Presentazione dell'iniziativa: PAESAGGIOSOS.

Questo è il blog del sito PatrimonioSos, nato nel 2002 per iniziativa di semplici cittadini che operano in maniera del tutto volontaria e disinteressata per la difesa del patrimonio artistico italiano.

Nel corso degli anni alla redazione di PatrimonioSos sono arrivate numerose immagini che documentano danni al patrimonio e al paesaggio perpetrati in tutto il territorio nazionale e che per ragioni tecniche non è stato possibile inserire nel sito.

Ora grazie a questo strumento intendiamo mettere progressivamente online il nostro archivio fotografico e soprattutto integrarlo con nuove foto.

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lunedì 30 gennaio 2006

Tuvumannu: usciamo fuori dal tunnel !

----- Original Message -----
From: stefano deliperi Sent: Monday, January 30, 2006 4:55 PM
Subject: usciamo fuori dal tunnel !

Cari amici, come se non bastassero i rischi che già correva, ora il Colle di Tuvixeddu - Tuvumannu deve esser anche "bucato" da un tunnel stradale. Ma per quale motivo ? Buona lettura.....
Stefano Deliperi
Gruppo d'Intervento Giuridico

ulteriori informazioni su http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it/

da La Nuova Sardegna, 30 gennaio 2006
Dopo le proteste e le richieste d'intervento alla Regione, nuova iniziativa per fermare i lavori sul colle di Tuvumannu. Tunnel, al giudice esposto ambientalista.
Il gruppo d'intervento giuridico: "Strada pericolosa per la sicurezza"

CAGLIARI. Un esposto alla magistratura è stato presentato per il tunnel che condurrà a Tuvixeddu. Il ricorso, spedito anche alle pubbliche amministrazioni interessate, è stato fatto dal Gruppo di intervento giuridico e dagli Amici della terra, ed è relativo ai "cedimenti del terreno immediatamente continguo ai palazzi di via Castelli", che stanno creando "notevole allarme sociale". L'esposto interessa il primo lotto della strada di scorrimento veloce che da via Cadello dovrebbe arrivare sino a via San Paolo. E che prevede anche un tunnel che da un'area adiacente a via Castelli dovrebbe arrivare sino a vi a Is Maglias per poi confluire nella curva di via Vittorio Veneto. Già nel novembre dello scorso anno il consiglio dei docenti del circolo didattico "Is Mirrionis" e le associazioni ecologiste che hanno presentato l'esposto erano corsi in aiuto della scuola elementare "Italo Stagno", "anch'essa fortemente minacciata dai lavori in corso per la realizzazione del tunnel". L'imbocco del sotto passaggio delle auto sarà infatti contiguo alla scuola, "con tutti gli evidenti, quanto ovvi, pesanti impatti ambientali e sulla sicurezza, nonché sulla stessa didattica".
Per questo motivo al presidente della Regione, agli assessori regionali della Difesa dell'ambiente e dei Beni culturali e al sindaco le due organizzzioni ambientaliste avevano rivolto un'istanza per la sospensione dei lavori e "la predisposizione di un'adeguata variante progettuale" volta alla "mitigazione dell'impatto ambientale e del miglioramento della sicurezza". Il problema, però, è che questa strada, affermano, appare avere oggi "ben poca se non nulla utilità". Dopo diverse proteste, nell'ottobre scorso venne infatti concluso un accordo informale tra la Regione, il Comune e l'impresa che sta facendo i lavori. Intesa che prevede, fra i vari punti, "sostanzialmente l'eliminazione del secondo e terzo lotto del detto progetto viario". Il che rende il primo lotto "inutile". Ma visto che per questo modulo, precisano gli ambientalisti, "un annullamento totale dell'opera appare difficile, pur essendo la soluzione logica, la mitigazione dell'impatto ambientale e il miglioramento della sicurezza emergono come i minimi correttivi da fare per rendere quest'opera pubblica meno indecente ed offensiva per la collettività cagliaritana".12:06 - Notizie AGI Tunnel tuvumannu: nuovo esposto ecologisti

(AGI) - Cagliari, 30 gen. - Nuovo esposto alle pubbliche amministrazioni ed alla magistratura delle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d'Intervento Giuridico sui lavori in corso relativi al primo lotto, tratto Via Cadello - Via Is Maglias, del progetto di "intervento di riqualificazione urbana ed ambientale dei Colli di Sant'Avendracee. Realizzazione viabilita' di penetrazione urbana via Cadello- via S. Paolo".
In questi giorni - e' scritto in una nota - si sono verificati anche cedimenti del terreno immediatamente contiguo ai palazzi di Via Castelli, creando notevole allarme sociale. Gia' nel novembre 2005 il Consiglio di circolo "Is Mirrionis", il Consiglio dei docenti del Circolo didattico "Is Mirrionis" e le associazioni ecologiste erano corsi in aiuto della Scuola Elementare "Italo Stagno", anch'essa fortemente minacciata dai lavori in corso per la realizzazione del tunnel, il cui imbocco sara' contiguo alla scuola, con tutti gli evidenti quanto ovvi pesanti impatti ambientali e sulla sicurezza, nonche' sulla stessa didattica. (AGI)
Red/Sol

sabato 14 gennaio 2006

Aliga a Cagliari

----- Original Message -----
From: stefano deliperi Sent: Saturday, January 14, 2006 4:49 PM
Subject: aliga a Cagliari

Cari amici, sotto trovate alcune notizie in relazione all'ennesima emergenza rifiuti cagliaritana. Buona lettura...
Stefano Deliperi
Gruppo d'Intervento Giuridico

ulteriori informazioni su http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it/

da La Nuova Sardegna, 12 gennaio 2006
La polemica inutile tra istituzioni e le multe in arrivo. Rifiuti, tariffe sberla ai cittadini. Non c'è la filiera necessaria per raccogliere e poi smaltire. Accuse dalla Provincia: soltanto il capoluogo non riesce a fare una serie selezione sull'immondizia. ALESSANDRA SALLEMI

CAGLIARI. L'altra faccia della polemica Regione-Comune sull'emergenza rifiuti è quella del cittadino che prenderà una sberla con le prossime bollette. L'unica cosa che si comprende bene dalle dichiarazioni del sindaco e da quelle dell'assessore regionale è che Cagliari sarà multata, non importa (sotto questo profilo) per colpa di chi e la bolletta media di 157 euro subirà un'impennata. In cinque anni le tariffe sono cresciute del 68,7 per cento come informano gli ambientalisti di Gruppo di intervento giuridico e Amici della Terra, i quali sottolineano che la Sardegna e Cagliari in particolare tendono ad aggiudicarsi tutti i primati negativi: solo il Molise è più lenta della Sardegna nell'adeguarsi al decreto Ronchi, ma Cagliari riesce a essere al 5° posto fra le città per i rialzi delle tariffe negli ultimi 5 anni senza, però, come altre, aver innescato un'efficiente raccolta differenziata. Gli ambientalisti hanno calcolato che, se anche non ci sarà la sanzione, i cagliaritani per il 2006 pagheranno una media di 190 euro l'anno e senza aver raggiunto almeno la media nazionale del 21 per cento di 'differenziato'.
Si è capito che la multa arriverà perché il Comune non riesce a dividere i rifiuti in modo da mettere da parte un dieci per cento di immondizia umida. D'altronde, un giro per la città, ieri mattina, confermava quel che le percentuali denunciano: non è semplice nel capoluogo essere cittadini virtuosi sul fronte immondizia. E non c'è bisogno di andare fino alle trascurate periferie: ovunque i cassonetti per la raccolta indifferenziata, quelli di alluminio che resistono negli anni, sono ancora dove li abbiamo sempre visti, mentre risultano rari e, come già detto, poco adatti al bisogno, quelli gialli, rossi e azzurri. Ci si faccia caso: in centro, lungo ciascun isolato, su almeno tre strade compaiono i cassonetti per l'indifferenziato mentre quelli per carta, plastica e vetro risultano raggruppati in una strada soltanto oppure proprio non ci sono. Rosaria Congiu assessore provinciale all'ambiente non ha dubbi: fino a quando ci saranno in giro i cassonetti indifferenziati, la raccolta divisa per materiali si fermerà sempre su percentuali minime. In materia di rifiuti la Provincia deve fare due cose: dare esecuzione al piano regionale con un piano proprio, condurre i controlli anti inquinamento sugli impianti dell'intera filiera dello smaltimento. A proposito del primo aspetto valga un esempio: se la Regione stabilisce che le discariche di servizio per un inceneritore debbano andare in aree ritenute idonee sulla base di una serie di parametri, l'ente chiamato a stabilire quali siano queste aree nel territorio è la Provincia. Non è un esempio casuale perché il tema discarica di servizio apre un capitolo controverso dell'attuale emergenza. La discarica di servizio serve per le ceneri della termovalorizzazione (dalla combustione dei rifiuti si produce energia elettrica), Tecnocasic cerca da anni una discarica alternativa a Sarroch (colma), ma tutte le pratiche aperte e fallite hanno portato alla fine nell'unico impianto pronto a salvare il capoluogo e i dintorni con ampliamenti ripetuti. Si parla della discarica di Ecoserdiana ormai giunta al riempimento che, anche stavolta, sarebbe pronta ad allargarsi, ma le popolazioni si sono ribellate e vantano i comuni del Parteolla (territorio di appartenenza della discarica) come virtuosissimi col 70 per cento di raccolta differenziata avviata capace di produrre premi e non multe da scaricare sui cittadini. Insomma Tecnocasic dovrà tirare fuori dal cassetto proposte finalmente accettabili (le aree le individua la Provincia ma la proposta dei siti deve giungere dall'entità interessata alla discarica): due arrivate in passato sono state bocciate perché non hanno retto alla valutazione di impatto ambientale, quelle successive risalgono al novembre scorso, l'assessore garantisce un'istruttoria attenta, ma si racconta che il sito non sia individuato con troppa chiarezza (uno ad Assemini, l'altro a Uta) e, soprattutto, uno di questi due, se la cartina non è eccessivamente infedele, è a ridosso di un corso d'acqua. Altra questione su cui Tecnocasic dovrebbe affrettarsi è l'annunciato impianto per produrre compost (concime) dal rifiuto umido: ora c'è solo uno scavo, ci si chiede come mai Tecnocasic insista a suggerire di ricevere l'autorizzazione a impegnarsi nella preselezione di tutti i rifiuti che non sono carta, plastica, vetro e alluminio se, nella realtà di questi giorni, non sa dove mettere le ceneri e tantomeno è pronto per produrre compost. Infine, le tariffe per la termodistruzione. Anche secondo l'assessore Congiu si tratta di cifre eccessive che i comuni soci di Casic-Tecnocasic avrebbero il dovere di mettere in discussione: perché finora nessuno l'ha fatto?


La storia è cominciata quattro anni fa con la costituzione della società mista Sam tra Municipio e privati. Un lungo mistero tra pasticci e affari. Innumerevoli ricorsi e contro-ricorsi: sullo sfondo cinquecento milioni
ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. Rifiuti, affari e pasticci hanno contrassegnato l'era della Sam, la società mista Comune-privati inutilmente costituita per la gestione dei rifiuti): periodo terminato il 10 novembre del 2004 con la sentenza del Consiglio di Stato. Quel giorno il giudice amministrativo d'appello respinse la richiesta di sospensiva avanzata dalla Wastemanager sulla vertenza-Sam, chiudendo in tal modo un groviglio di dispute legali. In precedenza, il 9 giugno dello stesso anno, il Tribunale amministrativo regionale (Tar) aveva annullato l'appalto per il parternariato nella Sam, vinto dalla Wastemanager. Una delle società escluse (la De Vizia) aveva fatto, infatti, ricorso. E tutto fu bloccato. Poi la sentenza che ha dato ragione al ricorrente e, infine, il Consiglio di Stato che ha respinto il contro ricorso della vincente iniziale (giudizio successivamente confermato anche nel merito). Il pastrocchio era iniziato nel 2002 quando l'amministrazione municipale, per mettere ordine nella gestione dei rifiuti, pensò a tutto quello che si sarebbe dovuto fare, mise nero su bianco e ne fece la ragione sociale della Sam, col Comune proprietario al 51 per cento e il privato al 49. Poi venne bandito l'appalto per la scelta del partner. Ma un errore materiale, capitato durante l'apertura delle buste, ha permesso alla De Vizia di rientrare in scena. Ma perchè tutto questo accanimento per questo appalto? Perchè la posta in gioco era un contratto di vent'anni per complessivi cinquecento milioni di euro. All'apertura delle buste risultò vincitrice il raggruppamento Waste-Termomeccanica-Itainvest che offrì un canone annuo di quasi 43 miliardi di vecchie lire più Iva. Ma, come accennato, i perdenti presentarono ricorso al Tar. Poco dopo un tentativo di riconciliazione portò a un accordo tra le parti e anche gli esclusi furoni inglobati. Ma la pace durò pochi mesi: altri dissidi rimisero in primo piano le carte bollate. Poi la confusione si è aggiunta al caos come nel caso dell'affidamento, dal Comune a terzi, di una consulenza per la raccolta differenziata: una trattativa privata per il ritiro di imballaggi e carta, a cui ha fatto seguito un esposto al Tar della Sam (col Municipio azionista di maggioranza) contro l'affidamento deciso dallo stesso Municipio. Poi la società Sam ha sbaraccato e il paradosso è rientrato. E vi furono anche roventi polemiche come per una parcella di, cinquecentomila euro, pagata dall'amministrazione allo studio di un noto avvocato (Ovidio Marras) per tutelare il Comune nella vertenza Sam. Ed ancora: per due anni vi furono i costi di un presidente, un consulente e altri funzionari della Sam, per poi dimostrarsi una spesa del tutto inutile. Il settore dei rifiuti è particolarmente delicato perchè considerato a rischio di ecomafia, come dimostrato da numerose sentenze giudiziarie nazionali. In Sardegna non c'è stato questo inquinamento ma il comparto sembra abbonato alla sfortuna. Anche se va ricordato che, per la Sam, tutto è iniziato per un errore materiale durante l'appalto. Finita l'era della società mista, l'amministrazione ha deciso di fare un appalto per l'affidamento esterno del servizio: per sei mesi. Ma il tutto si è svolto in un clima di ombre e sospetti. Ai primi di aprile del 2005, infatti, l'assessore comunale ai Servizi tecnologici, Giorgio Angius, da cui dipende il servizio, spedì una lettera al funzionario dirigente per contestargli la "determina" per l'appalto della raccolta dei rifiuti. L'appalto previsto sarebbe stato tanto restrittivo da poter "determinare distorsioni della concorrenza". Inoltre, aggiunse Angius, potrebbero esservi "distorsioni del corretto funzionamento del mercato". Detta in termini più chiari voleva dire che i criteri della gara d'appalto ipotizzata (era prevista una licitazione) avrebbero potuto produrre una selezione tale da eliminare, già in partenza, una serie di possibili concorrenti e, quindi, permettere di sospettare che altri ne venissero agevolati. Poi vennero fatti alcuni piccoli ritocchi al capitolato d'appalto e la licitazione fu fatta. Di certo, però, l'ombra è rimasta. Il resto è storia di oggi con le relative polemiche.


Splendido modello organizzativo, i contribuenti ora pagano la metà.
ALESSIA PILLOLLA
PIMENTEL. Un risparmio del 55 per cento sullo smaltimento dei rifiuti a un anno e mezzo dall'inizio della raccolta differenziata in un comune di 1.200 abitanti. "Se non ci fossimo impegnati in tempo - sostiene Ornella Deidda, responsabile del servizio - nel 2005 avremmo pagato 45 mila euro. Ce la siamo cavata con 20 mila". La raccolta differenziata è iniziata nel giugno del 2004. Pimentel ha disposto da subito la differenziazione di plastica e carta e la divisione fra l'umido (riciclabile) e il secco (non riciclabile), ostacolo d'impatto con il nuovo metodo di smaltire spazzatura. Un anno dopo si registrava una diminuzione dei rifiuti da discarica pari al 53 per cento. "La trovata giusta - continua Ornella Deidda - è stata la distribuzione dei contenitori per il ritiro porta a porta di qualsiasi genere di rifiuto. Con in più i depliants esplicativi per educare la popolazione a collocare ciascun rifiuto al posto giusto". Il ritiro a domicilio responsabilizza il singolo cittadino, costretto a rispettare le disposizioni, pena il non ritiro del sacchetto. Risultato: oggi il 71 per cento dei rifiuti prodotti dal piccolo centro trexentino è differenziato e pronto al riciclaggio. L'esito è ottimo sul piano ecologico ma anche economico: finora ad essere avvantaggiate sono state le casse comunali, poi toccherà ai cittadini.

domenica 8 gennaio 2006

Firenze: AAA ... Santa Marta vendesi!

Da: Comitati dei Cittadini - Firenze [mailto:comitatideicittadini@email.it]
Inviato: domenica 8 gennaio 2006 8.34Oggetto: AAA ... Santa Marta vendesi!

COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZEAAA... AREA UNIVERSITARIA DI SANTA MARTA V E N D E S I

L'UNIVERSITA' HA DECISO LA DISMISSIONE DELL'AREA DI SANTA MARTA,SEDE DELLA FACOLTA' DI INGEGNERIA

IL COMUNE AVALLA LO SPEGNIMENTO DELLE ATTIVITA' COLLETTIVE: PROPONE DI ELIMINARE NEL P.R.G. LA DESTINAZIONE DELL'AREA A SERVIZI PUBBLICI, RINUNCIA ALLA DEFINIZIONE DELLE NUOVE FUNZIONI

LA PROPRIETA' IMMOBILIARE PUO' TROVARE SPAZIO PER CONTRATTARE LA PRIVATIZZAZIONE DELL'AREA

QUESTI I FATTI:La Facoltà di Ingegneria di Firenze ha sede nell'ex Seminario Minore Arcivescovile di Santa Marta, nella omonima via che si arrampica sulla collina che sovrasta Rifredi e sfuma nel colle di Montughi, parte di città con percorsi ancora immersi nel verde e adiacenti le mura di antiche ville e conventi, da Villa Ruspoli a Villa Fabbricotti, da Villa Le Macine al Monastero di Santa Marta, ecc., che lasciano comprendere come si configuravano i dintorni di Firenze prima dell’espansione urbana.L'immobile, possesso trecentesco dei Dell'Accetta, fu trasformato nel Seicento dai Gerini in sontuosa dimora con annesso un giardino all'italiana. Nel 1930 il complesso venne ampiamente ristrutturato per adattarlo a sede del Seminario vescovile perdendo i fastigi e l'ornamentazione barocchi e la componente scenografica dei giardini. Nel 1980 il complesso di Santa Marta venne acquistato dall'Università con i fondi stanziati per l'attuazione del Piano pluriennale di finanziamento dell'edilizia universitaria (Legge 50/1976).Attualmente l'area, di proprietà dell'Università, è distinta in due parti (vedi aerofoto): A. Area a parco pubblico (di circa 3 ettari)B. Area con destinazione a "Attrezzature e servizi pubblici, sede della Facoltà di Ingegneria e parco pubblico di pertinenza (di circa 3,1 ettari).L'edificio sede della facoltà è l'ex Seminario Minore Arcivescovile, con i suoi annessi; è stato realizzato nel 1935 ed è vincolato dalla Soprintendenza.L'Università, per finanziare il trasferimento della Facoltà di Ingegneria nel Polo Universitario di Sesto Fiorentino, ha deciso di vendere l'intera area e gli edifici che sono attualmente presenti.Nell'aprile del 2005 il Comune ha avviato il procedimento per "valorizzare l’area, al fine di reperire le risorse mancanti e necessarie al trasferimento suddetto, attraverso un cambio di destinazione dello strumento urbanistico vigente del Comune di Firenze".Per la formazione del nuovo atto di pianificazione viene individuata quindi una Variante al PRG che propone di lasciare immutata la funzione dell'area A, di eliminare la destinazione ad "Attrezzature e servizi pubblici" della parte B, di non individuarne le nuove funzioni, lasciando la determinazione del futuro assetto dell'area alla redazione di un Piano Urbanistico Convenzionato che abbia il solo compito di ratificare le eventuali trattative che potrebbero essere già in corso con i gruppi economici interessati.

mercoledì 4 gennaio 2006

Nulvi: girano le pale, girano....


----- Original Message -----
From: stefano deliperi Sent: Wednesday, January 04, 2006 4:48 PM
Subject: girano le pale, girano....

Cari amici, sotto trovate alcuni articoli pubblicati oggi in relazione ad una centrale eolica in corso di realizzazione nelle campagne del nord Sardegna: ma i lavori sono regolari ? Buona lettura...
Stefano Deliperi
Gruppo d'Intervento Giuridico

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17:54 - Notizie AGI Eolico: ecologisti, sono regolari i lavori per impianto Nulvi ?
(AGI) - Cagliari, 3 gen. 2006 - Informazioni sulla regolarita' dei lavori per la realizzazione di una centrale eolica nelle campagne di Nulvi sono state chieste alla magistratura dalle associazioni Amici della Terra e Gruppo d'Intervento Giuridico. Gli ecologisti - e' scritto in una nota - hanno inoltrato una specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale ed adozione di opportuni interventi alle pubbliche amministrazioni competenti (Ministeri per i beni ed attivita' culturali e dell'ambiente, Assessorati regionali della difesa dell'ambiente e dei beni culturali, Soprintendente per i beni ambientali di Sassari, Corpo forestale e di vigilanza ambientale, Comuni di Nulvi e di Tergu) e, per conoscenza, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari in relazione ai lavori per la centrale eolica della Fri. El. spa di Bolzano in corso di esecuzione nelle campagne fra Nulvi e Tergu. L'area interessata - spiegano - e' in parte coperta da vegetazione mediterranea e, quindi, tutelata con vincolo paesaggistico. Ma, soprattutto, si ricorda che ai sensi dell'art. 8, comma 3, della legge regionale n. 8/2004, "fino all'approvazione del Piano Paesaggistico Regionale, nell'intero territorio regionale e' fatto divieto di realizzare impianti di produzione di energia eolica, salvo quelli precedentemente autorizzati, per i quali alla data di entrata in vigore della ... legge i relativi lavori abbiano avuto inizio e realizzato una modificazione irreversibile dello stato dei luoghi". In sostanza, i lavori relativi ad impianti similari, qualora non abbiano provocato "irreversibili mutamenti dello stato dei luoghi", sono inibiti fino alla definitiva approvazione del piano paesaggistico regionale (tuttora non intervenuta), come esplicato dalla circolare interassessoriale n. 40/GAB del 3 febbraio 2005 e, soprattutto, confermato dalla giurisprudenza in tema . Perche' allora - chiedono gli ecologisti - i lavori proseguono con particolare lena? (AGI)
Solda La Nuova Sardegna, 4 gennaio 2006
Ambientalisti contro la nuova centrale eolica
MAURO TEDDE
NULVI. Nuovi guai in vista per la centrale eolica che la Friel Spa di Bolzano sta realizzando nell'altipiano de Sos Paris, incastonato fra i territori tra Nulvi e Tergu. Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d'Intervento giuridico hanno formalmente chiesto di far luce sullo stato dei lavori di questa nuova centrale eolica "che sta sorgendo - puntualizzano - in una zona coperta da vegetazione mediterranea e quindi tutelata con vincolo paesaggistico". Le due associazioni, raccogliendo le preoccupate segnalazioni dei residenti, hanno inoltrato al ministero dei Beni culturali e Ambiente, all'assessorato regionale dell'Ambiente, alla soprintendenza per i Beni ambientali di Sassari, al Corpo forestale, ai comuni di Nulvi e Tergu e alla Procura della Repubblica di Sassari, una specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale e di adozione di opportuni interventi in relazione ai lavori in corso. "Ma soprattutto - ribadiscono le due associazioni - si ricorda che ai sensi dell'art. 8 della legge regionale nº 8/2004, fino all'approvazione del piano paesaggistico regionale nell'intero territorio regionale è fatto divieto di realizzare impianti di produzione di energia eolica salvo quelli precedentemente autorizzati per i quali i relativi lavori abbiano avuto inizio e realizzato una modificazione irreversibile dello stato dei luoghi". I lavori della centrale eolica della Friel spa vennero bloccati del dicembre del 2004 dal gip del tribunale di Sassari, Carla Altieri, che aveva fatto apporre i sigilli ai cantieri dalle guardie forestali di Nulvi. Provvedimento poi revocato dal tribunale della libertà. La Friel dovette ricorrere al Tar per impugnare una nota dell'assessorato regionale all'Ambiente che chiedeva di presentare uno studio di valutazione dell'impatto ambientale e che, di fatto, sospendeva i lavori. Il Tar, nel luglio 2005, aveva accolto il ricorso della Friel e condannato la Regione.da L'Unione Sarda, 4 gennaio 2006Esposto degli ambientalisti. Paesaggio a rischio con i recenti lavori per il parco eolico. Deliperi: <Sino all'entrata in vigore del Piano urbanistico regionale è vietato realizzare impianti eolici>. GIUSEPPE FLORENZANO.Un grido d'allarme si è levato da numerosi cittadini di fronte all'inizio dei lavori per la realizzazione della centrale eolica nelle campagne di Nulvi e Tergu. La presenza, nell'area in cui la centrale dovrebbe sorgere, di vegetazione mediterranea di particolare pregio paesaggistico, per le cui essenze esiste un preciso vincolo di legge, ha aumentato la preoccupazione per le eventuali ferite al paesaggio. Raccogliendo il grido di allarme e la preoccupata segnalazione di tanti cittadini il Gruppo di intervento giuridico e gli Amici della Terra hanno inviato, attraverso il loro rappresentante, Stefano Deliperi, una richiesta di informazioni ai ministri dei Beni culturali e della Tutela dell'ambiente, agli assessori regionali competenti, al soprintendente ai Beni ambientali, al dirigente dell'ispettorato del Corpo forestale ed ai sindaci di Nulvi e di Tergu. La stessa nota, inoltre, è stata inviata per conoscenza anche alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari. Nella <richiesta di informazioni a carattere ambientale e di adozione di opportuni interventi> si ricorda che a norma della legge regionale n. 8 del 2004, <fino all'approvazione del Piano paesaggistico regionale, nell'intero territorio è fatto divieto di realizzare impianti di produzione di energia eolica>. Solo nel caso che i lavori siano iniziati prima dell'entrata in vigore della legge ed il mutamento dello stato dei luoghi sia irreversibile si può proseguire. Altrimenti tutti i lavori di quel settore sono inibiti fino all'approvazione dello strumento urbanistico regionale. Ai destinatari della nota viene richiesta, nei tempi previsti dalla legge, tutta la documentazione che dia le necessarie informazioni a carattere ambientale e, eventualmente, anche tutti i provvedimenti che debbano adottarsi <per la necessaria salvaguardia dei valori ambientali e paesaggistici del territorio, nei confronti dei casi di abusivismo edilizio che dovessero essere eventualmente accertati in seguito agli opportuni controlli di legge>. All'autorità giudiziaria vengono richiesti opportuni accertamenti che possano far <ravvisare eventuali estremi penalmente rilevanti>, segnalando, fra l'altro, l'ipotesi che l'area interessata ai lavori per la realizzazione degli impianti eolici di Tergu e di Nulvi <possa esser sottoposta a sequestro preventivo>.da Il Giornale di Sardegna, 4 gennaio 2006Nulvi e Tergu. Pale eoliche nell'area con il vincolo paesaggistico Fare luce sullo stato dei lavori per la centrale eolica della Fri. El. s.p.a. di Bolzano che sarebbero in corso nelle campagne fra Nulvi e Tergu, in una zona in parte coperta da vegetazione mediterranea e quindi tutelata con vincolo paesaggistico. E' quanto chiedono le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d'Intervento Giuridico che, raccogliendo le preoccupate segnalazioni dei residenti, hanno inoltrato alle pubbliche amministrazioni competenti (Ministeri dei beni culturali e dell'ambiente, Assessorati regionali dell'ambiente e dei beni culturali, Soprintendente per i beni ambientali di Sassari, Corpo forestale, Comuni di Nulvi e di Tergu) e alla Procura della Repubblica di Sassari una specifica richiesta di informazioni. < Ai sensi della legge regionale n. 8 del 2004> - sottolineano le due associazioni – fino all'approvazione del piano paesaggistico nell'intero territorio è fatto divieto di realizzare impianti di produzione di energia eolica, salvo quelli precedentemente autorizzati, per i quali alla data di entrata in vigore della legge i relativi lavori abbiano avuto inizio
da www.algherocronache.it, 3 gennaio 2006
Le associazioni Amici della Terra e Gruppo d'Intervento Giuridico chiedono informazioni alla magistratura. Sono regolari i lavori in corso di esecuzione per la costruzione di una centrale eolica?Nulvi 3.01.2006
Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d'Intervento Giuridico, raccogliendo preoccupate segnalazioni di residenti, hanno inoltrato (nota del 3 gennaio 2006) una specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale ed adozione di opportuni interventi alle pubbliche amministrazioni competenti (Ministeri per i beni ed attività culturali e dell'ambiente, Assessorati regionali della difesa dell'ambiente e dei beni culturali, Soprintendente per i beni ambientali di Sassari, Corpo forestale e di vigilanza ambientale, Comuni di Nulvi e di Tergu) e, per opportuna conoscenza, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari in relazione ai lavori per la centrale eolica della Fri. El. S.p.a. di Bolzano ora in corso di esecuzione nelle campagne fra Nulvi e Tergu (SS). L'area interessata è in parte coperta da vegetazione mediterranea e, quindi, tutelata con vincolo paesaggistico. Ma, soprattutto, si ricorda che ai sensi dell'art. 8, comma 3°, della legge regionale n. 8/2004, "fino all'approvazione del Piano Paesaggistico Regionale, nell'intero territorio regionale è fatto divieto di realizzare impianti di produzione di energia eolica, salvo quelli precedentemente autorizzati, per i quali alla data di entrata in vigore della legge i relativi lavori abbiano avuto inizio e realizzato una modificazione irreversibile dello stato dei luoghi". In sostanza, i lavori relativi ad impianti similari, qualora non abbiano provocato "irreversibili mutamenti dello stato dei luoghi", sono inibiti fino alla definitiva approvazione del piano paesaggistico regionale – P.P.R. (tuttora non intervenuta), come esplicato dalla circolare interassessoriale n. 40/GAB del 3 febbraio 2005 e, soprattutto, autorevolmente confermato dalla giurisprudenza in tema (Cass. pen., sez. III, 27 aprile 2005, n. 568; Trib. pen. Sassari, 7 gennaio 2005, ord.; G.I.P. Trib. pen. Sassari, 16 dicembre 2004, decr.). Perché, allora, i lavori proseguono con particolare lena ? Sono regolari ? Vorremmo saperlo al più presto.