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giovedì 18 ottobre 2012

Ddl Semplificazioni: c’è silenzio assenso per costruire anche in aree a vincolo paesaggistico

Ddl Semplificazioni: c'è silenzio assenso per costruire anche in aree a vincolo paesaggistico

Legambiente: «Disposizione assurda e pericolosa per il patrimonio culturale italiano»
[ 16 ottobre 2012 ]
Gli interventi di semplificazione che riguardano la tutela del paesaggio e l'edilizia adottati oggi dal Consiglio dei ministri hanno fatto saltare sulla sedia il presidente dei Verdi Angelo Bonelli:  «Il Ddl Semplificazioni approvato dal governo è un attacco senza precedenti all'ambiente. In merito al permesso di costruire viene eliminato il silenzio rifiuto: in pratica ogni silenzio di una Pubblica amministrazione sarà un assenso. Semplificando significa che, di fatto, molte costruzioni inammissibili otterranno comunque il permesso, anche perché gli uffici Tecnici, a corto di personale non riusciranno ad evadere le pratiche nei termini previsti. Il silenzio assenso, poi viene introdotto anche sul parere del Soprintendente sul nulla osta paesaggistico: di fatto lo Stato svende il vincolo paesaggistico in favore degli Enti locali».
Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, è allibito: «Il silenzio assenso per le autorizzazioni a costruire anche nelle aree con vincoli ambientali e paesaggistici è una vera e propria follia che rischia di portare a un nuovo sacco del patrimonio culturale italiano, mettendo a rischio i laghi, le aree costiere e archeologiche dove la speculazione potrà approfittare di piani regolatori vecchi e dell'assenza della pianificazione paesaggistica. Sarebbe una semplificazione assurda e pericolosa perché è del tutto evidente, considerati i tagli fatti in questi anni e lo stato di abbandono e di disorganizzazione in cui versano tante Soprintendenze, che le amministrazioni preposte alla tutela del vincolo nella stragrande maggioranza dei casi non saranno in grado di rispondere alle richieste nei tempi previsti, facendo scattare il silenzio assenso alla trasformazione. Occorre ricordare che solo in Sardegna e Puglia sono stati approvati Piani Paesaggistici ai sensi del Codice dei Beni Culturali, che consentono di avere il quadro di che cosa si può fare nei diversi ambiti territoriali. Chiediamo al Parlamento e ai ministri di opporsi categoricamente a questa scelta. Ministero dei Beni Culturali e Regioni completino le regole di tutela con l'approvazione dei piani paesaggistici, e poi si potrà parlare di semplificazione».
Per il responsabile green economy del Pd, Ermete Realacci, è «Giusto garantire trasparenza e tempi certi nell'operato della pubblica amministrazione, anche nel settore dell'edilizia e quindi per il premesso di costruire. Bene dunque prevedere una tempistica esatta per la conclusione del procedimento finalizzato all'ottenimento del permesso di costruire. Ma è inaccettabile ipotizzare qualsiasi forma di silenzio assenso in caso di vincoli ambientali o paesaggistici. L'Italia ha già sofferto troppo per l'abusivismo e il mancato rispetto delle normative sulla tutela dell'ambiente e del paesaggio».
Secondo Bonelli ne nel Ddl c'è anche altro di preoccupante: «Nel testo c'è un vero e proprio attacco al principio europeo "chi inquina paga" per quanto riguarda la messa in sicurezza e la bonifica delle aree inquinate. L'articolo che sostituisce il 243 del Dlgs 152/2006 (Codice Ambientale) sulla "Gestione delle acque emunte" in pratica demolisce il principio "chi inquina paga" facendo un grossissimo favore a chi inquina».  
Bonelli riporta il testo approvato: «'Nei casi in cui le acque di falda contaminate determinano una situazione di rischio sanitario, oltre alla eliminazione della fonte di contaminazione ove possibile e economicamente sostenibile, devono essere adottate misure di attenuazione della diffusione della contaminazione conformi alle finalità generali e agli obiettivi di tutela, conservazione e risparmio delle risorse idriche stabiliti dalla Parte III del presente decreto» e spiega: «L'eliminazione della fonte di contaminazione diventa "ove possibile e economicamente sostenibile" per chi ha inquinato. Una vera e propria vergogna che stravolge i principi europei in tema di tutela ambientale e bonifica. Ma non basta perché vengono messe sullo stesso piano le operazioni di messa in sicurezza con le bonifiche mischiando gli interventi cautelari e di urgenza con quelli strutturali. L'ultima chicca? I decreti della Via (Valutazione d'impatto ambientale) non vengono più pubblicati in Gazzetta Ufficiale, ma solo sul sito dell'istituzione competente, il che significa che sarà molto più difficile impugnarli».  

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