardi nelle opere di messa in sicurezza dipendono esclusivamente dalla proprietà e questo è un fatto gravissimo considerando che oltre due anni fa (fine giugno 2003) segnalammo al Gruppo Cabassi i danni causati da un violento acquazzone alla preziosa struttura.
Allego anche alcune foto.
Drammatica soprattutto quella dell'oratorio petrarchesco, con la statua emblematica dell'EcceHomo abbandonata tra la fatiscenza.
Lo stesso oratorio, lasciato senza protezione e devastato dall'incuria, risulta negli atti (allegati) della visita pastorale del cardinale Ferrari (22 aprile 1900) di proprietà privata ma di uso pubblico. Godeva di perpetui privilegi ecclesiastici nel giorno di S.ta Maria Assunta ed ottava. Aveva una tavola in marmo che ricordava la presenza di Petrarca.
Queste foto descrivono, più delle parole, il martirio a cui viene sottoposta Cascina Linterno, prezioso ma fragile ostaggio di interessi multimiliardari per l'approvazione del PII di Calchi Taeggi.
Allego anche la foto dei ruderi di cascina Bagnolo presso Chiaravalle: questo non solo è un'atto di accusa verso chi distrugge la storia, ma anche un monito su ciò che resterà in pochi anni di Cascina Linterno.
Alla data odierna non si è potuto constatare ancora un solo intervento manutentivo, ma solo il disordinato assemblaggio di ponteggi arrugginiti e le promesse sempre disattese di un recupero conservativo.
Il cartello D.I.A. che annuncia l'autorizzazione ai lavori, staziona all'ingresso da sei mesi!

Gentili signori,
la vostra autorevolezza può dare un contributo decisivo alla penosa situazione, può dimostrare che il FAI vigila sul patrimonio storico che rischia l'estinzione.
Avremmo bisogno di un "riflettore" pubblico, una conferenza stampa che illustri ai milanesi la realtà oggettiva di cascina Linterno, mentre le vaghe promesse degli amministratori pubblici e della proprietà, le carte da bollo e i finti ponteggi danno una situazione puramente illusoria di un'evoluzione positiva.
Grazie per tutto quello che riuscirete a fare per la nostra comune causa.
Grazie a nome dei volontari e di tutti coloro che non si rassegnano all'estinzione di una testimonianza unica.
Massimo de Rigo
(vicepresidente Associazione Amici Cascina Linterno)
www.cascinalinterno.it

Ripresa lavori e risposta FAI

-----Messaggio originale-----
Da: Massimo De Rigo [mailto:De_rigo@edidomus.it]
Inviato: mercoledì 13 luglio 2005 15.35
Oggetto: Re: R: Ripresa lavori e risposta FAI

Spett.le FAI Fondo Ambiente Italiano

alla c.a. del dott. Marco Magnifico,
alla c.a. della dott.ssa Federica Armiraglio,

vorrei ringraziarvi, a nome dell'Associazione Amici Cascina Linterno, per l'interessamento del FAI presso la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali in merito alla situazione del primo "luogo del cuore" milanese: Cascina Linterno.
Purtroppo la situazione oggettiva del monumento è disastrosa.
Abbiamo appurato (lettera che allego) dalla Soprintendenza indirizzata al responsabile dei lavori del Gruppo Cabassi, arch. Ciro Noja, quanto segue:
- sono autorizzati i lavori su parte della copertura (oratorio petrarchesco) e torre campanaria;
- viene sottolineato il pessimo stato di conservazione di Cascina Linterno (come già da noi segnalato al FAI) e vengono sollecitati con la massima urgenza gli studi preliminari e la presentazione del progetto di manutenzione complessiva.
La Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali ribadisce ufficialmente, quindi, che i ritardi nelle opere di messa in sicurezza dipendono esclusivamente dalla proprietà e questo è un fatto gravissimo considerando che oltre due anni fa (fine giugno 2003) segnalammo al Gruppo Cabassi i danni causati da un violento acquazzone alla preziosa struttura.
Allego anche alcune foto.
Drammatica soprattutto quella dell'oratorio petrarchesco, con la statua emblematica dell'EcceHomo abbandonata tra la fatiscenza.
Lo stesso oratorio, lasciato senza protezione e devastato dall'incuria, risulta negli atti (allegati) della visita pastorale del cardinale Ferrari (22 aprile 1900) di proprietà privata ma di uso pubblico. Godeva di perpetui privilegi ecclesiastici nel giorno di S.ta Maria Assunta ed ottava. Aveva una tavola in marmo che ricordava la presenza di Petrarca.
Queste foto descrivono, più delle parole, il martirio a cui viene sottoposta Cascina Linterno, prezioso ma fragile ostaggio di interessi multimiliardari per l'approvazione del PII di Calchi Taeggi.
Allego anche la foto dei ruderi di cascina Bagnolo presso Chiaravalle: questo non solo è un'atto di accusa verso chi distrugge la storia, ma anche un monito su ciò che resterà in pochi anni di Cascina Linterno.
Alla data odierna non si è potuto constatare ancora un solo intervento manutentivo, ma solo il disordinato assemblaggio di ponteggi arrugginiti e le promesse sempre disattese di un recupero conservativo.
Il cartello D.I.A. che annuncia l'autorizzazione ai lavori, staziona all'ingresso da sei mesi!

Gentili signori,
la vostra autorevolezza può dare un contributo decisivo alla penosa situazione, può dimostrare che il FAI vigila sul patrimonio storico che rischia l'estinzione.
Avremmo bisogno di un "riflettore" pubblico, una conferenza stampa che illustri ai milanesi la realtà oggettiva di cascina Linterno, mentre le vaghe promesse degli amministratori pubblici e della proprietà, le carte da bollo e i finti ponteggi danno una situazione puramente illusoria di un'evoluzione positiva.
Grazie per tutto quello che riuscirete a fare per la nostra comune causa.
Grazie a nome dei volontari e di tutti coloro che non si rassegnano all'estinzione di una testimonianza unica.
Massimo de Rigo
(vicepresidente Associazione Amici Cascina Linterno)
www.cascinalinterno.it

domenica 26 giugno 2005

PUGLIA: San Lorenzo in Carmignano

--- Original Message ----- From: Giuliano Volpe To: PatrimonioSOS
Sent: Sunday, June 26, 2005 8:54 PM
Subject: Fw: San Lorenzo in Carmignano


Progetto San Lorenzo in Carmignano

San Lorenzo in Carmignano, a pochi chilometri da Foggia, costituisce una aree archeologiche più interessanti della Daunia. Pur essendo nota da molti anni grazie soprattutto alle foto aeree e ai documenti di archivio, non è stata finora mai oggetto di indagini archeologiche sistematiche. A partire da quest’anno l’Università di Foggia (Facoltà di Lettere, Dipartimento di scienze Umane) ha avviato un progetto di indagini storico-archelogiche diretto da Giuliano Volpe, docente di Archeologia Tardoantica e di Metodologia della ricerca archeologica, e da Pasquale Favia, docente di Archeologia Medievale, nel quadro di una ricerca generale sui paesaggi antichi e medievali della Daunia.
Le ricerche hanno avuto avvio nei giorni scorsi e prevedono la partecipazione degli studenti del Corso di Laurea in Beni Culturali dell’Università di Foggia, nei mesi di giugno-luglio e settembre-ottobre. La prima fase delle indagini consiste nella ricognizione archeologica dell’intera area, in attività di rilievo e documentazione e nella realizzazione di una serie di prospezioni geofisiche, finalizzate all’individuazione delle zone più favorevoli per l’esecuzione degli scavi, che saranno avviati nel prossimo autunno.
Il sito di San Lorenzo è sicuramente frequentato in età romana, quando è attestata nella zona una estesa proprietà imperiale, nella quale rientrava anche il vicino sito di San Giusto. Nel V secolo è documentato il saltus Carminianensis, mentre agli inizi del VI secolo risale la presenza di un vescovo, l’episcopus Carmeianensis, di cui resta traccia nel toponimo Carmignano conservato fino ad oggi.
San Lorenzo in Carmignano è attestato nelle fonti come casale nel 1092, quale dipendenza del vescovo di Troia, e nel 1197 come castrum, e assume particolare rilievo in età normanno-sveva. Importante è il ruolo svolto da nel XIII secolo nell’articolato circuito di stanziamenti di Federico II, che comprendeva anche le vicinissime residenze imperiali di Foggia e del Palatium Pantani.
Le ricerche, oltre ad un indubbio valore sotto il profilo storico-archeologico, per la possibilità di ricostruire le trasformazioni di un abitato del tavoliere tra età romana ed età medievale, sono finalizzate anche al recupero culturale, sociale e turistico di un’area periferica, dall’ingente patrimonio storico-culturale, a rischio di degrado e di speculazione edilizia.

Figure.
San Lorenzo in Carmignano: veduta aerea realizzata da John Bradford durante la seconda guerra mondiale; si notano chiaramente le varie parti dell’abitato medievale.
San Lorenzo in Carmignano: veduta aerea a bassa quota realizzata nel 2005; si notino le profonde trasformazioni subite dall’area negli ultimi decenni (Archivio Laboratorio di Archeologia, Università di Foggia).

Giuliano Volpe
Professore ordinario di archeologia tardoantica
Dipartimento di Scienze umane.
Territorio, beni culturali, civiltà letterarie, formazione
Università di Foggia
via Arpi 155 - 71100 Foggia (Italy)

mercoledì 15 giugno 2005

I PONTEGGI ATTORNO A CASCINA LINTERNO.

-----Messaggio originale-----
Da: Massimo De Rigo [mailto:De_rigo@edidomus.it]
Inviato: mercoledì 15 giugno 2005 19.17

Oggetto: I PONTEGGI ATTORNO A CASCINA LINTERNO.

I PONTEGGI ATTORNO A CASCINA LINTERNO.

I lavori di recupero per la storica Cascina Linterno (XII-XIV sec.) continuano ad essere una chimera, mentre il tempo, inesorabilmente, continua la sua opera di distruzione.
La proprietà (gruppo Cabassi) promette dall'ottobre 2003 l'inizio del cantiere di messa in sicurezza e anche recentemente sono stati messi ponteggi sopra il tetto e tra le finestre dell'oratorio, ma tutto continua a languire.
Milano non si merita questa immagine estremamente negativa.
A ridosso delle ben conservate aree agricole storiche del Parco delle Cave, solcate da marcite e fontanili medievali, Cascina Linterno è sprofondata nel periodo più buio della sua storia millenaria, così come hanno constatato nello scorso ottobre gli studiosi petrarchisti convenuti dalla Trivulziana.
Dalle foto allegate si può riscontrare la mancanza della minima cura nei ponteggi aperti sulle finestre - quasi un'agevolazione agli agenti atmosferici per distruggere quel poco che è rimasto.
Bastava poco per rivestire di plastica le griglie per dare un minimo di protezione al prezioso oratorio petrarchesco.
Dalla teca incassata nel muro l'antica statua dell'"Ecce Homo" sembra guardarci con uno sguardo di supplica per invitarci a combattere questo disastro.
Anche la recente sistemazione del borgo esterno di Linterno (apparentemente pulita, ma così poco conforme al monumento di cui è parte essenziale) rappresenta un esempio di ignoranza di sensibilità artistica.
Chi conosce la Toscana, l'Umbria e le Marche sa bene con che amore e sensibilità si possono riattare i monumenti antichi in armonia con il contesto storico.
Allego anche l'oratorio di Cascina Linterno ai tempi del progetto europeo della scuola "Benedetto Marcello" (1998).
Le immagini parlano più delle parole.
Nell'interesse della Cultura occorre contrapporsi a tutto questo scempio.
Massimo de Rigo

Associazione Amici Cascina Linterno
www.cascinalinterno.it

venerdì 3 giugno 2005

Castelnuovo

Original Message -----
From: "Castelnuovo" <
borgodicastelnuovo@libero.it>
To: "patrimoniosos" <
patrimoniosos@patrimoniosos.it>
Sent: Friday, June 03, 2005 1:23 AM
Subject: Castelnuovo


Spett.le Redazione,
purtroppo il sito ha perso la priorità per far posto alla ricerca di una giustizia storica e burocratica, l'intenzione era quella di un sito informativo del borgo, ma l'accelerazione delle operazioni lo ha portato in secondo piano. Sono in grado di fornirvi il materiale che mi chiedete, la copia del progetto su cd rom, le copie dello statuto
societario della Castelnuovo s.p.a. ( società di trasformazione urbana) copia dell'ultima deliberazione, copia della risposta della Soprintendenza ai beni culturali ( sia del Paesaggio, che Archeologici ), risposta della Curia di Rimini ( la chiesa è sotto la loro giurisdizione ) piantina dello stato pontificio ( datata 1800 c.a. ), immagini del borgo e della chiesa ecc.

CASTELNUOVO Progetto stralcio

----- Original Message -----
From: "Castelnuovo" <
borgodicastelnuovo@libero.it>
To: "patrimoniosos" <
patrimoniosos@patrimoniosos.it>
Sent: Friday, June 03, 2005 2:47 PM
Subject: Progetto stralcio


L'unica risposta della Soprintendenza ai beni Archeologici, dove viene menzionata una variante di un progetto mai presentato. Prima viene approvato poi viene chiesto il nulla-osta ( ovviamente perchè costretti ) di un progetto realizzato senza cognizione di causa.

RIMINI: Chiesa Castelnuovo

-----Messaggio originale-----
Da: Castelnuovo [mailto:borgodicastelnuovo@libero.it]
Inviato: venerdì 3 giugno 2005 2.27
A: patrimoniosos; patrimoniosos
Oggetto: Chiesa Castelnuovo

Spett.le Redazione,
purtroppo il sito a perso la priorità per far posto alla ricerca di una giustizia storica
e burocratica, l'intenzione era quella di un sito informativo del borgo, ma l'accelerazione
delle operazioni lo ha portato in secondo piano. Sono in grado di fornirvi
il materiale che mi chiedete, la copia del progetto su cd rom, le copie dello statuto
societario della Castelnuovo s.p.a. ( società di trasformazione urbana) copia dell'ultima
deliberazione, copia della risposta della Soprintendenza ai beni culturali ( sia del
Paesaggio, che Archeologici ), risposta della Curia di Rimini ( la chiesa e sotto la loro
giurisdizione ) piantina dello stato pontificio ( datata 1800 c.a. ), immagini del borgo e
della chiesa ecc.
Parte del materiale posso inviarlo via e-mail, ma in parte deve essere
spedito, quindi necessita
un indirizzo di riferimento.
Cordiali saluti.
Bartolini Gabriele

lunedì 21 marzo 2005

FORTEZZA DA BASSO: i documenti

----- Original Message -----
From: Comitati dei Cittadini - Firenze
To: "Undisclosed-Recipient:;"@smtp-out1.email.it
Sent: Monday, March 21, 2005 11:33 AM
Subject: FORTEZZA: i documenti

Cari amici,
ci scusiamo per la lunghezza del messaggio, ma crediamo che sia importante la documentazione che vi inviamo sulla questione del Parcheggio della Fortezza e dei danni che l'Amministrazione comunale sta facendo pagare ai cittadini. Riteniamo che una lettura valga la pena. Attendiamo anche le vostre opinioni al riguardo. Grazie.



LO STATO DELLE COSE:PRIMA DI TUTTO L'INFORMAZIONE i cittadini non devono pagare gli errori degli amministratori resoconto della discussione tenutasi in Consiglio Comunale lunedì 14 marzo 2005 sul parcheggio in corso di realizzazione alla Fortezza da Basso parere del Comitato di settore del Ministero Il problema del parcheggio che si è costruito in piazzale dei Lager è ritornato oggetto di dibattito acceso in questi ultimi giorni.Infatti, dopo la nuova sospensione "in via cautelare" dei lavori ordinata dal Sindaco nel gennaio 2005, e le varie ipotesi via via lanciate dal Sindaco (nomina di un gruppo di saggi per chiarire una volta per tutte se ci fosse stato scempio o no – incredibile che il nostro Sindaco con i suoi assessori a gennaio ancora avesse dei dubbi di fronte all'evidenza, denunciata dai cittadini –, richiesta al Consiglio di verificare addirittura l'ipotesi di un referendum consultivo fra i cittadini) fino alla richiesta di un parere al Comitato di settore del Ministero dei Beni Culturali, avanzata dal Soprintendente regionale Antonio Paolucci, della questione Parcheggio non se ne è saputo più nulla .Mentre si sviluppava l'indagine del Comitato di settore del Ministero (organo tecnico-scientifico consultivo della Direzione generale, che, è bene ricordare, è stato chiamato in causa essenzialmente per dire se si fossero violate leggi di tutela e se si fosse manomesso un bene culturale come la Fortezza), i tecnici dell'Amministrazione comunale, per quanto se ne sa su invito della Soprintendenza, hanno presentato alcune soluzioni migliorative a variante del progetto già realizzato e da ultimare. Ma non è già questa una prima palese ammissione da parte dell'amministrazione comunale di aver compiuto degli errori? Come mai il progetto originario, che fra l'altro costituiva una procedura di Finanza di Progetto denominata "Firenze Mobilità", è stato modificato per ben due volte e da tecnici comunali quando invece tutto questo doveva essere fatto dal Concessionario senza oneri per l'Amministrazione Comunale Concedente? Queste nuove soluzioni sono state poi sottoposte al Comitato di Settore. Il Comitato di Settore ha effettuato un sopralluogo a Firenze il 1 febbraio 2005, quindi nella seduta del 9 febbraio successivo ha formulato il suo parere. Nonostante alcune rapide ed ellittiche anticipazioni del Sindaco in una conferenza stampa convocata al suo ritorno da Roma il giorno in cui il Comitato ha formulato il suo parere, nessuno, fino alla seduta del Consiglio comunale del 14 marzo scorso, ha sentito l'esigenza di assolvere all'impegno di relazionare dettagliatamente sul pronunciamento del Comitato di settore e sui provvedimenti da prendere da parte dell'Amministrazione Comunale.In realtà l'argomento era stato messo all'ordine del giorno della seduta di lunedì 7 marzo ma non era stato possibile aprire la discussione poiché, curiosamente, il testo integrale del parere del Comitato di Settore non era stato consegnato ai capigruppo.Nonostante lo slittamento alla settimana successiva la Giunta ha approvato con deliberazione n.2005/G/00105 - N.2005/00170 dell'8 marzo 2005 oltre due milioni e 700 mila euro di costi aggiuntivi al Concessionario del progetto di Finanza "Firenze mobilità". Di questa cifra 1.847.364,50 euro si riferivano alla prima interruzione dei lavori e alle prime modifiche apportate nell'estate 2004 al parcheggio del piazzale Caduti dei Lager. Questo atto, a nostro avviso, dimostra chiaramente una grave inadempienza del Sindaco rispetto agli impegni presi di relazionare dettagliatamente il Consiglio Comunale e i Cittadini sulla questione prima di prendere ulteriori provvedimenti.Si è passati cioè da un'ipotesi addirittura di referendum fra i cittadini ad un atto monocratico le cui linee non sono state discusse neppure in Consiglio comunale al quale la delibera è stata presentata solo per un atto di ratifica.Di fronte alla situazione venutasi a configurare con la delibera 8 marzo di risarcimento a Firenze Mobilità e con lo slittamento delle comunicazioni inerenti la Fortezza al Consiglio Comunale del lunedì successivo, come Comitati dei Cittadini abbiamo indirizzato a tutti i gruppi consiliari la seguente richiesta: Firenze 11 marzo 2005Oggetto: Fortezza da Basso: Deliberazione di Giunta 8 marzo 2005 relativa al risarcimento a Firenze Mobilità S.p.a per sospensione lavori al cantiere Parcheggio Piazzale Caduti dei Lager.Premesso - che la Costituzione all'articolo 9 recita: «La Repubblica promuove lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico artistico della Nazione» e che tale principio è codificato dal Codice unico delle belle arti e del paesaggio che recepisce numerose leggi di tutela elaborate nel corso del '900 (1089/1939, 1467/39; 1/1942, 1150/42, testo unico dei beni culturali) e che tale principio debba ispirare non solo i comportamenti dei singoli cittadini ma in primis di chi eserciti funzioni pubbliche;- che con parere del 9 febbraio 2005, il Comitato Tecnico Scientifico per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Ministero dei Beni e le Attività Culturali « ritiene che alcune porzioni in calcestruzzo della costruzione, per l'estrema vicinanza con le mura della Fortezza, non ne garantiscono la necessaria tutela, in quanto determinano un'interferenza assai negativa (come sempre succede per le preesistenze monumentali), ma a maggior ragione per la Fortezza da Basso che nasce come edificio isolato. Il programmato ripristino del vallo non può avvenire in condizioni troppo diverse dalla sua presunta conformazione, di cui può costituire un esempio accettabile quello in prossimità della porta meridionale, posta vicino al bastione sud-est ove è riproposto il percorso perimetrale pedonale e la sezione inerbata a scarpa non ripida della parete del terrapieno che circonda la Fortezza. La nuova costruzione, per l'estrema vicinanza e per le sue caratteristiche formali e dimensionali, impedisce di fatto il reale ripristino del vallo in quanto la sagoma rettangolare della porzione, destinata ad uffici, immediatamente prospiciente la cortina muraria in cui si apre la Porta del Soccorso non ne consentirebbe il recupero per l'intera sezione. In sostanza la presenza così ravvicinata di una costruzione, seppur già modificata rispetto al progetto originario e mitigata da una copertura a verde, non assicura quelle condizioni di decoro e di ambiente che la vigente normativa indica fra i criteri base per una corretta tutela, ed inoltre limita fortemente la possibilità di migliorare la prospettiva e la visibilità delle parti originarie della cortina e della Fortezza rimesse in luce in conseguenza del nuovo scavo, al fine di un'opportuna valorizzazione del monumento»[ le sottolineature sono nostre];- che il Sindaco si era impegnato a illustrare pubblicamente al Consiglio Comunale e ai cittadini le decisioni della Giunta una volta che il parere del Comitato Tecnico Scientifico fosse stato emesso e che non solo non è stato mantenuto questo impegno ma che si è proceduto ad una deliberazione di Giunta per risarcimento maggiori costi dovuta alla sospensione dei lavori del cantiere in oggetto senza fornire neppure gli elementi tecnici su cui è stata quantificata la cifra dell'indennizzo e senza fornire nessuna indicazione circa le eventuali responsabilità in merito a tali sospensioni;

CHIEDIAMO a TUTTI I GRUPPI CONSILIARI

Che nel prossimo Consiglio Comunale in cui si discuterà la questione si esprimano contro la delibera in oggetto, e si chieda il ritiro della stessa e che eventuali atti della giunta in merito siano presi solo dopo una esauriente e trasparente informativa e una pubblica discussione sui molti aspetti ancora non chiariti e sulle responsabilità di quanto accaduto. " La risposta a questa nostra richiesta è avvenuta in Consiglio comunale. La discussione è stata aperta da una relazione dell'Assessore Biagi nella quale veniva ricostruita in modo parziale l'intera vicenda per arrivare a concludere che: a. quello che si è fatto finora nel piazzale dei Lager è del tutto regolare e formalmente ineccepibile; b. non c'è stata nessuna violazione delle leggi vigenti sulla tutela; c. le modifiche apportate sono dovute all'accoglimento di una particolare sensibilità espressa dai cittadini nel desiderio di tutelare i propri beni culturali (cioè una sorta di esasperato senso di tutela delle proprie bellezze legato alla particolarità dei fiorentini e del loro rapporto con il passato storico artistico); d. non si tratta quindi di danni dovuti ad errori commessi, ma di maggiori costi dovuti alla sensibilità dei cittadini e che pertanto è giusto che siano pagati dagli stessi. In sintesi possiamo dire che tutte le indagini e gli accertamenti, i pareri e le perizie promesse dal sindaco hanno partorito una delibera di pagamenti di costi non previsti dal progetto originario e un'autoassoluzione formulata da chi più volte è stato indicato come parte in causa nella vicenda. Ma non è un caso di conflitto di interessi che uno dei soggetti messi sotto accusa per qualcosa sia anche pubblico ministero e giudice di se stesso?Negli interventi successivi si è finalmente avuto una risposta da parte dei gruppi presenti in Consiglio comunale:1. Ds-Margherita-Comunisti Italiani-Verdi: hanno fatto quadrato attorno alla Giunta apprezzando e giudicando positivamente l'operato della stessa nella vicenda del parcheggio e anche il provvedimento di risarcimento deciso a favore di "Firenze mobilità". Fra gli intervenuti di questo schieramento sono da segnalare solo due particolarità. Il Consigliere Formigli ha aggiunto una postilla all'ordine del giorno colla quale si chiedeva che per il futuro progetti di finanza di progetto relativi a grande opere fossero discussi più attentamente in Consiglio Comunale. Il capogruppo dei Verdi Varrasi ha fatto un intervento che se si definisse "bulgaro" costituirebbe un'offesa alla Bulgaria, in quanto era incentrato soltanto su questi due concetti: a. a Firenze purtroppo accanto a comitati di cittadini buoni ci sono anche comitati di cittadini cattivi ai quali non va mai bene nulla per principio, quindi giusto quello che si è fatto; b. un grandissimo grazie alla giunta per la bella opera realizzata nel piazzale dei caduti dei Lager (!!!). Sulla falsariga di questi acuti interventi la maggioranza ha presentato il seguente ordine del giorno firmato da Caffaz, Formigli, Varasi, Perini, Falciani e Rotondaro: Visto l'andamento dei lavori di costruzione del parcheggio interrato in Piazza dei Caduti dei Lager in adiacenza ed a servizio della Fortezza da Basso; Vista l'Ordinanza Sindacale n. 8/05 col quale il Sindaco disponeva la sospensione dei lavori al fine di determinare la congruità paesaggistica delle soluzioni progettuali rispetto alla visione d'insieme della Fortezza da Basso e condurre altresì una valutazione del contemperamento dell'opera con gli interessi pubblici tutelati; Sentita e valutata la relazione dell'Assessore Gianni Biagi sul contenuto della verifica condotta dal Comitato di Settore del Ministero dei Beni Culturali nel merito dei progetti di completamento e definizione dell'intervento nel suo complesso; Stabilita la necessità di dare conclusione alla sospensione cautelare in modo da consentire una celere ultimazione dei lavori e la messa in servizio del parcheggio interrato a servizio del polo espositivo-congressuale della Fortezza da Basso; / il Consiglio Comunale di Firenze / 1. Esprime soddisfazione per il percorso di concertazione sull'intervento messo in atto dall'Amministrazione Comunale con il Coinvolgimento del Comitato di Settore del Ministero dei Beni Culturali che ha consentito di procedere alla valutazione delle possibili soluzioni di completamento dell'opera; 2. Prende atto della regolarità procedurale e della sostanziale compatibilità della scelta e della collocazione dell'opera nel merito della tutela dei valori storici, architettonici e paesaggistici come risultante dall'ennesimo parere espresso su questo intervento, in ultimo dal Comitato di Settore; 3. Chiede al Sindaco ed alla Giunta Comunale di procedere nella formazione degli atti amministrativi che consentano la ripresa e la conclusione delle opere prendendo atto dell'indicazione di preferenza espresso dal parere del Comitato di Settore sulla proposta progettuale che prevede l'ampliamento dello spazio a quota della ritrovata "Porta di Campagna" sottostante sottostante le mura della Fortezza da Basso. 4. Si riserva, stante l'attuale iter intrapreso, di valutare la necessità di procedere ad ulteriori approfondimenti o ad attivare eventuali forme di consultazione, solo dopo che saranno attuati i provvedimenti emanati dall'Amministrazione per l'individuazione dell'assetto finale dell'opera. Si sottolinea come questo ordine del giorno sia stato votato da tutti i consiglieri della maggioranza presenti (nemmeno un'astensione di coscienza). 2. Casa delle Libertà: l'ordine del giorno presentato di fatto non diceva nulla, incomprensibile nel contenuto e nella forma, dove di fatto si dava il via libera alla delibera della Giunta di pagamento dei maggiori costi alle imprese e chiedeva in futuro che il Consiglio fosse investito maggiormente almeno nella discussione dei grandi progetti da eseguire in finanza di progetto (cioè la stessa cosa richiesta anche dal Consigliere Formigli nel suo addendum). Si sottolinea come le due mozioni, quella della maggioranza come quella presentata da Donzelli, di fatto hanno concordato pienamente nel mandare avanti la questione come proposto dall'Assessore Biagi e dalla Giunta con la sua delibera dell'8 marzo.3.

L'unico ordine del giorno che ha veramente recepito le istanze avanzate dai Comitati dei Cittadini è stato invece quello presentato da Ornella De Zordo e Monica Sgherri e così formulato:

PREMESSO che con parere del 9 febbraio 2005, il Comitato Tecnico Scientifico per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Ministero dei Beni e le Attività Culturali «ritiene che alcune porzioni in calcestruzzo della costruzione, per l'estrema vicinanza con le mura della Fortezza, non ne garantiscono la necessaria tutela, in quanto determinano un'interferenza assai negativa… La nuova costruzione, per l'estrema vicinanza e per le sue caratteristiche formali e dimensionali, impedisce di fatto il reale ripristino del vallo …. In sostanza la presenza così ravvicinata di una costruzione, seppur già modificata rispetto al progetto originario e mitigata da una copertura a verde, non assicura quelle condizioni di decoro e di ambiente che la vigente normativa indica fra i criteri base per una corretta tutela, ed inoltre limita fortemente la possibilità di migliorare la prospettiva e la visibilità delle parti originarie della cortina e della Fortezza rimesse in luce in conseguenza del nuovo scavo, al fine di un'opportuna valorizzazione del monumento»;

SOTTOLINEATO che il parere del Ministero dei beni Culturali rilevava: «il parere espresso dalla Sovrintendenza nella Conferenza dei Servizi del 23/11/2003 che richiedeva la costruzione del parcheggio interrato e non emergente rispetto alla sistemazione ottocentesca del Poggi», mentre di tale parere non si è successivamente tenuto conto senza fornire le motivazioni di decisioni diverse;

RILEVATO inoltre che il «Comitato ritiene che la presenza del nuovo parcheggio dovrebbe prima di tutto essere più rispettosa del monumento e quindi garantire quelle condizioni di salvaguardia che la vigente legislazione prevede»;

CONSIDERATO che la società civile e i cittadini si sono mobilitati, invocando il rispetto della legislazione vigente in materia di tutela del paesaggio e del patrimonio storico artistico, e hanno indotto l'amministrazione a fermare e modificare i lavori, con l'abbattimento del «corpo di fabbrica destinato ad uffici, immediatamente a ridosso della Fortezza», così come indicato nel parere del Ministero;

VISTO che il Sindaco si era impegnato a illustrare pubblicamente al Consiglio Comunale e ai cittadini le decisioni della Giunta una volta che il parere del Comitato fosse stato emesso;

VALUTATO che è necessaria la massima trasparenza sulle responsabilità e sulle modalità di quantificazione dell'indennizzo;

APPRESO che la Giunta ha già deliberato in data 8/3/2005 sul risarcimento dei danni;

IMPEGNA IL SINDACO
- a revocare la delibera n.170/2005 del 8/3/2005 con oggetto "Finanza di progetto 'Firenze Mobilità' - Terzo verbale di ricognizione, presa d'atto";
- all'accertamento delle responsabilità rispetto alle irregolarità ed errori nell'iter progettuale;
- alla massima trasparenza sulle modalità di quantificazione dei costi di indennizzo e demolizione;
- a una apposita sessione del Consiglio Comunale dedicata agli atti amministrativi relativi al recupero dei fondi necessari per l'indennizzo e per la parziale demolizione del manufatto."


Questo ordine del giorno è stato votato oltre che dai presentatori e dai consiglieri di Rifondazione Comunista, e questo ci sembra una cosa molto importante, anche dal Consigliere dell'UDC Mario Razzanelli che nella sua espressione di voto si è dichiarato d'accordo con quanto richiesto nell'ordine del giorno.

Sulla base di tutto questo riteniamo che ciò che è successo in Palazzo Vecchio lunedì 14 marzo sia di una gravità sconcertante: una maggioranza che si autoassolve nel modo più vergognoso; un'opposizione di centro destra che, con un'unica eccezione, di fatto appoggia questa autoassoluzione.

Rileviamo tuttavia il valore di un piccolo gruppo di consiglieri che dimostra di saper ascoltare le istanze dei cittadini. Noi continuiamo a credere che prima di tutto ci si debba confrontare politicamente e attraverso le istanze istituzionali rappresentative; ma quando la maggioranza di un Consiglio comunale si esprime come in quello al quale abbiamo assistito, siamo di fronte alla necessità di lanciare una nuova mobilitazione di massa su questo problema (come attraverso l'appello lanciato insieme a Amici della Terra, Cantieri Solidali, Italia Nostra, Legambiente, Rifondazione Comunista, Unaltracittà-Unaltromondo e WWF) e a chiedere l'intervento delle autorità giudiziarie, penali e amministrative, per tutelare interessi generali come i beni culturali e le finanze pubbliche.

* * * parere integrale del Comitato di settore Ministero per i Beni e leAttività Culturali, Comitato Tecnico-Scientifico per i BeniArchitettonici e Paesaggistici

È indubbia la grande rilevanza storica architettonica della Fortezza da Basso con specifico riferimento, nel caso in esame, alle mura esterne costituite in buona parte in mattoni di cotto e in misura minore, in conci di pietra forte a bugnato con cornice a toro soprastante la parte basamentale a scarpa. La fortezza in origine era circondata da un profondo vallo delimitato da un lato dalle stesse mura e dall'altro da un terrapieno, rispetto al quale, vista dalla città, la fortezza emergeva non per tutta la sua reale altezza ma soltanto per la parte superiore.Dalla documentazione storica esaminata non sono emersi elementi certi circa la sezione esatta del vallo, anche se si può ricavare orientativamente la quota del terrapieno che lo definiva in rapporto alla città e quindi, di conseguenza, l'immagine urbana della fortezza stessa, le cui porte, a quota del vallo, non erano visibili dal nucleo abitato.Le modifiche (le più significative ai nostri fini) eseguite in epoca ottocentesca dal Poggi hanno prodotto l'interramento del vallo, aperto porte a livello del terrapieno che è stato sistemato a giardino e creta una nuova viabilità a mo' di circonvallazione (viali).In sostanza quindi, rispetto allo stato originario, la fortezza ed il suo contesto ci sono giunti con rilevanti modificazioni da non sottovalutare e assai significative sotto il profilo della storia del monumento e della città. Recenti interventi di sistemazione urbana (piazza antistante la Porta Faenza) hanno riportato alla vista le mura, in tutta la loro altezza, riproposto il vallo (percorribile pedonalmente) ma ciò è limitato solo ad alcuni tratti del perimetro, in quanto in altri è rimasta la sistemazione ottocentesca del Poggi.Attualmente quindi la fortezza evidenzia sia il presunto aspetto originario, sia le trasformazioni successive che ne documentano l'evoluzione storica ma anche quelle del contesto circostante.L'area occupata dal cantiere era negli ultimi anni utilizzata come parcheggio di autobus posto a quota variabile pari mediamente a circa + 46,60 m. in corrispondenza della Porta del Soccorso (porta alla Campagna) la quale si trovava interrata a quota pari a circa m. 43,00. Può essere condivisibile e rispondente a esigenze di funzionalità urbana, anche in rapporto alla destinazione d'uso ormai consolidata della Fortezza, il programma di attrezzare adeguatamente l'area a parcheggio organizzato e condivisibile il parere espresso dalla Soprintendenza nella Conferenza di servizi del 23/11/2001 che richiedeva la costruzione del parcheggio interrato e non emergente rispetto alla sistemazione ottocentesca del Poggi.Allo stato attuale, il Comitato di Settore, pur prendendo atto di quanto realizzato, ritiene che alcune porzioni in calcestruzzo della costruzione, per l'estrema vicinanza con le mura della fortezza, non ne garantiscono la necessaria tutela, in quanto determinano un'interferenza assai negativa (come sempre succede per le preesistenze monumentali), ma a maggior ragione per la Fortezza da Basso che nasce come edificio isolato.Il programmato ripristino del vallo non può avvenire in condizioni troppo diverse dalla sua presunta conformazione, di cui può costituire un esempio accettabile quello in prossimità della porta meridionale, posta vicino al bastione sud-est ove è riproposto il percorso perimetrale pedonale e la sezione inerbita a scarpa non ripida della parete del terrapieno che circonda la Fortezza.La nuova costruzione, per l'estrema vicinanza e per le sue caratteristiche formali e dimensionali, impedisce di fatto il reale ripristino del vallo in quanto la sagoma rettangolare della porzione, destinata ad uffici, immediatamente prospiciente la cortina muraria in cui si apre la Porta del Soccorso non ne consentirebbe il recupero per l'intera sezione.In sostanza, la presenza così ravvicinata di una costruzione, seppur già modificata rispetto al progetto originario e mitigata da una copertura a verde, non assicura quelle condizioni di decoro e di ambiente che la vigente normativa indica tra criteri base per una corretta tutela, ed inoltre limita fortemente la possibilità di migliorare la prospettiva e la visibilità delle parti originarie della cortina e della Fortezza rimesse in luce in conseguenza del nuovo scavo, al fine di un'opportuna valorizzazione del monumento.Il progetto prevede inoltre la creazione sopra il nuovo parcheggio di un'area verde. A tale proposito il Comitato di Settore raccomanda che il terrapieno sia caratterizzato da un profilo con andamento 'mosso' e la sistemazione superficiale sia a disegno semplificato al massimo, con percorsi pedonali non pavimentati che si snodano tra spazi sostanzialmente a prato, privi di barriere verdi continue, il tutto a quote il più possibile vicina a quella della sistemazione ottocentesca circostante e lentamente digradanti verso i viali limitrofi. Viene raccomandata la massima attenzione nella progettazione esecutiva di tutti quegli elementi e quei particolari che caratterizzano l'immagine finale della sistemazione: gli accessi al parcheggio, i raccordi di quote, fra il vallo e il giardino, fra quest'ultimo, i viali, la linea ferroviaria che, essendo posta a quota alta, fa percepire la sistemazione e la stessa fortezza da un punto di vista assai singolare ma significativa e assolutamente da non trascurare.Grande importanza è perciò da attribuire in generale al rapporto col contesto: a tale proposito sarebbe anche auspicabile continuare la doppia cortina alberata di platani e tigli progettata dal Poggi ed ancora in parte esistente lungo il lato nord-ovest del Viale Filippo Strozzi e riprogettare le connessioni ambientali e paesaggistiche con la città circostante, in modo particolare appunto ove sono presenti episodi di forte impatto come la linea ferroviaria e i percorsi veicolari sopraelevati.Si suggerisce che la studio prenda in considerazione tutta le area perimetrale della Fortezza, per una più omogenea armonizzazione.In sostanza quindi il Comitato ritiene che la presenza del nuovo parcheggio dovrebbe prima di tutto essere più rispettosa del monumento e quindi garantire quelle condizioni di salvaguardia che la vigente legislazione prevede; che non debba ignorare le modificazioni storicizzate ma che nello stesso tempo possa essere occasione per la riqualificazione del contesto circostante attraverso una progettazione attenta di tutto l'insieme e la messa in relazione dei vari episodi urbani circostanti con l'imponente mole del monumento, per offrire di esso una corretta visione nell'ambito di un uso consono.Tutto ciò premesso, il Comitato ritiene che fra le varie soluzioni prospettate per la sistemazione dell'area, già richieste dalla Soprintendenza, debba essere sviluppata quella che prevede la nuova costruzione interrata ad una congrua distanza dal monumento; la riproposizione del vallo con parete a scarpa genericamente inerbita e digradante per restituire quelle condizioni di spazialità ambientale fondamentali per la tutela, nel momento in cui viene modificata in parte la sistemazione ottocentesca.Tutto ciò non può essere realmente garantito, se non eliminando il corpo di fabbrica destinato ad uffici, immediatamente a ridosso della fortezza e ristudiando, secondo i criteri esposti, la sistemazione dell'ambito circostante il monumento, fino alle sue connessioni con la città costruita. I

L PRESIDENTE
Arch. Marisa BONFATTI PAINI