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domenica 23 aprile 2006

Cagliari. Deve andare proprio via la legnaia dall'Anfiteatro romano !!!

----- Original Message -----
From: stefano deliperi Sent: Sunday, April 23, 2006 4:23 PM
Subject: deve andare proprio via la legnaia dall'Anfiteatro romano !!!

Cari amici, sotto potete trovare ulteriori notizie sulla vicenda dell'Anfiteatro romano di Cagliari, ancora "sepolto" da una "legnaia" comunale. Quanto ai timori del Soprintendente Santoni, stia assolutamente tranquillo: non lo vogliamo certo "delegittimare", anzi. Vogliamo che abbia più determinazione e coraggio nel difendere il patrimonio storico-culturale. E non solo lui dovrebbe aver più coraggio..... Buona lettura...

Stefano Deliperi

Gruppo d'Intervento Giuridico

ulteriori informazioni su http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it/


da La Nuova Sardegna, 23 aprile 2006
Anfiteatro: "via il legno senza indugi". Gli ambientalisti chiedono la rimozione delle tribune.
CAGLIARI. Via il legno dall'anfiteatro romano. Gli ambientalisti di Gruppo di intervento giuridico e Amici della Terra tornano alla carica per prevenire tentativi di giustificare un'ulteriore permanenza delle tribune di legno installate con perforazioni della roccia lavorata dai romani. Non c'è dubbio che per il Comune la sentenza del Tar rappresenti in questo momento un grosso problema: la stagione degli spettacoli all'aperto è imminente e Cagliari rischia di presentarsi senza un solo luogo dove autorizzarli, questione impopolare a ridosso delle elezioni. Ci sono poi anche altre questioni: in quali condizioni sarà il teatro una volta levate le tribune? Anche questo, a un mese dal rinnovo del consiglio comunale, rischia di diventare un cattivo argomento per il sindaco attuale, incolpevole della scelta originaria di coprire il monumento (la fece il predecessore Delogu). Ma anche Floris si è dichiarato in varie occasioni sostenitore a posteriori della scelta.
Comunque sia, Gruppo di intervento giuridico e Amici della Terra scrivono per mettere nero su bianco alcune verità di legge mai abbastanza ribadite visto che, anche in presenza di una sentenza del Tar, si tergiversa. E quel che è peggio, ancora una volta, le soprintendenze non sembrano partire lancia in resta verso ciò un obbiettivo ufficialmente perseguito dall'autunno del 2000, quando inviarono le lettere al Comune per chiedere di smontare la legnaia. Gli ambientalisti ricordano in una nota che "i beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti a usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure da recare pregiudizio alla loro conservazione". Gli ambientalisti ricostruiscono l'iter burocratico delle autorizzazione e, tra leggi, decreti e nullaosta salta fuori uno dei nodi della questione: le due soprintende hanno autorizzato la legnaia perché nei progetti si precisava "il carattere di amovibilità e temporaineità dell'intervento". Se poi proprio si vuole ricordare la legge regionale 270 del 1997 alla quale si è aggrappato il Comune per non demolire (legge regionale sul finanziamento di opere destinate agli spettacoli), ecco che anche questa diventa una sabbia mobile: le opere finanziate con quella legge dovevano essere utilizzate per almeno cinque anni. "I cinque anni - sottolineano gli ambientalisti - sono scaduti nel 2005". Una volta che il Tar ha considerato improcedibile il ricorso, secondo gli ambientalisti (e non soltanto secondo loro), il Comune deve adeguarsi e basta. E se non bastasse, c'è anche l'ultimo appiglio che non regge più e fa franare tutti gli atteggiamenti diversi da quelli che dovrebbero portare alla "liberazione" dell'anfiteatro: "L'autorizzazione paesaggistica perde efficacia dopo cinque anni dall'emanazione, per cui, qualora non sia intervenuto nuovo nullaosta, dal dicembre 2003 (l'autorizzazione è del 1998), l'allestimento ligneo non sarebbe autorizzato sul piano paesistico". Anche questo sarebbe bastato se la volontà di ripristinare la situazione dell'anfiteatro, fosse stata davvero sincera.
SOPRINTENDENZE E POLEMICHE. Santoni: "L'obiettivo è delegittimarci"
CAGLIARI. Della tutela di Tuvixeddu si parla ancora, stavolta a farlo è il soprintendente ai beni archeologici, Vincenzo Santoni, il quale interviene per ribadire alcuni punti a proposito un'accusa neppure troppo velata che gli ambientalisti spesso lanciano all'indirizzo delle soprintendenze. Quella di essere un po' troppo accomodanti rispetto ai progetti su aree di interesse archeologico e paesaggistico. Santoni scrive per dire: le analisi fatte da un'archeologa della soprintendenza non trovano ascolto "al momento, quel che conta anche per la stampa locale è incovare l'intervento autorevole di poteri forti, dimostrativi, per esempio idonei ad acquisire, sul libero mercato, l'area interessata alla realizzazione dell'immobile e così conseguire un positivo ritorno di immagine". Santoni fa presente di aver messo Regione, Provincia e Comune in condizione di esercitare il loro diritto di prelazione quando, nel gennaio 2006, i proprietari di un'area "avevano reso noto il loro atto di trasferimento della proprietà". Cosa che secondo il soprintendente poteva interessare soprattutto il Comune "già proprietario delle tombe immediatamente retrostanti all'area dell'immobile, in funzione dell'accorpamento col restante parco di Tuvixeddu. Ma le nostre lettere sono rimaste senza esito...". Santoni dice poi che "di certo rimane ampiamente positivo se la giunta regionale, in leale cooperazione con l'ente locale, e con gratuità di intenti, concorra ad ampliare l'area di parco comunale, acquisendo oltre il settore areale di pertinenza della ditta altri eventuali varchi liberi da via Sant'Avendrace, così da restituire visibilità e accessibilità aggiuntiva al parco medesimo". Santoni poi si sofferma sugli attacchi al suo operato subiti nel tempo. Perché si fanno attacchi del genere? "E' semplice - risponde Santoni alla sua propria domanda - ottenere la graduale delegittimazione degli uffici periferici del ministero per i beni e le attività culturali. L'obbiettivo non dichiarato rimane sempre quello: la volontà di ottenere il passaggio di competenze dallo Stato alla Regione nel settore della tutela ai beni culturali e paesistici, come peraltro ribadito dall'assessore alla Cultura Elisabetta Pilia, con l'inaugurazione della recente settimana della cultura... come ho già detto in altre occasioni, questo passaggio è il sogno nel cassetto coltivato dall'assessore Lilliu da oltre un trentennio... non avrei difficoltà a ritenere che in questo campo ci sia integrale identità di vedute di piani teorici e strategici tra il professor Lilliu e il presidente Soru. Posizione perfettamente legittima per entrambi, che bene comprendo e apprezzo sul piano personale. Ma che non posso condividere, di certo, sul piano istituzionale".

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