Presentazione dell'iniziativa: PAESAGGIOSOS.

Questo è il blog del sito PatrimonioSos, nato nel 2002 per iniziativa di semplici cittadini che operano in maniera del tutto volontaria e disinteressata per la difesa del patrimonio artistico italiano.

Nel corso degli anni alla redazione di PatrimonioSos sono arrivate numerose immagini che documentano danni al patrimonio e al paesaggio perpetrati in tutto il territorio nazionale e che per ragioni tecniche non è stato possibile inserire nel sito.

Ora grazie a questo strumento intendiamo mettere progressivamente online il nostro archivio fotografico e soprattutto integrarlo con nuove foto.

INVIATECI LE VOSTRE FOTO all'indirizzo:
lamonica1.paesaggiosos@blogger.com

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mercoledì 31 ottobre 2012

Condono edilizio, in arrivo il peggiore della storia

Condono edilizio, in arrivo il peggiore della storia


Marco Mancini 
31 ottobre 2012

La denuncia è arrivata pochi giorni fa dal senatore PD Roberto Della Seta che aveva spiegato come Berlusconi, prima di lasciare il campo ai suoi successori nel Pdl, stava preparando l'ultimo regalo ai tantissimi furbetti italiani. Il senatore Pdl Francesco Nitto Palma ha presentato un disegno di legge secondo cui non solo verrebbe approvato l'ennesimo condono edilizio italiano, ma verrebbero comprese questa volta tutte quelle costruzioni abusive tenute fuori dall'ultimo condono del 2003 per vincoli paesaggistici. Quelle che erano talmente scandalose che nemmeno chi decise il provvedimento se la sentì di autorizzare.
Si tratterebbe, secondo la protesta di Legambiente, del sedicesimo tentativo di condono edilizio dall'inizio della legislatura. Un tentativo che peraltro arriva in un momento delicato in cui il Pdl minaccia di far cadere il Governo e quindi probabilmente punta proprio sulla paura di un fallimento per fare un favore ai soliti costruttori senza scrupoli. Stando alla denuncia delle associazioni ambientaliste, verrebbero condonati tutti quegli edifici abusivi costruiti nelle aree archeologiche, boschi, aree protette e persino lungo i fiumi e i laghi.
Non sono bastati gli scempi consumati finora, gli ecomostri che devastano il territorio, le vittime del dissesto idrogeologico alimentato dall'abusivismo edilizio, gli affari sporchi consumati dalle ecomafie. Non bastano le oltre 258mila abitazioni illegali costruite dal 2003 a oggi, per un fatturato in nero di 1,8 miliardi di euro
spiega un arrabbiato Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente. Non basta tutto questo, ora vogliono anche renderlo legale. E non ci lamentiamo poi se ci sono i morti ad ogni minima pioggia. Se in Italia anziché mettere in sicurezza il territorio, disboschiamo e ci costruiamo sopra illegalmente, è normale che poi i disastri sono tremendi. Nonostante ciò c'è ancora qualcuno in Parlamento che giustifica e autorizza queste politiche. Oggi è previsto il voto al Senato. La società civile dice no e si è unita in una raccolta firme (potete firmare su Twitter su #nocondonoedilizio, oppure sui siti che aderiscono all'iniziativa, e speriamo che anche questo tentativo venga affossato.

giovedì 18 ottobre 2012

Ddl Semplificazioni: c’è silenzio assenso per costruire anche in aree a vincolo paesaggistico

Ddl Semplificazioni: c'è silenzio assenso per costruire anche in aree a vincolo paesaggistico

Legambiente: «Disposizione assurda e pericolosa per il patrimonio culturale italiano»
[ 16 ottobre 2012 ]
Gli interventi di semplificazione che riguardano la tutela del paesaggio e l'edilizia adottati oggi dal Consiglio dei ministri hanno fatto saltare sulla sedia il presidente dei Verdi Angelo Bonelli:  «Il Ddl Semplificazioni approvato dal governo è un attacco senza precedenti all'ambiente. In merito al permesso di costruire viene eliminato il silenzio rifiuto: in pratica ogni silenzio di una Pubblica amministrazione sarà un assenso. Semplificando significa che, di fatto, molte costruzioni inammissibili otterranno comunque il permesso, anche perché gli uffici Tecnici, a corto di personale non riusciranno ad evadere le pratiche nei termini previsti. Il silenzio assenso, poi viene introdotto anche sul parere del Soprintendente sul nulla osta paesaggistico: di fatto lo Stato svende il vincolo paesaggistico in favore degli Enti locali».
Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, è allibito: «Il silenzio assenso per le autorizzazioni a costruire anche nelle aree con vincoli ambientali e paesaggistici è una vera e propria follia che rischia di portare a un nuovo sacco del patrimonio culturale italiano, mettendo a rischio i laghi, le aree costiere e archeologiche dove la speculazione potrà approfittare di piani regolatori vecchi e dell'assenza della pianificazione paesaggistica. Sarebbe una semplificazione assurda e pericolosa perché è del tutto evidente, considerati i tagli fatti in questi anni e lo stato di abbandono e di disorganizzazione in cui versano tante Soprintendenze, che le amministrazioni preposte alla tutela del vincolo nella stragrande maggioranza dei casi non saranno in grado di rispondere alle richieste nei tempi previsti, facendo scattare il silenzio assenso alla trasformazione. Occorre ricordare che solo in Sardegna e Puglia sono stati approvati Piani Paesaggistici ai sensi del Codice dei Beni Culturali, che consentono di avere il quadro di che cosa si può fare nei diversi ambiti territoriali. Chiediamo al Parlamento e ai ministri di opporsi categoricamente a questa scelta. Ministero dei Beni Culturali e Regioni completino le regole di tutela con l'approvazione dei piani paesaggistici, e poi si potrà parlare di semplificazione».
Per il responsabile green economy del Pd, Ermete Realacci, è «Giusto garantire trasparenza e tempi certi nell'operato della pubblica amministrazione, anche nel settore dell'edilizia e quindi per il premesso di costruire. Bene dunque prevedere una tempistica esatta per la conclusione del procedimento finalizzato all'ottenimento del permesso di costruire. Ma è inaccettabile ipotizzare qualsiasi forma di silenzio assenso in caso di vincoli ambientali o paesaggistici. L'Italia ha già sofferto troppo per l'abusivismo e il mancato rispetto delle normative sulla tutela dell'ambiente e del paesaggio».
Secondo Bonelli ne nel Ddl c'è anche altro di preoccupante: «Nel testo c'è un vero e proprio attacco al principio europeo "chi inquina paga" per quanto riguarda la messa in sicurezza e la bonifica delle aree inquinate. L'articolo che sostituisce il 243 del Dlgs 152/2006 (Codice Ambientale) sulla "Gestione delle acque emunte" in pratica demolisce il principio "chi inquina paga" facendo un grossissimo favore a chi inquina».  
Bonelli riporta il testo approvato: «'Nei casi in cui le acque di falda contaminate determinano una situazione di rischio sanitario, oltre alla eliminazione della fonte di contaminazione ove possibile e economicamente sostenibile, devono essere adottate misure di attenuazione della diffusione della contaminazione conformi alle finalità generali e agli obiettivi di tutela, conservazione e risparmio delle risorse idriche stabiliti dalla Parte III del presente decreto» e spiega: «L'eliminazione della fonte di contaminazione diventa "ove possibile e economicamente sostenibile" per chi ha inquinato. Una vera e propria vergogna che stravolge i principi europei in tema di tutela ambientale e bonifica. Ma non basta perché vengono messe sullo stesso piano le operazioni di messa in sicurezza con le bonifiche mischiando gli interventi cautelari e di urgenza con quelli strutturali. L'ultima chicca? I decreti della Via (Valutazione d'impatto ambientale) non vengono più pubblicati in Gazzetta Ufficiale, ma solo sul sito dell'istituzione competente, il che significa che sarà molto più difficile impugnarli».  

martedì 16 ottobre 2012

Puglia, SS16 Maglie-Otranto: no alla nuova strada super veloce, sì alla “strada-parco”

Il Forum Ambiente e Salute del Grande Salento e il Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino stanno mettendo in piedi una serie di iniziative affinché la Regione Puglia stralci le autorizzazioni concesse in merito all'ampliamento della ss16 Maglie-Otranto.

Quello che potrebbe prendere forma è un dispendioso progetto di allargamento della carreggiata, rendendola una specie di autostrada a quattro corsie, con complanari e cavalcavia destinati a segnare pesantemente il territorio. Un territorio che presenta diverse ricchezze.

A livello paesaggistico, con oltre 8000 ulivi (di cui 268 censiti come monumentali), molti dei quali rischierebbero di scomparire. Ma anche a livello storico-culturale. E' in questa zona che si trova, per esempio, il Giardino Megalitico d'Europa, nei pressi del comune di Giurdignano, ideale anello di congiunzione tra i megaliti mediterranei e quelli europei, coi suoi diciotto menhir e sette dolmen, resti di costruzione megalitiche, e ancora siti da indagare e segnalazioni di nuovi monumenti (come il dolmen di Santabarbara).
I comitati e le associazioni locali si appellano al PPTR (il Piano Paesaggistico e Territoriale), che la Regione Puglia ha approvato proprio nell'ottica di tutelare e valorizzare il territorio e le sue ricchezze. Autorizzare uno scempio di questa portata sarebbe palesemente in contraddizione con quanto sottoscritto nel PPTR. Non solo.
Anche il Ministero dell'Ambiente e quello delle Attività Culturali sono entrati nel merito, formalizzando diverse prescrizioni su quanto contenuto nelle planimetrie dell'opera che si vorrebbe realizzare. L'area è troppo ricca di elementi d'interesse (i numerosi trulli, masserie e antichi abituri presenti sul territorio sono testimonianze tangibili delle tradizioni locali) per non vederci concreti rischi di deturparne il patrimonio.
Chi ha interessi nella realizzazione di quest'opera batte ovviamente il tasto sul tema occupazionale. E' il solito ricatto-illusione di nuovi posti di lavoro, in nome del quale oggi si tende a giustificare tutto. Come se "in tempo di crisi" diventasse legittimo ogni potenziale movimento di denari. Persino lo svilimento di qualsiasi risorsa collettiva. Persino la cancellazione di testimonianze storiche e culturali tanto preziose quanto rare.

Il NO delle associazioni locali a quest'opera tanto faraonica quanto inutile è netto. Il loro SI invece è per la realizzazione di un progetto innovativo, di reale valorizzazione del territorio.

Come quello dell'istituzione di una "strada-parco" – Via Francigeno-Romea, rifacendosi agli storici percorsi di pellegrinaggio presenti nella zona (come la recente scoperta della cripta ipogea di San Basilio-Craunuse conferma).
Sarebbe un esempio unico nel suo genere in Puglia. E permetterebbe anche di risparmiare capitali pubblici (l'altra faccia della medaglia di cui tenere conto "in tempo di crisi"). L'idea, infatti, è quella di mantenere la struttura dell'attuale ss16, con lavori mirati ad apportare migliorie dove necessario e offrendo al contempo percorsi archeologici e ciclo-turistici che ne garantiscano la fruibilità a scopo culturale, didattico o anche semplicemente naturalistico.
E' in questa direzione che insistono tutte le iniziative recentemente promosse daForum Ambiente e Salute del Grande Salento e Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino. Tra queste, una lettera aperta all'assessore all'assetto del territorio della Regione Puglia Angela Barbanente ed un incontro pubblico tenutosi lo scorso 29 agosto a Palmariggi, comune della provincia di Lecce direttamente interessato alla vicenda.
Per chi volesse approfondire l'argomento, segnaliamo di seguito il link all'associazione Forum Ambiente e Salute del Salento:


Illegittimo la sanatoria di opere edilizie abusive realizzate in zone sottoposte a vincoli


Illegittimo la sanatoria di opere edilizie abusive realizzate in zone sottoposte a vincoli
La Corte Costituzionale dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 3, co. 3, e 4, co. 1, quest'ultimo limitatamente alle parole «ed in epoca successiva alla imposizione del relativo vincolo», della legge della Regione Liguria 29 marzo 2004, n. 5 (Disposizioni regionali in attuazione del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269 «Disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e la correzione dell'andamento dei conti pubblici», come convertito dalla legge 24 novembre 2003, n. 326 e modificato dalla legge 24 dicembre 2003, n. 350 «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge finanziaria 2004»), nella parte in cui il rilascio della sanatoria degli illeciti urbanistico-edilizi concerne opere edilizie abusive realizzate in zone sottoposte a vincoli ove il vincolo non comporti inedificabilità assoluta.

DOC.-SITO: http://www.giurcost.org/decisioni/2012/0225s-12.html


sabato 13 ottobre 2012

Il mondo agricolo contro l’ennesimo attacco alla costa riminese: la nuova Statale Adriatica SS16

Contro lo spreco di suolo agricolo, le organizzazioni di categoria degli agricoltori (Confederazione Italiana Agricoltori, Coldiretti, Confagricoltura) hanno scritto una lettera ai Ministri competenti per segnalare l'ennesimo caso di disprezzo verso il consumo di suolo agricolo e di svalutazione degli strumenti di partecipazione democratica ai processi di pianificazione territoriale.

La vicenda è quella connessa alla realizzazione della Variante della Nuova Statale Adriatica ss 16 che attraversa la fascia dei comuni costieri della provincia di Rimini.

Nell'ambito della procedura di partecipazione sul progetto definitivo dell'opera, oltre 150 agricoltori e le loro organizzazioni (Coldiretti, e Unione Agricoltori) hanno sottoposto alla competente commissione VIA e agli enti locali (Comuni, Provincia e Regione) le proprie osservazioni.
In sintesi, si sottolinea la totale mancanza di attenzione nel progetto dell'opera per la risorsa naturale più scarsa della pianura di Rimini (nonché bene comune) e cioè il suolo agricolo.

I dati parlano chiaro: la nuova Adriatica e relative opere collaterali occuperanno per ben il 94% suoli agricoli e coltivabili, mentre solo per il restante 6% intercetterà aree già urbane.

Infatti, i mappali agricoli coinvolti comprendono quasi 6 milioni di mq di suolo coltivabile di cui 1.402.096 metri quadrati definitivamente occupati dalle infrastrutture viarie di progetto. Ai terreni direttamente coinvolti dall'opera si sommano inoltre tutti quelli che ne subiranno per sempre l'inquinamento da metalli pesanti prodotto dal traffico.
Si tratta di numeri impressionanti, se si considera che – come risulta dal Censimento agricolo 2010 – solo nell'ultimo decennio la provincia di Rimini ha perso il 18% della sua superficie agricola coltivata, mentre le aziende agricole di pianura sono passate dalle 3.638 del 2000 alle attuali 2.027 (- 44,3%). Nello specifico con quest'opera si incide in modo devastate sulle colture da orto per il consumo fresco, tipiche di questa zona: è un ambito produttivo in cui le aziende nel 2000 erano 1.474 in confronto alle 604 attuali.
Ancora una volta, quindi, appare evidente come il peso infrastrutturale del cosiddetto "sviluppo" si realizzi sempre e solo a scapito delle aree rurali, considerate di fatto come serbatoio residuale per altri usi, e non invece come chance ultimativa di recupero di sostenibilità per un sistema insediativo ad altissimo impatto ambientale, qual è quello riminese.
Infatti, nonostante le dichiarazioni su sviluppo sostenibile, qualità ambientale e opzione "zero consumo di altro suolo" sottoscritte dal PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) di Rimini e dal recentissimo PSC (Piano Strutturale Comunale, ex PRG) di Rimini, il tracciato proposto prosegue, di fatto, in una logica di occupazione squilibrata delle poche aree libere rimaste, a vantaggio esclusivo della cementificazione.
Per queste ragioni, quando fu pubblicato il progetto dell'opera, il mondo agricolo reagì e sia le aziende che le associazioni agricole in forma unitaria inviarono preventivamente le proprie osservazioni, sottolineando tali impatti.
Ora dopo due anni, non avendo ricevuto alcuna comunicazione formale in merito, le rappresentanze agricole hanno richiesto – tramite il proprio legale – nella primavera 2012, l'accesso agli atti connessi all'opera.
La competente Commissione Via (presso il Ministero dell'Ambiente) ha risposto il 12 aprile 2012, che ancora non è stato approvato il tracciato, in quanto la VIA non è conclusa e che varianti meno invasive al tracciato originario erano state chieste, oltre che dal mondo agricolo, inizialmente anche dal Comune di Rimini, dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Commissione Via.
Ma dopo una serie di passaggi burocratici poco chiari, si apprende che ANAS, supportata dalla Provincia di Rimini, ripropone lo stesso tracciato, ignorando di fatto la richiesta di riduzione dell'impatto e la ripubblicazione del progetto come prescritto dalla Commissione VIA. Anche il Comune di Rimini, che inizialmente aveva escluso il tracciato dal proprio Piano Comunale (previa sostituzione dell'assessore competente), nell'ultima settimana di operatività della precedente Giunta, in data 23 marzo 2011, approva una variante urbanistica per una nuova area produttiva (che visti i tempi che corrono, probabilmente non si attuerà mai) a tutto vantaggio di alcune proprietà immobiliari.
Dulcis in fundo, la Giunta Regionale dell'Emilia-Romagna, il 2 giugno di quest'anno, cambia la propria posizione originaria e sottoscrive anch'essa il vecchio tracciato, con una delibera ad hoc, come gentilmente fa sapere tre mesi dopo la richiesta di accesso agli atti.
A questo punto, le organizzazioni degli agricoltori chiedono un incontro urgente con la direzione e la Commissione VIA del Ministero dell'Ambiente per illustrare i punti giuridicamente controversi dell'intera vicenda.

Per tutta la riposta, giunge l'approvazione con prescrizioni (???) della Commissione VIA stessa, datata il 13 luglio 2012, per il vecchio tracciato, senza modificazioni significative in materia di consumo del suolo agricolo.

Ora gli agricoltori attendono il perfezionamento della pratica VIA (con l'avvallo della direzione Paesaggio del Ministero dei Beni Culturali) per eventualmente impugnare il pronunciamento della Commissione Via in sede di Tribunale Amministrativo.
Gabriele Bollini
Per informazioni: Alessandra Furlani: a.furlani@yahoo.it

sabato 6 ottobre 2012

PUGLIA - segnalazione ipogeo bari


Ipogeo "Masseria Milella", Bari.

Il complesso ipogeo e chiesa rupestre "Masseria Milella" è situato sulla sinistra della strada Modugno-Carbonara (s.p. 110), tra lama Marchesa e lama Villa Lamberti.
I lavori di ampliamento della strada avevano già modificato l'aspetto originario dell'ipogeo, oggi, anche il paesaggio è stato definitivamentestravolto con la costruzione di una nuova area residenziale, oltre il rischio permanente di ulteriori crolli interni.


L'insediamento fu ricavato in una piccola dolina carsica (che ha sostituito il cosiddetto "Atrio"), nella quale si affacciavano un chiesa rupestre (a tre navate, la centrale bi-absidata), un trappeto-laboratorio, diversi vani ipogei ed "infine una grotta naturale, attestante un insediamento protostorico in base ai vari reperti litici e ceramici ritrovati in superficie". (Bari Extra-Moenia, p. 42.
Inoltre, è doveroso ricordare, come tutta la zona, identificata come Casale di Vulpiclano in epoca medievale, denominata dal 1700 contrada La Monaca, sia interessata dalla presenza di numerosi complessi ipogei (Seminario 1 e 2, Quadrivio, Starita, S. Caterina ed altri), di diversi insediamenti rurali (come quello di Torre La Monaca), di cavità naturali, poi antropizzate (Santuario
della Madonna della Grotta) e dal ritrovamento di alcune tombe a fossa.
Infine, nonostante ci sia un vicolo diretto per l'ipogeo "Masseria Milella" (D.M. 22.01.1990), non vi è il vincolo di rispetto che probabilmente avrebbe garantito la difesa di questo insediamento e del suo paesaggio, che risultasempre più minacciato dall'espansione edilizia.

Testo: Sergio Chiaffarata
Foto : Sergio Chiaffarata e Donato Capozzi

La segnalazione è pubblicata sul sito  
http://www.pugliaindifesa.org/segnalazioni-ottobre-2012.html

curato da Maurizio Triggiani

mercoledì 3 ottobre 2012

Il Movimento per Rocca di Papa (RM) a sostegno dei boschi

Il Movimento per Rocca di Papa a sostegno dei boschi


PER LA TUTELA DEI NOSTRI BOSCHI
Il Movimento per Rocca di Papa, nelle riunione del 26/09/2012, ha deciso:
  • di sostenere l'iniziativa del mensile "Il Piccolo Segno" per impedire la vendita del patrimonio boschivo comunale e  la realizzazione di una Centrale a Biomasse all'interno del Parco Regionale dei Castelli Romani;
  • di impegnarsi nella raccolta di firme con l'allestimento di gazebo nel territorio comunale;
  • di informare  la cittadinanza  mediante la distribuzione di volantini che possano  far comprendere i rischi e i danni  derivanti dalla svendita incondizionata dei boschi comunali e dall'incenerimento del legname per la produzione di energia elettrica;
  •   di chiedere  all'Amministrazione Comunale la convocazione di una ASSEMBLEA PUBBLICA nella quale, con i cittadini, ci si possa confrontare in maniera diretta e costruttiva  sui programmi per la valorizzazione del patrimonio boschivo.
INVITAMO TUTTI I CITTADINI a partecipare e sostenere le iniziative e ad inviare suggerimenti e proposte a:  movimento.roccadipapa@gmail.com
MOVIMENTO per ROCCA di PAPA