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sabato 13 maggio 2006

Cagliari. Area archeologica salva ?

----- Original Message -----
From: stefano deliperi Sent: Saturday, May 13, 2006 5:08 PM
Subject: area archeologica salva ?



Cari amici, la piccola area archeologica di Viale S. Avendrace può diventare la "porta" del parco archeologico-ambientale di Tuvixeddu in corso di realizzazione..se si acquisisce in tempo ! Per ora è salva... Buona lettura.....

Stefano Deliperi

Gruppo d'Intervento Giuridico

ulteriori informazioni su
http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it/

da La Nuova Sardegna, 13 maggio 2006
La Regione ferma le ruspe fra le tombe puniche. Il sito storico dichiarato di interesse pubblico: bloccato per tre mesi il cantiere di Sant'Avendrace. Al posto del palazzo Soru progetta l'ingresso al parco archeologico. MAURO LISSIA

CAGLIARI. Mentre le ruspe rullavano sulle tombe puniche di viale Sant'Avendrace il sindaco Emilio Floris e la Sovrintendenza archeologica guardavano altrove. Alla fine, dopo l'annuncio del 22 marzo, è stata la Regione a prendere le cose in mano: lavori bloccati per tre mesi, in attesa che in base alle norme l'area venga dichiarata "di notevole interesse pubblico". La delibera della giunta è stata firmata ieri e conferma la volontà espressa dal governatore Renato Soru e dall'assessore agli affari generali Massimo Dadea: trasformare il cantiere a ridosso della necropoli nella porta del futuro parco archeologico della città. Nelle prossime ore il provvedimento verrà pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione e trasmesso all'amministrazione comunale, che dovrà farlo osservare senza averlo richiesto. Una sorta di conflitto di sensibilità: malgrado una sentenza esecutiva del Tar la giunta comunale mantiene sull'anfiteatro romano una coltre di legname costata sei miliardi di lire che inorridisce i cagliaritani da quasi sei anni, la Regione si muove per evitare che un sito archeologico venga nascosto dal cemento. Un po' come per il Poetto: la Provincia oscurava la spiaggia storica della città e il sindaco Floris aspettava in silenzio, malgrado la cosa lo riguardasse direttamente. E che si tratti di un sito importante è certo: nella delibera della giunta regionale si fa riferimento a "un sistema di grotte e di emergenze di indubbio interesse e valore storico e archeologico, strettamente connesso con l'area di Tuvisceddu". Gioielli del passato remoto invisibili fino a quando i bulldozer non hanno abbattuto il groviglio di casette che esisteva da un secolo per fare spazio a un nuovo edificio, proprio al fianco della 'Grotta della Vipera', tra i numeri civici 35 e 55 del viale Sant'Avendrace. Sono state le associazioni ambientaliste ad annunciare lo scempio e a denunciarlo, Soru e Dadea hanno letto i giornali e sono andati a vedere di persona. L'idea di sfruttare diversamente quello spazio è nata così, con un semplice sopralluogo. Poi i collaboratori di Soru hanno cercato le norme di tutela su cui basare la delibera: c'erano e si sapeva, soltanto in municipio se n'erano dimenticati. Ora i dirigenti di viale Trento dovranno discutere con l'impresa titolare dei lavori e con il privato. Il decreto legislativo 138 però sembra lasciare poche speranze a chi volesse ostacolare la volontà di Soru: è la Regione che ha "l'obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione delle cose immobili che rivestano carattere di bellezza naturale o paesaggistica e di interesse archeologico". Il Comune aveva autorizzato ("legittimamente" è scritto nella delibera) l'apertura del cantiere senza chiedere alcun intervento della Regione. Le autorizzazioni erano a posto e tanto bastava. Eppure la situazione appariva chiara: demolite le vecchie costruzioni che nascondevano il colle di Tuvixeddu, sono apparse subito le sepolture millenarie, minacciate ormai da un'infinità di progetti immobiliari autorizzati dalle varie amministrazioni comunali di centrodestra. Finora i bulldozer si sono limitati a spianare l'area, dove dovevano essere realizzate le fondamenta del nuovo edificio. La Regione assumerà la proprietà dell'area e incaricherà i progettisti di collaborare con la Sovrintendenza archeologica: al posto del solito palazzo, verrà realizzato un piazzale d'ingresso attrezzato.
Ora si attende che la Regione faccia giustizia in un'altro sito storico della città: i bastioni Santa Croce. Con una delibera votata in extremis nell'assemblea civica, cui si è opposto soltanto il consigliere socialista Piero Comandini - il centrosinistra si è coraggiosamente astenuto, con un omaggio postumo a Pilato - il consiglio comunale ha dato il via libera al progetto di installazione dei tapis roulant destinati a cancellare l'antica passeggiata cagliaritana. Ignorati i pareri di storici e intellettuali, una petizione con centinaia di firme e la volontà manifestata chiaramente e rumorosamente dagli abitanti del Castello, la giunta Floris è decisa a portare acciaio e calcestruzzo sulle pietre antiche del bastione, un sistema di camminamenti mobili che nessuno è in grado di stabilire a che cosa serva. I turisti - come confermano i dati dell'ufficio del turismo - sono in costante diminuzione, gli accessi al rione storico sono numerosi e in gran parte agevoli. Se qualche impresa ha bisogno di lavorare, forse sarebbe meglio andasse in periferia.
LE REAZIONI. Soddisfatti gli ambientalisti "Ora il progetto per il parco"
CAGLIARI. I più felici sono gli ambientalisti, i primi a denunciare quanto stava avvenendo sotto gli occhi di tutti i cagliaritani in viale Sant'Avendrace: Stefano Deliperi esprime "forte soddisfazione" a nome del Gruppo di intervento giuridico e degli Amici della Terra, plaude all'ipotesi di soluzione che prevede l'acquisizione dell'area "a titolo bonario" e auspica che si faccia molto in fretta. Per Legambiente quella assunta dalla Regione è "una decisione di grande importanza perchè, seppure il provvedimento di sospensione dei lavori riguardi solo il cantiere di Sant'Avendrace, la giunta regionale assume l'impegno di adottare provvedimenti di carattere più generale con la dichiarazione di notevole interesse pubblico dell'area". Legambiente esprime soddisfazione per una decisione che arriva "dopo tante richieste e appelli dell'associazione, a cui hanno aderito cittadini, parlamentari, consiglieri regionali e comunali e il presidente della Provincia di Cagliari" dichiarandosi "consapevole che la sospensione di tre mesi rappresenta il massimo che la giunta regionale può adottare nell'ambito degli strumenti vigenti" mentre ribadisce il "giudizio fortemente negativo sull'operato della Soprintendenza archeologica". L'associazione auspica che la sospensione "possa essere l'occasione per un cambio di rotta delle istituzioni pubbliche e finalmente si possa delineare un progetto di Parco archeologico e paesaggistico". Anche il candidato sindaco del centrosinistra Gian Mario Selis (Dl) prende atto "con soddisfazione" della sospensione del cantiere nell'area di Tuvixeddu e riconosce alla giunta regionale di essersi mossa per tempo "evitando la costruzione di un palazzo che avrebbe ostruito l'accesso alla necropoli".
IL COSTRUTTORE. "Sbalordito, perchè la Regione si muove soltanto adesso?"
CAGLIARI. "Sono sbalordito": l'amministratore delegato della società "Cocco R. Costruzioni srl.", Raimondo Cocco, commenta così la delibera approvata stamane dalla giunta regionale che ha imposto uno stop cautelativo di tre mesi alla costruzione di un palazzo in viale Sant'Avendrace, a ridosso della zona archeologica di Tuvixeddu, in attesa dell'adozione di provvedimenti che dichiarino il notevole interesse pubblico dell'area. "Non capisco perchè questa decisione arrivi adesso - dice Cocco all'Agenzia Italia - prima di perfezionare l'atto d'acquisto dell'area ho atteso che giungessero a buon fine tutte le procedure richieste dalla legge. Per due mesi giorni ho atteso che la Regione esercitasse l'opzione d'acquisto. Non l'ha fatto. Il vecchio proprietario, prima di vendere, aveva dichiarato tutte le caratteristiche dell'area, come prevede l'articolo 59 del Codice Urbani. Mi chiedo perchè la Regione si svegli solo adesso. Mi sembra ingiusto. A Cagliari - ha concluso l'amministratore delegato - ci sono tante aree libere. Mi chiedo perchè si debba intervenire e creare problemi nel caso in cui ci siano progetti regolarmente autorizzati". L'atto di vendita dell'area, compresa tra i numeri civici 35 e 55 di Viale Sant'Avendrace, è stato concluso nel dicembre del 2004 e poi perfezionato nell'aprile 2005. L'articolo 60 del decreto legislativo 42/2004, il cosiddetto Codice Urbani, prevede che il "ministero, la Regione e altro ente pubblico territoriale interessato hanno la facoltà di acquistare, in via di prelazione, i beni culturali alienati a titolo oneroso al medesimo prezzo stabilito nell'atto di alienazione". Il progetto del palazzo da destinare a uso residenziale e commerciale, prevede una volumetria di 5.200 metri cubi e 18 appartamenti.