Presentazione dell'iniziativa: PAESAGGIOSOS.

Questo è il blog del sito PatrimonioSos, nato nel 2002 per iniziativa di semplici cittadini che operano in maniera del tutto volontaria e disinteressata per la difesa del patrimonio artistico italiano.

Nel corso degli anni alla redazione di PatrimonioSos sono arrivate numerose immagini che documentano danni al patrimonio e al paesaggio perpetrati in tutto il territorio nazionale e che per ragioni tecniche non è stato possibile inserire nel sito.

Ora grazie a questo strumento intendiamo mettere progressivamente online il nostro archivio fotografico e soprattutto integrarlo con nuove foto.

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domenica 23 aprile 2006

Cagliari. Deve andare proprio via la legnaia dall'Anfiteatro romano !!!

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From: stefano deliperi Sent: Sunday, April 23, 2006 4:23 PM
Subject: deve andare proprio via la legnaia dall'Anfiteatro romano !!!

Cari amici, sotto potete trovare ulteriori notizie sulla vicenda dell'Anfiteatro romano di Cagliari, ancora "sepolto" da una "legnaia" comunale. Quanto ai timori del Soprintendente Santoni, stia assolutamente tranquillo: non lo vogliamo certo "delegittimare", anzi. Vogliamo che abbia più determinazione e coraggio nel difendere il patrimonio storico-culturale. E non solo lui dovrebbe aver più coraggio..... Buona lettura...

Stefano Deliperi

Gruppo d'Intervento Giuridico

ulteriori informazioni su http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it/


da La Nuova Sardegna, 23 aprile 2006
Anfiteatro: "via il legno senza indugi". Gli ambientalisti chiedono la rimozione delle tribune.
CAGLIARI. Via il legno dall'anfiteatro romano. Gli ambientalisti di Gruppo di intervento giuridico e Amici della Terra tornano alla carica per prevenire tentativi di giustificare un'ulteriore permanenza delle tribune di legno installate con perforazioni della roccia lavorata dai romani. Non c'è dubbio che per il Comune la sentenza del Tar rappresenti in questo momento un grosso problema: la stagione degli spettacoli all'aperto è imminente e Cagliari rischia di presentarsi senza un solo luogo dove autorizzarli, questione impopolare a ridosso delle elezioni. Ci sono poi anche altre questioni: in quali condizioni sarà il teatro una volta levate le tribune? Anche questo, a un mese dal rinnovo del consiglio comunale, rischia di diventare un cattivo argomento per il sindaco attuale, incolpevole della scelta originaria di coprire il monumento (la fece il predecessore Delogu). Ma anche Floris si è dichiarato in varie occasioni sostenitore a posteriori della scelta.
Comunque sia, Gruppo di intervento giuridico e Amici della Terra scrivono per mettere nero su bianco alcune verità di legge mai abbastanza ribadite visto che, anche in presenza di una sentenza del Tar, si tergiversa. E quel che è peggio, ancora una volta, le soprintendenze non sembrano partire lancia in resta verso ciò un obbiettivo ufficialmente perseguito dall'autunno del 2000, quando inviarono le lettere al Comune per chiedere di smontare la legnaia. Gli ambientalisti ricordano in una nota che "i beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti a usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure da recare pregiudizio alla loro conservazione". Gli ambientalisti ricostruiscono l'iter burocratico delle autorizzazione e, tra leggi, decreti e nullaosta salta fuori uno dei nodi della questione: le due soprintende hanno autorizzato la legnaia perché nei progetti si precisava "il carattere di amovibilità e temporaineità dell'intervento". Se poi proprio si vuole ricordare la legge regionale 270 del 1997 alla quale si è aggrappato il Comune per non demolire (legge regionale sul finanziamento di opere destinate agli spettacoli), ecco che anche questa diventa una sabbia mobile: le opere finanziate con quella legge dovevano essere utilizzate per almeno cinque anni. "I cinque anni - sottolineano gli ambientalisti - sono scaduti nel 2005". Una volta che il Tar ha considerato improcedibile il ricorso, secondo gli ambientalisti (e non soltanto secondo loro), il Comune deve adeguarsi e basta. E se non bastasse, c'è anche l'ultimo appiglio che non regge più e fa franare tutti gli atteggiamenti diversi da quelli che dovrebbero portare alla "liberazione" dell'anfiteatro: "L'autorizzazione paesaggistica perde efficacia dopo cinque anni dall'emanazione, per cui, qualora non sia intervenuto nuovo nullaosta, dal dicembre 2003 (l'autorizzazione è del 1998), l'allestimento ligneo non sarebbe autorizzato sul piano paesistico". Anche questo sarebbe bastato se la volontà di ripristinare la situazione dell'anfiteatro, fosse stata davvero sincera.
SOPRINTENDENZE E POLEMICHE. Santoni: "L'obiettivo è delegittimarci"
CAGLIARI. Della tutela di Tuvixeddu si parla ancora, stavolta a farlo è il soprintendente ai beni archeologici, Vincenzo Santoni, il quale interviene per ribadire alcuni punti a proposito un'accusa neppure troppo velata che gli ambientalisti spesso lanciano all'indirizzo delle soprintendenze. Quella di essere un po' troppo accomodanti rispetto ai progetti su aree di interesse archeologico e paesaggistico. Santoni scrive per dire: le analisi fatte da un'archeologa della soprintendenza non trovano ascolto "al momento, quel che conta anche per la stampa locale è incovare l'intervento autorevole di poteri forti, dimostrativi, per esempio idonei ad acquisire, sul libero mercato, l'area interessata alla realizzazione dell'immobile e così conseguire un positivo ritorno di immagine". Santoni fa presente di aver messo Regione, Provincia e Comune in condizione di esercitare il loro diritto di prelazione quando, nel gennaio 2006, i proprietari di un'area "avevano reso noto il loro atto di trasferimento della proprietà". Cosa che secondo il soprintendente poteva interessare soprattutto il Comune "già proprietario delle tombe immediatamente retrostanti all'area dell'immobile, in funzione dell'accorpamento col restante parco di Tuvixeddu. Ma le nostre lettere sono rimaste senza esito...". Santoni dice poi che "di certo rimane ampiamente positivo se la giunta regionale, in leale cooperazione con l'ente locale, e con gratuità di intenti, concorra ad ampliare l'area di parco comunale, acquisendo oltre il settore areale di pertinenza della ditta altri eventuali varchi liberi da via Sant'Avendrace, così da restituire visibilità e accessibilità aggiuntiva al parco medesimo". Santoni poi si sofferma sugli attacchi al suo operato subiti nel tempo. Perché si fanno attacchi del genere? "E' semplice - risponde Santoni alla sua propria domanda - ottenere la graduale delegittimazione degli uffici periferici del ministero per i beni e le attività culturali. L'obbiettivo non dichiarato rimane sempre quello: la volontà di ottenere il passaggio di competenze dallo Stato alla Regione nel settore della tutela ai beni culturali e paesistici, come peraltro ribadito dall'assessore alla Cultura Elisabetta Pilia, con l'inaugurazione della recente settimana della cultura... come ho già detto in altre occasioni, questo passaggio è il sogno nel cassetto coltivato dall'assessore Lilliu da oltre un trentennio... non avrei difficoltà a ritenere che in questo campo ci sia integrale identità di vedute di piani teorici e strategici tra il professor Lilliu e il presidente Soru. Posizione perfettamente legittima per entrambi, che bene comprendo e apprezzo sul piano personale. Ma che non posso condividere, di certo, sul piano istituzionale".

venerdì 14 aprile 2006

Cagliari. Castello come un fast food ?

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From: stefano deliperi Sent: Friday, April 14, 2006 3:36 PM
Subject: Castello come un fast food ?


Cari amici, sotto potete trovare un articolo relativo all'approvazione definitiva, sull'aspetto strettamente urbanistico, del piano per la mobilità meccanizzata di Castello da parte del Consiglio comunale cagliaritano, con 21 voti della maggioranza di centro-destra, l'astensione dei consiglieri D.S presenti, un solo voto contrario (G. Comandini, S.D.I.), l'assenza dei consiglieri della Margherita e di G. Loy e R. Ben Amara, più volte dichiaratisi fermamente contrari. Senza alcun commento. Con i migliori auguri per una serena Pasqua. Buona lettura...

Stefano Deliperi

Gruppo d'Intervento Giuridico

ulteriori informazioni su http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it/

da La Nuova Sardegna, 14 aprile 2006
Il progetto per Castello. Dure accuse dal consigliere dello Sdi, l'unico che ha votato contro il progetto. Approvato: il tapis roulant si farà. Critiche ecologiste: sperano che intervenga la Regione e blocchi tutto. Comandini durissimo: "Ignorata la petizione firmata da duemila cittadini, contano gli interessi di pochi".

MAORO LISSIA.
CAGLIARI. Alla fine l'hanno approvato, l'ultima delibera, come se non si potesse fare senza: il percorso meccanizzato per il Castello, il contestatissimo impianto di tapis roulant destinato a trasformare le mura storiche di Santa Croce, si farà. Almeno così chiedono i gruppi del centrodestra, i soli a votare sì malgrado le proteste ormai generali dei cagliaritani. I Ds si sono astenuti, lo Sdi ha detto un 'no' chiaro per bocca di Piero Comandini. Il sindaco Emilio Floris, che sembra voler competere con Sandro Balletto nella gara a chi lascia i ricordi più brutti, ha spiegato che il rischio era di lasciarsi sfuggire i finanziamenti. Come per il triste ripascimento del Poetto: meglio deturpare che perdere i soldi.
Comandini, che nell'astensione politicamente pavida del centrosinistra è stato il solo a opporsi, non lesina le critiche: "Assistiamo all'ennesimo saccheggio della città da parte del sindaco Floris" scrive in una nota. Poi spiega: "Dimostrando un assoluto disinteresse per la petizione popolare sottoscritta da 2011 cittadini e senza attendere l'esito della valutazione preventiva di impatto ambientale, il consiglio ha approvato definitivamente il progetto di meccanizzazione". Durissimo il commento di Comandini: "Tutto in linea con la politica attuata dalla giunta uscente, che come già più volte ha fatto, ha dimostrato che le trasformazioni più importanti e significative di zone della nostra città, come Tuvixeddu e Castello, sono interesse di pochi". Comandini sottolinea la "leggerezza dei consiglieri di centrodestra nell'approvare un progetto che richiede espressamente la procedura di valutazione d'impatto ambientale e su cui, recita candidamente la delibera consiliare della seduta 'l'area gestione del territorio sta provvedendo alla predisposizione degli elaborati prescritti dalla verifica'. Ma come si possono votare progetti - chiede Comandini - e poi richiedere i nullaosta necessari come il 'via', che sono fondamentali per esprimere un giudizio compiuto?". Comandini ipotizza interessi elettorali, mentre Stefano Deliperi - per il Gruppo di intervento giuridico, gli Amici della Terra e il Comitato per la difesa del Castello - ripercorre i passaggi tecnici del progetto e della delibera per concludere che l'approvazione è arrivata "senza alcun preventivo coinvolgimento della cittadinanza e solo la presentazione di specifico atto di osservazioni ecologista ha portato al pronunciamento regionale, che richiede la necessaria procedura di verifica preventiva al quale dovrà essere assoggettato l'intero progetto". In questa certezza sta la speranza che migliaia di cagliaritani coltivano, quella di vedere bloccato definitivamente questo nuovo attacco all'identità architettonica della città, che segue gli ascensori d'acciaio e l'ascensore di San Michele, fermo da anni: il presidente della Regione Renato Soru, sensibile alle bellezze della storia e della natura, qualche mese fa ha pronosticato qualche difficoltà per la realizzazione dell'impianto. Non resta che affidarsi alla capacità divinatorie del governatore, molti cagliaritani sperano che sia lui a fermare quella che viene considerata un'opera costosa, certamente inutile e con ogni probabilità gravemente dannosa.