Presentazione dell'iniziativa: PAESAGGIOSOS.

Questo è il blog del sito PatrimonioSos, nato nel 2002 per iniziativa di semplici cittadini che operano in maniera del tutto volontaria e disinteressata per la difesa del patrimonio artistico italiano.

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giovedì 24 novembre 2005

SARDEGNA abusivismo edilizio a giudizio !


----- Original Message -----
From: stefano deliperi Sent: Thursday, November 24, 2005 5:09 PM
Subject: abusivismo edilizio a giudizio !


Cari amici, sotto potete trovare notizie relative ad un caso di abusivismo edilizio che va in un'aula di giustizia. Buona lettura...
Stefano Deliperi, Gruppo d'Intervento Giuridico

da La Nuova Sardegna, 24 novembre 2005
Tre a giudizio per il villaggio abusivo. In tribunale il capo dell'area tecnica di Sant'Anna Arresi con i due costruttori. Ammesse al processo le associazioni degli ecologisti: chiederanno i danni. MAURO LISSIA. CAGLIARI. Nessun condono: i tre indagati per il presunto villaggio abusivo costruito al centro della laguna di Porto Pino dovranno rispondere in tribunale di tutte le accuse avanzate dal pubblico ministero Daniele Caria. Il gup Ermengarda Ferrarese ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio e ha fissato la data della prima udienza, davanti ai giudici della prima sezione: è il 20 febbraio. Cinque giorni prima si farà un indispensabile passaggio in camera di consiglio. Il gup dovrà verificare l'oblazione - col pagamento di una somma - del reato minore, la violazione del codice della navigazione. Se la cifra risulterà versata il reato sarà estinto. Ma resteranno in piedi le altre imputazioni: l'amministratore delegato della 'Isolotto Immobiliare srl' Francesco Monti e il direttore dei lavori Fulvio Pilloni sono accusati di concorso in violazione delle norme ambientali per l'assenza dell'autorizzazione dell'ufficio tutela del paesaggio. Poi il dirigente dell'area tecnica comunale di Sant'Anna Arresi, Massimino Paolo Granella, che deve rispondere di abuso d'ufficio. Il suo difensore, l'avvocato Guido Manca Bitti, ha sostenuto l'assenza del dolo nel comportamento di Granella, che avrebbe concesso l'autorizzazione di sua competenza convinto che le opere in costruzione fossero regolari. L'impegno del legale non è bastato a salvarlo dal processo pubblico.
Il giudice per l'udienza preliminare ha sciolto anche le riserve sul diritto a costituirsi parte civile delle due associazioni ecologiste - Gruppo di Intervento giuridico e Amici della Terra - che l'avevano chiesto, con l'assistenza dell'avvocato Carmela Fraccalvieri: l'istanza è accolta, quindi gli ambientalisti - seguendo una prassi che si va affermando in campo nazionale - potranno partecipare al dibattimento e chiedere il risarcimento dei danni agli imputati, se saranno giudicati colpevoli. L'indagine della Forestale era partita ai primi di giugno dell'anno scorso, quando le due associazioni guidata da Stefano Deliperi e Bruno Caria hanno presentato un esposto segnalando la costruzione di 45 unità immobiliari e di nove strutture commerciali nell'isoletta di Corrumanciu, esattamente al centro dello stagno di Porto Pino. Quell'area pregiatissima appartiene al Demanio ed è collegata al mare, quindi - secondo l'accusa - risulta pienamente protetta dal vincolo paesaggistico. A stabilirne l'inedificabilità è stato il servizio regionale tutela paesaggio, che alla richiesta di chiarimenti inviata dalle due associazioni ecologiste ha risposto senza possibilità di equivoci: nessuna autorizzazione concessa alla società 'L'isolotto', proprietaria del villaggio. Un diniego firmato dall'ex direttore dell'ufficio, quel Lucio Pani finito poi in carcere con l'accusa di corruzione legata proprio a concessioni edilizie facili. In questo caso però il 'sì' della Regione non è partito: attorno a Corrumanciu d'altronde si muovevano già con grande curiosità gli uomini del Corpo Forestale, l'indagine era già in corso. Il 25 ottobre 2004 il complesso turistico era stato messo sotto sequestro penale dalla Forestale su disposizione del pm Caria. Ed è da quel momento che si è aperto il confronto con la difesa, centrato in particolare su un punto: le case si trovano a ridosso della laguna, ma la laguna è collegata al mare? E' un dettaglio fondamentale, perchè se non lo fosse le costruzioni potrebbero essere regolari. La Forestale però, mappe alla mano, sostiene il contrario, quindi - se questa è la situazione reale - è come se il complesso edilizio fosse stato realizzato quasi sulla spiaggia. Il che escluderebbe in partenza qualsiasi possibilità di sanatoria.
da Cagliari Mon Amour (http://web.tiscali.it/cagliari_mon_amour/), 24 novembre 2005
Le villette dello stagno di Porto Pino in Pretura. VILLETTE NELLO STAGNO DI PORTO PINO ? A PROCESSO !

La lottizzazione abusiva nello Stagno di Porto Pino (S. Anna Arresi), già posta sotto sequestro dopo le denunce ecologiste e le indagini della magistratura e del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, andrà in giudizio. Le 45 unità immobiliari (36 villette + 9 strutture commerciali) quasi completate sull'Isoletta di Corrumanciu, nel bel mezzo dello Stagno di Porto Pino, non sono mai state autorizzate sotto il profilo della tutela paesaggistica (decreto legislativo n. 42/2004, già decreto legislativo n. 490/1999 e legge n. 431/1985). Infatti, l'Isoletta di Corrumanciu ricade entro lo Stagno di Porto Pino, appartenente al demanio marittimo (artt. 822 e ss. cod. civ.) e direttamente comunicante con il mare: è, quindi, tutelata con vincolo paesaggistico (art. 142, comma 1°, lettera a, del decreto legislativo n. 42/2004 e già nella normativa previgente), come esplicitamente chiarito dalla circolare Ass.to reg.le P.I. e BB.CC. - Ufficio centrale tutela paesaggio n. 16210 del 2 luglio 1986, approvata dalla Giunta regionale con deliberazione del 24 giugno 1986 ("le sponde degli stagni, ove questi ultimi appartengano al demanio marittimo, rientrano nella categoria dei territori vincolati paesisticamente dall'art. 1, primo comma, lett. a), della l. 431", circ. cit., paragr. 1). Pertanto si tratta di abusi edilizi, come aveva confermato l'Assessorato regionale della pubblica istruzione e beni culturali - Servizio tutela del paesaggio di Cagliari (nota prot. n. 4008 del 24 maggio 2004). Per giunta in una zona umida costiera estremamente importante sotto il profilo ambientale e naturalistico, tanto da esser stata individuata quale proposto sito di importanza comunitaria (pSIC) "Porto Pino" (codice ITB00060) ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali. Con provvedimento del 25 ottobre 2004 il complesso edilizio era stato posto sotto sequestro penale (art. 321 cod. proc. pen.) da parte del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari. Sequestro confermato da ordinanza Tribunale penale di Cagliari (sez. II) n. 61/04 del 12 novembre 2004. Il G.U.P. dott.ssa Ermengarda Ferrarese, nell'udienza tenutasi questa mattina, ha accolto l'istanza di costituzione di parte civile avanzata dall'avv. Carmela Fraccalvieri per conto delle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d'Intervento Giuridico, autrici delle azioni legali che hanno dato avvio agli accertamenti di legge condotti dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale - Ispettorato ripartimentale di Iglesias e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari. Inoltre, su richiesta del pubblico ministero dott. Daniele Caria ha disposto il rinvio a giudizio di Monti Francesco, amministratore delegato della Isolotto Immobiliare s.r.l., Pilloni Fulvio, direttore dei lavori, e di Granella Massimo Paolo, responsabile dell'Area tecnica del Comune di S. Anna Arresi, per le ipotesi di reato di cui agli artt. 110 cod. pen., 181 del decreto legislativo n. 42/2004, mentre Granella Massimo Paolo anche per l'ipotesi di reato di cui all?art. 323 cod. pen. Alla prossima udienza del 15 febbraio 2006 sarà verificata l'eventuale intervenuta estinzione del reato di cui all'art. 1161 cod. nav. per oblazione. L'apertura della fase dibattimentale è, invece, fissata per il prossimo 20 febbraio 2006 davanti al Tribunale di Cagliari, 1^ Sezione.

martedì 1 novembre 2005

Is Arenas e la sfacciataggine.....


----- Original Message -----
From: stefano deliperi Sent: Tuesday, November 01, 2005 1:49 PM
Subject: Is Arenas e la sfacciataggine.....

Cari amici, sotto potete trovare alcuni articoli pubblicati oggi su La Nuova Sardegna e relativi all'avvio dei lavori per la realizzazione di una parte del complesso turistico-edilizio sulle dune boscate di Is Arenas, nel Sinis (Narbolia, Prov. OR), pur esistendo una pesante procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea per gravi violazioni della direttiva per la tutela degli habitat. Buona lettura...
Stefano Deliperi
Gruppo d'Intervento Giuridico
da La Nuova Sardegna, 1 novembre 2005
Sarebbero cominciati i lavori sulle dune boscate dove sono in vigore i vincoli comunitari. "Ruspe in azione nella pineta di Is Arenas". Interrogazione alla Commissione Ue dell'eurodeputata verde Monica Frassoni
PIERO MANNIRONI
NARBOLIA. Le ruspe sono entrate in azione sulle dune boscate di Is Arenas. La notizia arriva da Bruxelles. E più precisamente dall'europarlamentare verde Monica Frassoni che ieri mattina ha presentato alla Commissione un'interrogazione, con la quale pone tre quesiti precisi. Il primo, ovviamente, è se la stessa Commissione è a conoscenza del fatto che sono cominciati i lavori per la realizzazione di un albergo di circa sedicimila metri cubi, nonostante la pineta sia un sito di interesse comunitario, e quindi soggetto a severi vincoli paesaggistici e ambientali. La seconda domanda posta dalla Frassoni è invece: "Quali iniziative la Commissione intende assumere avverso questa palese e plateale violazione del diritto comunitario e degli obblighi di collaborazione degli stati membri, fissati nell'articolo 10 dell'Ue". Il terzo quesito è infine se l'Unione europea intenda ricorrere alla Corte di Giustizia "in merito alle violazioni del diritto comunitario in tema di direttiva numero 92/43 Cee".
Siamo dunque a un nuovo capitolo della storia infinita del progetto da 222.000 metri cubi di cemento, sognato dalla società Is Arenas srl. Una storia annosa, combattuta spesso anche a colpi di carte bollate e diventata ormai un caso di rilevanza europea. Proprio per il progetto Is Arenas, infatti, lo Stato italiano è già stato messo in stato di accusa dalla Commissione europea ed è stato aperto nei suoi confronti un procedimento di infrazione. Per essere più precisi, si tratta della 4381/2000, con invio del parere motivato secondo l'articolo 226 del trattato della Comunità europea. La posizione di Bruxelles è chiara: le dune boscate di Is Arenas fanno parte della geografia dei Sic e pertanto vanno tutelate e salvaguardate. In questo contenzioso, si è verificato anche un "pasticcio" (del quale diamo conto nella scheda qui sotto) che ha portato addirittura a una "messa in mora complementare". Lo Stato italiano, cioé, si sarebbe astenuto dall'adottare misure per difendere questo prezioso habitat. Dopo lo scivolone della richiesta di cancellazione di Is Arenas dalla rete dei Sic, il governo ha fatto una piccola retromarcia, annunciando che intende riperimetrare l'area da sottoporre a tutela ambientale. Il paradosso di questa storia è che corre su due binari paralleli. Da una parte, infatti, c'è la normativa comunitaria che impone un alt al progetto di edilizia residenziale intorno al campo da golf da 18 buche; dall'altra, invece, esiste una storia burocratica e amministrativa che fa riferimendo a norme nazionali e regionali. Ma anche su questo punto si è arrivati inevitabilmente all'inciampo. E cioé che per costruire sulle dune boscate occorre preventivamente una valutazione di impatto ambientale. La società Is Arenas ha semnpre cercato di sfuggire a questa procedura di verifica e di compatibilità. Ha così tentato di far passare il principio che era sufficiente la procedura di verifica preventiva. Tesi appoggiata dall'ufficio Sivea della Regione. Ma a stabilire che i sogni di cemento sulle dune boscate di Narbolia meritano un serio approfondimento è stato il Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso presentato dagli "Amici della Terra", i quali contestavano la procedura adottata dall'ufficio Sivea. In quella circostanza, i magistrati amministrativi non hanno risparmiato qualche bacchettata al ministero del'Ambiente, "colpevole" di avere presentato una relazione incompleta sul caso. Hanno infatti scritto: "Si tratta di un intervento di natura, dimensioni e contenuti rilevanti sul complesso del territorio interessato e che, proprio in relazione alla natura e agli effetti concreti per le ricadute in termini ambientali, economiche e sociali, necessita di approfondimenti e documenti i più completi possibili, anche in relazione al formarsi e modificarsi delle disposizioni normative nel tempo". E ancora: "La relazione del ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio dovrebbe essere più adeguatamente integrata e sviluppata da specifiche considerazioni". Seguono quindi le carenze del ministero che dovranno essere colmate. Si tratta di tre punti che il ministro Matteoli ha evidentemente omesso nella sua relazione. Eccoli: 1) "Il parere motivato della Commissione delle comunità europee in data 9 febbraio 2001 esplicita valutazioni puntuali e mirate, sulle quali appare indispensabile acquisire le specifiche e singole riflessioni del ministero, in relazione agli argomenti esaminati nella procedura di verifica"; 2) "Con la legge regionale numero 3 del 29 aprile 2003 si è specificatamente estesa, anche ai progetti ricadenti nelle aree provvisoriamente delimitate, l'obbligatorietà della Valutazione di impatto ambientale e, a prescindere dalle regole del "tempus regit actum", appare utile che il ministero approfondisca la portata sostanziale di tale successiva estensione in pendenza della realizzazione dell'intervento in località provvisoriamente perimetrata e oggetto di proposta Sic"; 3) "Appare utile acquisire le motivazioni poste a fondamento delle proposte di inserimento del sito tra i Sic". Tutto questo senza entrare nel merito. Ora la Is Arenas srl porta avanti solo il progetto di un albergo. Ma per gli ambientalisti si tratta di una strategia per far passare il mega-investimento a pezzi.La scure del Tar ha graziato solo il Piano paesistico del Sinis
NARBOLIA. I piani territoriali paesistici sono stati cancellati dalla giustizia amministrativa. Su ricorso delle associazioni ambientaliste, il Consiglio di Stato ne ha bocciato sette, mentre il Tar ne ha azzerato successivamente sei. Solo un piano ha resistito: quello numero 7. Cioé quello del Sinis. Guarda caso, proprio quello nel quale la società Is Arenas srl vorrebbe realizzare il suo investimento immobiliare. Il Tar Sardegna ha accolto sei ricorsi-fotocopia delle associazioni ambientaliste (annullando altrettanti piani di programmazione territoriale) meno uno dove, secondo i giudici, gli ambientalisti "non erano legittimati, in base al loro statuto, a proporre ricorsi". L'eccezione di inammissibilità è stata sollevata dall'avvocato della società "Is Arenas". Il problema non era stato sollevato negli altri tredici casi sia dal Tar e sia dal Consiglio di Stato. Attualmente, dunque, esiste un solo piano territoriale paesistico, cioé uno strumento di programmazione che prevede deroghe ai vincoli. Esattamente come chiedeva la società Is Arenas, la quale aveva richiesto un accordo di programma alla Regione per costruire un centro di edilizia residenziale turistica.Lo "schiaffo istituzionale" al ministro Altero Matteoli
NARBOLIA. Per Altero Matteoli è stato uno "schiaffo" istituzionale. La Commissione europea nel gennaio scorso ha infatti utilizzato proprio le argomentazioni con le quali il ministero dell'Ambiente aveva chiesto la cancellazione di Is Arenas dalla mappa dei Sic, per aprire un nuovo procedimento contro lo Stato italiano. Proprio in quelle argomentazioni, cioé, esiste la prova di un'inadempienza nel far rispettare le norme comunitarie. Tecnicamente si chiama "messa in mora complementare". Nel settembre del 2003, con un'iniziativa senza precedenti nella storia dell'Ue, il ministero dell'Ambiente italiano chiese di cancellare il sito Is Arenas dalla geografia delle aree meritevoli di protezione. Un alto funzionario del ministero, Aldo Cosentino, firmò la richiesta sostenendo che Is Arenas doveva essere cancellata dalla rete dei Sic, perché la sua integrità era stata seriamente danneggiata dalla società Is Arenas srl. Perciò le dune boscate non sarebbero state più meritevoli di tutela. Come dire: tu società sei responsabile del deterioramento dell'ambiente e perciò ti premio cancellando i vincoli che impediscono la realizzazione del tuo investimento immobiliare.